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Macchine ,politica, presidente, borsa, cene a base di aragosta , mamma, mamma di qua e mamma di la.
Quel tizio era noioso come una puntata di Beautiful , Eric Forrester credeva di avere sempre venti anni , sposava ridicole donne che avrebbero potuto essere sue nipoti e si parlava solo ed esclusivamente di sesso e potere ,non si capiva la casa di moda che fine avesse fatto.
Le aveva rivolto cinque parole durante tutta la durata della cena ,solo al dolce le aveva chiesto di che cosa si occupava.
"Sono una maestra d'asilo, ho una classe di bambini dai tre ai cinque anni."
"Capisco."
La risposta laconica la lasciò dubbiosa sull'intelligenza già teorica dello stoccafisso.
"Si ma lo fa solo in attesa di un impiego più importante e gratificante."
Cosa?
"Mamma di che diavolo stai parlando? Amo il mio lavoro e non lo cambierò mai. Fattene una ragione."
"Perdonala Paul ,a volte mia figlia ama contrastarmi."
"Sei tu che ti ostini a recriminare."
"Non litigate tra voi, non vi è motivo. Tanto comunque in ogni caso a me i bambini non piacciono. Sono rumorosi e combinano disastri."
"Oh quindi suppongo che tu sia nato così!"
La sua frase voleva essere volutamente offensiva.
A tavola scese un silenzio assordante, sua madre si era stampata un forzato sorriso di circostanza sul viso rivolta allo stoccafisso, quest'ultimo si muoveva a disagio sulla sedia, il generale guardava la moglie con rimprovero e scuoteva la testa mentre Missy ribolliva di rabbia.
Fortuna che quella disastrosa cena ormai era giunta al termine, l'indomani il suo cellulare sarebbe diventato bollente.
Nonostante il suo fermo dissenso lo stoccafisso la accompagnò a casa e continuò imperterrito a raccontarle che la settimana prima le Nasdaq erano salite in cima al mercato e lui aveva avuto la strabiliante fortuna di riuscire ad accaparrarsene qualcuna.
Lungo la strada di casa guardò il suo villino come un oasi nel deserto.
"Eccoci, questa è casa tua?"
"Si."
Missy era fiera di dirlo, e soprattutto era contenta che sua nonna l' avesse lasciata a lei.
Forse sapeva che lei e sua madre non sarebbero mai andate d'accordo, nonna Anne sapeva.
"Non è molto conosciuto questo quartiere, perché non abiti con i tuoi?"
Aveva voglia di stringergli le mani intorno al collo ,come si permetteva?
"A me piace, ti ringrazio per il disturbo. "
"Non preoccuparti nessun disturbo, anzi se ti va una di queste sere potremmo uscire insieme."
Questa poi.
"Mi dispiace Fred ma non capisco niente di borsa e il mio fidanzato è estremamente geloso. Buona serata."
Scese velocemente dalla macchina senza dargli il tempo di ribattere, uscire con lui , pff, neanche morta.
La mattina dopo il telefono iniziò a squillare alle sette in punto, quando vide che era sua madre alzò gli occhi al cielo e lo ignorò .
Di sicuro voleva sapere come era andata quando lo stoccafisso l'aveva accompagnata a casa ,poteva chiamarla all'infinito non avrebbe risposto.
Si preparò per andare a lavoro e si stupì pensando al fatto che avesse dormito , erano già due sere che il suo vicino non faceva baldoria.
Evidentemente si era stancato.
Lasciò sul portico del retro una ciotolina di latte per Luna e andò a lavoro.
"Buongiorno Elizabeth sei raggiante stamattina."
"Ciao Kate ,effettivamente sono contenta oggi. Come sta tua nipote?"
"Bene bene,domani la dimettono."
"Portale i miei saluti."
Charlotte la nipote di Kate era una ragazzina di dodici anni taciturna e schiva, spesso passava dalla zia e si soffermava a giocare un po' con i bambini quando a scuola non entravano.
Missy la trovava simpatica e tra loro si era instaurato un bel rapporto , quando era stata ricoverata d'urgenza per un'appendicite le aveva mandato dei libri da leggere.
Alla pausa merenda controllò il telefono ,le chiamate di sua madre erano arrivate a ventidue, un vero record, lasciò cadere il telefono in borsa e sospirò.
Quando rientrò a casa le chiamate erano cinquantanove da parte di sua madre e una di suo padre.
Scelse di chiamare prima suo padre ,era solo una la chiamata sicuramente era qualcosa di urgente.

'Pronto ,Missy per l'amor
del cielo finalmente.'

' Ciao papà ,che succede?'

'Chiama tua madre prima
che io faccia le valigie e
chieda il divorzio.'

Nessuno è quel che sembraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora