Ritrovamenti

339 23 4
                                    


 Sbatto la schiena contro il muro con un rumore sordo. 

Sasuke affonda il volto nel mio collo e, tenendomi le mani sul sedere, mi alza la gonna del vestito fino alla vita, in modo da far completamente aderire i nostri corpi. Gli passo le dita tra i capelli che gli incorniciano quel volto incredibilmente bello che mi fa tremare dentro e mi azzera la salivazione ogni volta che mi guarda.

"Lo sai quanto sei bella, Sakura?", sussurra.
Mi solleva da terra, continuando a tenermi le mani sul sedere, e io gli avvolgo le gambe intorno ai fianchi. Mi porta in camera, e all'improvviso mi ritrovo in piedi davanti a lui: siamo un groviglio di braccia e mani impazienti, che tirano e afferrano i vestiti dell'altro, lanciandoli alla rinfusa per tutta la stanza. Ha la bocca sulla mia, le mani affondate fra i miei capelli, e mi bacia con una passione così travolgente da farmi tremare le ginocchia. Bacia da Dio. È fantastico.
Anzi, fantastico è poco.
Mi solleva di nuovo, stavolta prendendomi in braccio, e mi fa sdraiare sul letto. Le lenzuola sono morbide e fresche.

Sasuke mi segue sul letto, e faccio scorrere le mani sul suo addome e sul petto, per poi risalire, infine, su fino alle spalle.

Accidenti, è scolpito come una statua greca, e la sua pelle è calda e liscia e... wow. Mi afferra il volto fra le mani, baciandomi dolcemente adesso, mordicchiando e stuzzicandomi le labbra, e poi appoggia un gomito sul letto accanto alla mia testa, facendo scendere l'altra mano lungo il mio corpo: parte dal collo, scende sul seno, stimolandomi i capezzoli turgidi con le dita, e poi prosegue verso il basso, trovando lentamente il suo obiettivo.

«Oh, Dio», ansimo estasiata. Inarco la schiena, sollevandola dalle morbide lenzuola, non appena fa scivolare due dita dentro di me. Pianto i talloni in quelle soffici lenzuola per andargli incontro. Con una certa frenesia inizio a spogliarlo. Solo metà del viso era illuminata e i tratti fini, di una bellezza severa ed elegante, erano disegnati da un chiaroscuro di luci e ombre, gli occhi che luccicavano di aspettativa. Il cuore mi batte furiosamente come un rullo di tamburi. È come se fossi rinchiusa in una bolla. Sovraccaricata psicologicamente e fisicamente da una miriade di stimoli e circostanza. Improvvisamente il suo viso cambia, prende le sembianze di un altro uomo. Di un uomo che per anni ha governato il mio cuore. Gli arpiono le spalle per avvicinarlo ulteriormente a me.
"Ti voglio...", ansimo. "...ti prego...ora".
Mi accontenta.
Mi fa sua.
Mi fa dimenticare Lui.
Mi permette di accantonare la rabbia di quei ricordi infranti.
Mi trattiene in questo labile presente.
Mi dona amore.


Il tunnel era nero come la pece e pareva non finire mai. Non riuscivo a vedere niente. Le pietre sotto le mie dita erano umide e ruvide, l'aria puzzava di putrefazione, escrementi e male allo stato puro.

Procedevo piano. Gli anfibi schiacciavano il pietrisco e urtavano i sassi più grandi. Qualche animaletto si mosse nel buio mentre uno strano gocciolio faceva da sottofondo.

Una malvagità silenziosa permeava l'aria e pareva espandersi.

«Ti aspettavo» la voce rauca di mio padre mi riempì le orecchie.
«Ero certo che saresti venuta, Sakura» disse. La voce veniva dal buio ma pareva farsi più vicina. «Non riesci a starmi lontana.» C'era una certa soddisfazione in quelle parole che riecheggiavano nell'oscurità.
All'improvviso comparve un piccolo cerchio di luce che circondava una figura riversa sul suolo. Il mio cuore sapeva di chi si trattasse e accelera i suoi battiti.
"Dammi quello che voglio e non lo ucciderò". Dà un calcio alla sagoma atterra per ribadire la minaccia.
Abbasso lo sguardo su quella figura rannicchiata in una pozza di sangue: è Sasuke.
"Cosa vuoi", gli domando.
"Lo sai".
Ma in realtà non ne ho la più pallida idea.
"Non so di che parli".
Un sorriso gli alza quelle labbra sottili. Afferra un tubo di ferro, e con forza trapassa una spalla di Sasuke.
"Invece lo sai. Sennò non saresti arrivata fin qui".
Sasuke urla dal dolore.
"Sak..Sakura... che...significa...". Leggere tutta quella sofferenza nei suoi occhi mi strazia il cuore. Annaspo nel tentare di trovare una soluzione, ma ho il cervello in panne.
Danzo inizia a ridere. Una risata malvagia, oscura come il luogo in cui ci troviamo.
"Pensavo che avessi imparato qualcosa dal passato... ma a quanto pare mi sbagliavo".
Estrae quel tubo e con ancor più forza lo pianta dritto nello stomaco di Sasuke.
"NOOOOOOO!!", urlo in preda della più ceca disperazione.
"Ahahahah. Non imparerai mai, vero sorella?".
Il volto di Danzo prende le sembianze di mio fratello.
Un rivolo di sangue arriva a bagnarmi i piedi, ora nudi. Guardo quel sangue renderli rossi, macchiarli di quel crimine che ancora una volta non ho saputo impedire. Seguo quel fiume di sangue fino a risalire alla sua vittima. Il mio cuore si arresta per iniziare a battere ancora più furiosamente. Il corpo ormai in fin di vita non è quello di Sasuke. È di colui che ha segnato l'inizio di tutto questo.
Mi sveglio di soprassalto ritrovandomi seduta tra le lenzuola sgualcite. Il viso è bagnato di sudore e il respiro affannoso, come se avessi corso per miglia.
Tremo.

Per tutti i kami .

Era stato solo un sogno. Solo un sogno.

Mi guardo intorno, nonostante la stanza fosse rischiarata solo dalla poca luce che filtrava da sotto la porta, mi rendo conto che non sono al mio appartamento, bensì in quello di Sasuke.
Ancora ansante ma meno disorientata, allontano le coperte e mi alzo dal letto. Poggio i piedi sul pavimento solido. Li fisso aspettandomi di vederli imbrattati di sangue. Mi spingo sulle gambe, attenta a non svegliare Sasuke. Il contatto con quel pavimento freddo mi riporta alla realtà: danzo è morto, ucciso per mano mia. Ma Sai no. Prendere coscienza di cosa possa implicare l'esistenza di Sai mi destabilizza. Lui sa che ho ucciso io nostro padre.

Solo un sogno. Era stato solo un sogno.

Ho il cuore a mille e le gambe molli, ma era stato solo un sogno.

Anche se sarebbe potuto diventare presto realtà. Madida di sudore gelido, procedo a tentoni nel buio per andare a lavarmi la faccia. Quando termino di bere un bel bicchierone d'acqua e di asciugarmi le mani, il tremore è passato e il respiro è tornato regolare.
Prendo la mia borsa e cerco il mio cellulare. Ho ventiquattro messaggi di Kakashi che mi chiede se sto bene, e un solo messaggio da parte di Sai.
Il cuore perde un colpo. Con dita tremanti clicco per aprire il testo.
Ci vediamo quando ritorni dalla Francia. Stesso posto e stessa ora.
Dunque era questa la sua strategia? Fare finta di non sapere? Bene.
Rispondo ai messaggi e ritorno in camera da letto. Lancio uno sguardo al letto, un cumulo informe nella semioscurità in cui si distinguevano le colline formate dal ciclone che aveva sconvolto lenzuola e coperte, e un sorriso mi sfiora le labbra. Salto su accoccolandomi accanto a lui. Stringendomi a quel corpo così pieno di vita. Poggio una mano sul suo cuore, e il suo ritmico pulsare mi culla in un sonno privo di sogni, come la più dolce delle ninnananne.

Mr & Mrs UchihaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora