Riuscire ad addormentarsi non era stato affatto semplice ed era tutta colpa di quel dannato Steve e della sua malsana abitudine.
Appena entrò in cucina quella mattina per farsi un caffè corroborante vide un gatto dietro la porta a vetri che dava sul giardino, aveva sempre voluto un gatto ma secondo sua madre erano sporchi e davano fastidio.
Andò ad aprire e si accovacciò per accarezzarlo, era di razza blu di russia,aveva il pelo morbido e un collare azzurro come i suoi occhi.
"Ciao e tu da dove spunti?"
"Miao"
"Che pelo morbido, ma da dove arrivi? Hai fame?"
Il gatto apprezzava le sue coccole e le carezze ,continuava a rispondere con i suoi miao accompagnati dal ronfo che li contraddistingueva .
Lasciò al gatto la decisione se entrare oppure no e cercò una ciotolina da poter usare per dargli del latte.
Ovviamente il gatto che amava chiunque lo coccolasse non se lo fece ripetere due volte,entrò in casa e la seguì osservando tutti i suoi movimenti.
"Hai deciso di entrare eh, sai ho sempre voluto un gatto ma mia madre me lo ha sempre negato. Ma sei un gatto o una gatta? Oh dio mi sono ridotta a parlare con un gatto."
Gatto che non le stava più prestando attenzione,il latte con i biscotti sbriciolati che gli aveva messo davanti era più interessante.
Si preannunciava una giornata all'insegna della pulizia e del relax, fece colazione tenendo d'occhio il gatto mentre ascoltava distratta il notiziario alla radio.
Quando il gatto finì la sua colazione le saltò sulle gambe per avere altri grattini, Elizabeth una volta tanto sorrise felice.
Scoprì che nonostante avesse un collare azzurro era una gatta e che adorava dormire stando comoda,prese un vecchio cuscino e la mise sopra poi andò a vestirsi per iniziare la sua giornata.
Nonostante la sera precedente fosse finita male non era nervosa, forse era stata la presenza della gatta a farla calmare.
Cambiò le lenzuola e mise la lavatrice, passò l'aspirapolvere e cambiò l'acqua ai fiori che le aveva regalato suo padre ,alle dieci si fece un caffè e lo portò fuori sul tavolo in giardino.
Poi rientrò in casa per prendere il cellulare e vedere chi era, intanto anche il campanello iniziò a suonare e sbottò nervosa perché non riusciva a bere il suo caffè.
"Pronto, si sono io. No guardi non sono minimamente interessata."
Nel frattempo che era al telefono si affacciò allo spioncino ,quando vide che era il suo vicino alzò gli occhi al cielo e lo lasciò li senza aprire.
"Ascolti signorina, mi scusi signora. Non mi serve un depuratore, non saprei che farmene io non bevo acqua ma solo champagne, addio."
Chiuse la chiamata stizzita, la chiamavano di sabato per uno stupido depuratore, come se non bastasse gli era capitata anche una tizia che si era offesa per averle dato della signorina come se lei potesse vederla.
Intanto vide che la gatta era sparita, uscì fuori per bere finalmente il suo caffè in santa pace e quando si sedette trovò la tazza vuota.
"Ma che diavolo...chi si è bevuto il mio caffè?"
"Devo dire in realtà che era un po' amaro e anche dal sapore strano che caffè è?"
Elizabeth digrignò i denti appena sentì la sua voce, si voltò a lanciargli un occhiata di fuoco, prese la tazza e ritornò in casa chiudendo la porta a vetri con un colpo secco.
"Dio ma perché proprio a me!"
Passò il resto della giornata a fare un programma per la settimana successiva che impegnasse i bambini e li coinvolgesse tutti quanti ,mentre studiava un modo per liberarsi del suo vicino.
Era andato a suonare altre due volte ma non gli aveva aperto.
Verso sera si preparò una cena molto frugale e poi fece un bagno rilassante ,l'indomani sarebbe andata a pranzo dai suoi e già sapeva come sarebbe finita, aveva bisogno di rilassarsi per bene.
L'unica pecca della giornata infernale che avrebbe passato era che sarebbe passato suo padre l'indomani a prenderla ,quindi non avendo la sua auto si sarebbe dovuta sorbire tutte le noiose disquisizioni di sua madre.
La serata si prospettava abbastanza tranquilla, si era affacciata un paio di volte e sembrava che dal suo vicino non ci fosse alcuna festa.
Lesse un capitolo del libro che teneva sul comodino ,effettivamente era molto legata a quel libro,l'aveva letto già svariate volte ma la storia tra lord Saxton e la bella Erienne la affascinava sempre.
Verso le undici e mezza chiuse il libro e spense la luce , restò a guardare il soffitto bianco striato dal riverbero delle luce dei lampioni in giardino finché si addormentò.
Sognare lord Saxton che la corteggiava e la invitava a ballare non era molto salutare soprattutto se quando si toglieva la maschera rivelava il viso del suo insopportabile vicino.
Ad un certo punto saltò sul letto, una musica assordante e dannosa per le orecchie era stata sparata a decibel fuori dal normale.
Scostò le coperte ,si alzò e si affacciò alla finestra, la festa era solo iniziata tardi ma c'era.
Camminò su e giù per la stanza cercando di trovare una soluzione, poteva chiamare la polizia ma come al solito avrebbe risposto quell'imbecille che riferiva a qualcuno che era la vicina di Steve ,poi le passava un altro imbecille che le assicurava che stava mandando una volante ,volante che dopo circa una mezz'ora abbondante arrivava e il tizio in divisa che scendeva andava semplicemente a fare baldoria insieme a tutti gli altri.
Quindi assolutamente niente polizia, ma aveva comunque bisogno di una soluzione drastica ,si mise le mani dietro la nuca e continuò a pensare .
Ad un certo punto gli occhi si soffermarono sul bocchettone dell'allarme antincendio, sperò con tutta se stessa che quei villini fossero stati costruiti tutti insieme e che fossero tutti uguali .
Si mise la vestaglia e marciò verso la porta ,poi si guardò i piedi,non poteva sperare di passare inosservata andando ad una festa con le ciabatte di peluche, le tolse e infilò le ballerine poi tolse anche la vestaglia e a quel punto pregò tutti i santi del paradiso che nessuno si accorgesse di lei ,recuperò l'accendi gas e uscì dal giardino.
Dovette fare il giro di tutta la siepe che separava i due giardini, faceva un po' di freddo ,doveva decidersi a comprare degli altri pigiama più pesanti, attraversò il giardino del suo vicino ed entrò dalla porta sul retro.
Nessuno fino a quel momento le aveva prestato molta attenzione, le uniche persone che aveva incontrato erano impegnate in attività che Elizabeth evitava di guardare.
Entrò in casa strisciando sulla porta, si guardò appena intorno e un paio di ragazze che stavano lì a fumare e chiacchierare le lanciarono delle occhiate incuriosite, sorrise loro e prese un bicchiere dalla penisola , doveva sembrare un invitata.
Uscì dalla cucina che era nella medesima posizione della sua e in un certo senso la casa cambiava ,da lei c'era un enorme salone ,quì invece si trovò davanti un corridoio che sfociava in quella che doveva essere la festa vera e propria e due porte ,una si rivelò essere il bagno,l'altra porta invece provocò un sorriso di vittoria a Elizabeth ,entrò velocemente e si richiuse la porta alle spalle.
Il ripostiglio di casa sua era sotto la scala che portava al piano di sopra mentre questo era in corridoio, meglio, almeno l'aveva trovato subito.
Fece luce con il cellulare e esultò nel vedere il bocchettone dell'allarme antincendio, prese un pezzo di carta dallo scaffale che conteneva detersivi valigie e altre cose e lo accese da un angolo, poi si arrampicò sullo scaffale per arrivare al bocchettone ,in due minuti esatti l'allarme antincendio scattò iniziando a suonare ,Elizabeth scese dallo scaffale e tentò di uscire ma la porta risultava chiusa.
"Maledizione!"
Sentiva le urla di gente che scappava , non poteva certo dare colpi sulla porta ,qualcuno avrebbe potuto chiedere cosa diavolo ci facesse nel ripostiglio.
Restò li in attesa , di sicuro sarebbero arrivati i pompieri, sperava solo che non aprissero anche quella cavolo di porta, ci avrebbe fatto una magra figura, si guardò intorno cercando un modo per nascondersi ma non c'era niente che la potesse aiutare.
Dopo quella che le sembrò un eternità sentì delle voci e prestò attenzione, degli uomini, sicuramente i pompieri, chiedevano a Steve se aveva capito dove era scattato l'allarme.
"Non c'è nessun incendio ragazzi, sicuramente qualche idiota che era alla festa ha voluto fare uno scherzo."
"E questa porta?"
"No quella non si apre la serratura è difettosa,devo cambiarla. Ma di la non c'è assolutamente niente di incendiabile."
Le voci si allontanarono e Elizabeth si diede della stupida, proprio la porta con la serratura difettosa doveva beccare,a quel punto sarebbe andato bene anche il bagno.
Si torturò fino alle tre del mattino, poi si appisolò seduta a terra con le braccia appoggiate alle ginocchia, si era immaginata un sacco di scene con Steve che apriva la porta e la accusava di aver cercato di incendiare la sua casa , oppure di uno sguardo cattivo con cui la investiva chiedendo spiegazioni.
Ma niente era comparabile alla faccia da schiaffi che aveva quando la svegliò verso le sette del mattino.
Le accarezzò i capelli e la chiamò un paio di volte, appena Elizabeth alzò gli occhi vide un ghigno divertito dipingersi sul suo viso.
"Buongiorno principessa, la colazione è pronta."
"Oh mio dio ,lo sapeva? È stato lei a chiudere la porta, difettata un corno."
Steve scoppiò a ridere e le porse una mano per aiutarla ad alzarsi, mano che ovviamente lei rifiutò.
La guardò dall'alto in basso apprezzando il suo pigiama nero di seta.
"La smetta di guardarmi come ..."
"Come?"
Elizabeth fece un cenno della mano e lo spinse lontano da lei per uscire da quel ripostiglio.
"Così come mi sta guardando."
"Sai principessa credo che ormai puoi darmi del tu non credi? Hai dormito in casa mia,mi sembra superfluo continuare a usare il lei."
"Io non la conosco di conseguenza le do del lei. Ora se mi vuole scusare..."
Steve scosse la testa divertito.
"Ah ah tesoro, niente da fare. Tu hai provocato il macello e tu mi aiuti a toglierlo. Quindi ora colazione e dopo pulizie."
La tirò per un braccio fino in cucina e la fece sedere su uno sgabello davanti a una tazza con caffè latte fumante e un piatto pieno di cornetti e ciambelle.
Elizabeth rimase esterrefatta,nessuno si prendeva certe libertà con lei, si alzò di scatto e lo guardò furibonda.
"Come si permette? Nessuno e dico nessuno si deve permettere di toccarmi o obbligarmi a fare qualcosa. Non farò colazione con lei ne tantomeno la aiuterò a ripulire, la casa è sua ed è solo sua la colpa di questo disastro, se mi avesse dato ascolto e avesse abbassato la musica non saremmo di certo arrivati a questo."
Steve la guardava inveire contro di lui mentre con tutta la calma del mondo addentava il secondo cornetto.
"Hai finito? Dio ma da quanto non fai sesso? Sei rigida e dispotica, il tuo uomo non ti soddisfa abbastanza?"
Le parole di Steve le arrivarono come una stoccata, sesso? Non aveva mai fatto sesso in vita sua ,non aveva mai permesso a nessuno di avvicinarsi talmente tanto.
Si irrigidì , alzò il mento e con fare altezzoso uscì da quella casa sbattendo la porta desiderando con tutta se stessa che ci fosse la faccia del vicino dietro quella porta sbattuta.
Il pranzo da sua madre fu la goccia che fece traboccare il vaso di quella giornata infernale, pretendeva che quanto prima la smettesse di giocare a fare la maestrina e si trovasse un buon partito, se Rachel Whitorp che non era bella si sposava perché mai non avrebbe potuto farlo lei?
Giocare a fare la maestrina?
Trovarsi un buon partito?
"Sai una cosa mamma? Credo che questa sia l'ultima domenica che vengo a pranzo da te. Non sono una maestrina, sono laureata in pedagogia e se a te non sta bene il mio lavoro a me non importa. Per quanto riguarda un eventuale uomo al mio fianco non ho nessuna intenzione di prendere marito perché una Rachel Vattelapesca si sposa e io dovrei fare lo stesso per darti modo di vantarti con le tue snobbose amiche!"
"Frank hai sentito come mi ha parlato? Non ti permetto di mancarmi di rispetto."
"Eleanor forse dovresti lasciare che se la sbrighi da sola,ormai è grande e ti ha dimostrato di sapersela cavare. Missy non essere troppo dura con lei."
"Scusa papà. È che non sopporto che tiri fuori sempre lo stesso argomento ,sembra quasi che io non gli stia bene come figlia."
Da sempre Frank era stato il paciere tra madre e figlia, fino ad una certa età Elizabeth aveva sempre obbedito a sua madre nonostante tutti quei 'stai dritta'; 'non appoggiare i gomiti sul tavolo' ;' sii sempre molto educata e aspetta a servirti sempre per ultima' gli stessero parecchio stretti e la lista era lunga e infinita.
Poi si era ribellata e non mancava occasione che la madre la rimproverasse ora per questo ora per quel motivo.
"Non dire sciocchezze Elizabeth, voglio solo il meglio per te. Se solo non ti ostinassi ad andare in giro con quelle squinternate vestite in modo osceno e dozzinale, di sicuro non saresti fuori dai salotti e dalle feste che contano!"
"Adesso basta! Papà potresti riportarmi a casa? Ne ho abbastanza."
Sua madre non si scompose minimamente, continuò a tagliare la carne e a portare alla bocca pezzi piccoli quanto un oliva.
"Eleanor non ti sembra di aver esagerato? È nostra figlia santo cielo e con la tua mania di perfezionismo la stai allontanando."
"Non sono io ad allontanarla, è lei che è capace solo di scappare!"
Per non darla vinta a sua madre Elizabeth si sedette nuovamente e riprese a mangiare parlando solo con suo padre e ignorando la donna che l'aveva messa al mondo.
Finalmente all'imbrunire suo padre le chiese se voleva tornare a casa e lei accettò immediatamente, a quel punto preferiva quell'impiastro del suo vicino e la sua musica assordante e fastidiosa al silenzio che sua madre si ostinava a mantenere.
Salutò suo padre davanti casa e scese dalla macchina , lo salutò con la mano e aspettò che andasse via ,aveva solo voglia di piangere.
Se solo sua madre avesse saputo che schifo faceva l'alta società che tanto le piaceva e vantava, una lacrima le sfuggì mentre infilava la chiave nella toppa.
"Ho capito perché non vuoi uscire con me!"
Elizabeth aprì la porta e si girò a guardarlo ,aveva la faccia stravolta e Steve si pentì di averla presa in giro, gli occhi rossi e il viso bagnato dimostravano che non era al massimo della sua energia.
"Ehi ,che succede? Quell'uomo ti ha fatto del male? "
Si era avvicinato molto, le asciugò una lacrima e tante altre scesero copiose, la prese per mano e la portò in casa ,chiuse la porta e la aiutò a togliere il cappottino che portava.
"Ehi principessa, shhh. Non piangere ,chiunque sia stato non merita le tue lacrime. Vieni quì"
La abbracciò piano ,temeva che potesse respingerlo o che gli si rivoltasse contro, ma non successe niente del genere ,Elizabeth si aggrappò alla felpa che portava e pianse tutte le lacrime che poteva.
La strinse ancora di più lasciando che si sfogasse ,non sapeva molto di lei giusto qualche informazione che era riuscito a carpire alla sua amica e a Jasper, però gli piaceva ,gli piaceva il suo modo si tenergli testa e gli piaceva continuare a farla arrabbiare .
Ma non voleva che stesse male, non quando lui non sapeva cosa dire per farla stare meglio , non voleva che soffrisse ,sentiva una strana sensazione a vederla così vulnerabile e indifesa.
Ci mise parecchio a calmarsi , quando fu in grado di staccarsi da quella felpa si rese conto che era bagnata.
Alzò appena lo sguardo, doveva essere un disastro però nonostante fosse un uomo che non era suo padre si era sentita protetta tra quelle braccia e nonostante lo odiasse per le sue continue feste gli doveva almeno un grazie.
"Io...credo che la felpa si sia bagnata. Mi dispiace."
Steve le sorrise.
"Tranquilla mi basta sapere che non vedrò più i tuoi occhi piangere. E poi se ti dispiace tanto te la lascio così la lavi."
Elizabeth accennò un mezzo sorriso .
"Cosa cosa? Potresti mettere il rewind? Credo di essermi perso il primo sorriso sincero che mi hai rivolto. "
Stava cercando di farla sorridere , forse finalmente era riuscito a farla sciogliere.
Le porse una mano.
"Allora posso avere l'onore di presentarmi e fare la tua conoscenza?"
Elizabeth si asciugò gli occhi e guardò titubante la mano che le veniva porta,se avesse stretto quella mano lui sarebbe stato il primo uomo in assoluto a dire di aver avuto l'onore di averla abbracciata.
Alla fine per fare l'ennesimo dispetto a sua madre strinse quella mano.
"Ok, Mary Elizabeth Preston ,piacere."
Steve le tenne la mano e le sorrise.
"Steve Rogers ,molto lieto di fare la tua conoscenza. Mary Elizabeth eh, come mai le tue amiche ti chiamano Missy?"
Elizabeth si avviò in cucina per prendere un bicchiere d'acqua .
"In realtà è mio padre che mi chiama Missy fin da piccolissima, poi le mie amiche hanno deciso che Mary Elizabeth era troppo altisonante e altezzoso e che non mi rendeva giustizia e hanno iniziato a chiamarmi Missy anche loro."
Steve si appoggiò al bancone della cucina e la guardò .
"Credo che mi piaccia di più Missy e poi adesso sono tuo amico quindi lo userò anche io principessa."
"Ok,credo che vada bene."
"Si però continuerò a tenere il volume alto"
"E io a renderti la vita impossibile finché non capirai che il volume non si tiene così alto."
Scoppiarono a ridere entrambi e rimasero a guardarsi imbarazzati.
"Sul serio va tutto bene?"
"Si va...meglio,grazie."
"Oook allora io vado."
Elizabeth annuì e lo seguì fino alla porta, Steve si girò prima di andare via e le diede un buffetto sul naso.
"Mi raccomando se hai bisogno lancia un sos."
"Ok"
Molto più tardi quella sera Elizabeth ripensò a tutto quello che era accaduto , si era lasciata andare con Steve ,aveva fatto male? Era stato gentile ma cosa nascondeva la sua gentilezza? Era un uomo e gli uomini non facevano mai niente senza un rendiconto.
Dovette ammettere però che nonostante avesse detto che non avrebbe abbassato il volume ,quella sera non si sentiva niente eppure il viavai di gente c'era lo aveva visto prima di andare a dormire.
STAI LEGGENDO
Nessuno è quel che sembra
RomanceNon è tutto oro ciò che luccica. Mary Elizabeth Preston sa che l' unico modo per riuscire a dormire è combattere il problema alla radice . La radice ha forma umana e corrisponde al suo vicino turbolento e odioso che conosce solo festini e musica a p...