La guardava stupito , era sicuramente inconsapevole della sua bellezza.
Se ne stava nel mezzo del salone di casa sua tra bottiglie vuote, gente che ballava, ragazzi che fumavano e musica assordante.
Aveva l'aria smarrita e si guardava intorno come alla ricerca di qualcosa o qualcuno, incurante del fatto che indossasse solo della lingerie e una vestaglietta a fiori che le dava un fascino incredibile.
La zazzera di capelli castano scuro che si arricciava alle punte ,i piedi scalzi,tutto di lei gridava sesso; Steven stava sbavando.
Era la prima volta che vedeva quella ragazza e già stava scegliendo un modo di approccio da poter usare con lei.
Ad un tratto la vide fare un sorrisetto strano,la vide marciare con passo deciso fino all'impianto stereo nuovo di zecca ,ci girò intorno con le mani puntate alla vita.
Strappò il filo dalla presa e dall'impianto stereo e lo strinse in pugno in segno di vittoria.
Prima che tutta la marea di gente che c'era in casa si accorgesse di quello che era successo lei era sparita.
Mary Elizabeth ritornò a casa ,chiuse la porta e si diresse in camera,finalmente avrebbe dormito.Il mattino arrivava sempre troppo presto per chi come Steven Rogers aveva fatto i bagordi fino a tardi, nonostante la sveglia lo avesse bruscamente svegliato da un sogno a luci rosse con la ragazza della sera prima ,non rimase a letto.
Si alzò fece una doccia fredda e infilò la roba larga e sbragata che usava per infilarsi tra le bande più temibili e conquistare la fiducia di gente che contava.
Doveva andare dalla sua bellissima e stuprabile vicina a risolvere la questione della sera prima, quel cazzo di impianto stereo gli era costato un occhio e ripararlo ancor prima di aver capito tutte le sue funzioni non era nei suoi piani.
Andò a bussare alla porta del villino accanto al suo sperando che non fosse stronza tanto quanto era bella.
Bussò invano.
Nessuno aprì quella dannata porta, non poteva aspettare ancora ,doveva andare a portare rapporto al suo superiore.
Accantonò il problema , aveva un altra questione da risolvere prima di subito quindi salì sul catorcio che doveva usare e se ne andò ripromettendosi di tornare dalla sua vicina dopo l'ora di pranzo.
Mary Elizabeth girò l'angolo e gettò un occhiata all'orologio ,era in perfetto orario , alzarsi presto la mattina era un rituale a cui non aveva saputo rinunciare .
Da quando aveva tredici anni aveva cambiato tutta la sua vita in modo radicale,quella era l'unica cosa che non era riuscita a rimuovere,correre la rilassava e la faceva mantenere in forma ,non che ne sentisse la necessità.
Non era come tutte le altre coetanee ne come tutto l'universo femminile, non usciva ,non faceva vita mondana ,non faceva shopping ,insomma una suora di sicuro aveva una vita molto più movimentata della sua.
L'unica libertà che si concedeva era una serata tra amiche una volta a settimana.
Amiche che sua madre la nota Eleanor Carter paladina del buongusto,della canasta e dei salottini da thè non vedeva di buon occhio.
Le riteneva inadatte a ricoprire il ruolo di amiche della figlia, nessuna di loro contava avi dal sangue blu di conseguenza erano delle plebee.
Questo insieme a milioni di altri motivi era uno degli argomenti per cui sette giorni su sette litigava con sua madre ,non che non si volessero bene ma entrambe criticavano il modo di vivere dell'altra. L'unico punto di riferimento tra loro era quel santo uomo di suo padre che,ne era certa,prima o poi lo avrebbero fatto santo.
William Frank Preston aveva sposato Eleanor quando questa aveva appena venti anni, una famiglia benestante ,parenti dal sangue blu e conoscenze altolocate.
Eleanor non avrebbe potuto sperare di trovare partito migliore ,William era un bel ragazzo,alto ,biondo con tutti i requisiti necessari e una carriera invidiabile nella marina militare americana.
Per un po' di anni da moglie modello aveva seguito suo marito ovunque fosse spostato ,finché non era arrivata la piccola Mary Elizabeth .
A quel punto avevano messo radici nella caotica New Orleans dove viveva l'eccentrica madre di Eleanor con cui però quest'ultima non andava d'accordo.
Aveva cresciuto sua figlia secondo i suoi principi e non aveva mai sopportato i continui rimproveri da parte di una madre un po' sopra le righe ,che le aveva sempre contestato il fatto che non facesse respirare la piccola Elly.
Altra nota dolente,la nonna usava un diminutivo quando si rivolgeva alla nipotina e sua figlia non era d'accordo.
Poi purtroppo il signore aveva reclamato la presenza di nonna Anne al suo fianco e ancora una volta la caparbia vecchietta aveva messo i bastoni tra le ruote a sua figlia regalando la sua casa alla nipote.
Dopo litigi, lacrime, ultimatum e lavori di ristrutturazione cinque mesi prima Mary Elizabeth si era trasferita nel villino che aveva ereditato.
Non aveva cambiato molto della casa,le era sempre piaciuta solo che il retro aveva un bellissimo giardino e lei voleva goderselo quindi aveva buttato giù i muri e fatto installare vetrate.
Ora però da qualche settimana la quiete e la calma della strada erano disturbate dal suo vicino.
Una sera si e l'altra pure dava festini a base di donne perlopiù svestite ,fiumi di alcool e musica a palla.
Lei aveva bisogno di silenzio e tranquillità ,parole sconosciute per il proprietario del villino accanto al suo.
Voleva tanto andare a bussare alla sua porta per dirgliene quattro ma, 1) evitava sempre di socializzare con chiunque, 2) non aveva idea di chi si sarebbe trovata di fronte e 3) doveva sbrigarsi a finire di prepararsi, i bambini non resistevano a fare baldoria se lei ritardava.
Decise di rimandare qualsiasi tipo di decisione a più tardi.
Calzò le ballerine prese la borsa,chiuse casa e si mise in macchina diretta alla scuola materna Luscher Charter School dove insegnava da quando si era laureata.
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Nessuno è quel che sembra
RomanceNon è tutto oro ciò che luccica. Mary Elizabeth Preston sa che l' unico modo per riuscire a dormire è combattere il problema alla radice . La radice ha forma umana e corrisponde al suo vicino turbolento e odioso che conosce solo festini e musica a p...