I legami di Orochimaru.

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Come cavolo fa Sai a conoscere il cognome di Sasuke?
Mi precipito in palestra con l'intento di estorcergli quante più informazioni possibili.
Per quanto possa sembrare un ragazzo tranquillo di certo Sai è un tipo ambiguo, imprevedibile, un tipo di cui non fidarsi mai completamente.
Appena giunta in palestra lo scorgo tirare pugni ad un sacco. Mi sfilo quei maledetti trampoli in modo da potergli silenziosamente arrivare alle spalle.
Lo afferro per una spalla mentre con una gamba gli faccio una spazzata che lo fa finire disteso per terra, il suo braccio sempre intrappolato nella mia presa.
"Come fai a sapere il suo cognome?", sputo fuori dai denti.
Mi rivolge quel suo solito sorriso di plastica facendomi seriamente arrabbiare.
"Cosa ti aspettavi Sakura... che non mi accorgessi del fatto che mi hai messo da parte? Ero semplicemente curioso di conoscere chi ha preso il mio posto. Devo dire che sei caduta veramente in basso... un uomo comune, incapace di difendersi dalle insidie del nostro mondo... no... non mi dire...ti illudi di poter uscire da questo mondo? Di poter cancellare il passato? Cosa ne penserà il tuo Uchiha di tutto ciò che hai fatto? Di come sfrutti la tua bellezza, di come seduci gli uomini per poi ucciderli? Specialmente lui, un investigatore privato... Ah ah ah...".
Lo lascio andare per dirigermi verso gli spogliatoi.
"Ah...quasi dimenticavo...ha chiamato Kakashi... non sono riusciti ad acciuffare quel Samazana, ma suppongono che possa trattarsi di Orochimaru, quel biologo che per anni ha vinto il Nobel per labiologia".
Kakashi non falliva mai nelle sue missioni: il tizio doveva seriamente essere furbo.
"Quindi?"
"Dovrai pensarci tu. A quanto pare l'FBI ha le mani legati, il caso è ben al di fuori della loro competenza giurisdizionale. La CIA non può intervenire fin quando siamo in grado di dimostrare che si tratti di un caso transazionale... però se non riusciamo a raccogliere quanta più documentazione possibile a dimostrazione di ciò non potremo più operare negli Stati Uniti, diventerebbe un caso prettamente nazionale...".
"Non si arriverà a tanto. Questo Orochimaru è furbo, non rimarrà ancora per molto qui. Dobbiamo cercare di rintracciarlo il prima possibile prima che faccia perdere le sue tracce. Dovremmo scoprire a quali fondi accede, chi siano i suoi finanziatori in modo da poter costantemente monitorarlo".
"Ed ecco che entri in scena tu...la figlia adottiva dell'ambasciatore giapponese in Irlanda...".
"Dovrei giocare a viso scoperto? Ma sei impazzito? Mi brucerei tutte le coperture, sarei costantemente un bersaglio facile!".
Quando lo vedo sorridermi con cattiveria so già che non avrò scelta.
Maledizione!
Odio servirmi dei miei pseudo legami familiari. Al contrario di quanto si potrebbe dedurre, essere la figlia adottiva di un diplomatico non implica fare la bella vita. Certo, i gala, gli abiti firmati, gli oggetti lussuosi, il poter accedere a qualunque luogo, soddisfare qualsiasi capriccio, ti semplifica e alleggerisce in parte la vita. Ma nella sostanza è solo ciarpame, una gabbia dorata che ti soffoca in una realtà meschina e pericolosa, all'ombra di qualche complotto o vendetta.
Sfortunatamente per me il mio caro patrigno, che mi adottò all'età di quindici anni, non era mosso da alcun sentimento caritatevole, aveva solo capito come sfruttare appieno la mia bellezza.
Divenni la sua spia, mandata a corrompere col mio corpo i suoi nemici, a lusingare i papabili alleati, divenni merce di scambio: una puttana.
Ma il fondo che la mia dignità fu costretto a toccare è qui davanti a me: Sai, il mio fratellastro. Il classico cocco viziato di papà che incapricciatosi di me mi pretese come regalo per il suo diciottesimo compleanno.
"Perché non usi la tua di identità? Dopotutto tu sei il figlio biologico di tuo padre, io ti coprirò le spalle".
Non dovevo illudermi, sapevo che non avrebbe ceduto così facilmente, pur essendo la strategia migliore.
"Non vuoi usare la tua vera identità per poter vivere tranquillamente la tua tresca con quel tipo, vero Sakura?".
Non mi diede nemmeno il tempo di rispondergli che mi ritrovai bloccata sotto di lui, le braccia allargate immobilizzate delle sue luride mani, le gambe bloccate dalle sue.
"Cosa mi dai in cambio Sakura? Quanto vale l'Uchiha?".
Chiudo gli occhi, la nausea mi sommerge. So già cosa vuole: me.
Sento una lacrima sfuggire al mio serrato controllo bagnarmi il viso. Sono così stanca di questa vita. Si sbaglia Kakashi a pensare che per me possa esserci redenzione. Sono andata ben oltre i giorni in cui entrambi, poco più che bambini, rubavamo per le strade dei quartieri malfamati di Tokyo.
"Un mese. Sono disposta a pagarti un mese".
Lo fisso con sfida mista a disperazione: lo odio, lo odio perché mi costringe a barattare il mio copro per poter vivere, per poter guadagnare la libertà di essere me stessa.
"Mi accontenterò per il momento. Ci vediamo domani sera per la prima teatrale. Ne parleremo lì".
Si alza e si avvia verso l'uscita.
"Sarò accompagnata da Sasuke, quindi conviene...".
"Non mi interessa da chi sarai accompagnata. Il lavoro viene prima di tutto".
Apre la porta di quel garage allestito a dojo e si ferma.
"Ah, che sbadato... da domani è richiesto il pagamento del tuo debito. Solito orario e solito albergo".

Mr & Mrs UchihaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora