Quando giunsero alla struttura che ospitava sua madre tirò un profondo sospiro e scese dalla macchina seguito da Missy.
"Steve? Che ci facciamo quì?"
Steve si bloccò sui suoi passi e si girò a guardarla.
"Ti avevo detto che volevo portarti in un posto, siamo quì perché mi era sembrata una bella idea farti conoscere mia madre. Anche se lei non si ricorda chi sono. Ma ora non mi sembra più tanto una buona idea ,anzi direi che è meglio andare via."
Missy non capiva ,era diventato taciturno e scostante .
"Perché? Mi piacerebbe molto conoscerla. "
Lo prese per mano e si avviarono all'interno della struttura.
Una donna di una trentina d'anni con il camice bianco e lunghi capelli biondi li accolse con un grande sorriso rivolto interamente a Steve.
"Buongiorno Steve ,sei venuto a trovare tua madre?"
"Buongiorno Gladis ,si posso vederla?"
"Certamente ,ogni volta che vuoi. L'ultima volta purtroppo era troppo nervosa ed è stato meglio tenerla al sicuro e lontana da tutti ma oggi è calma. Vuoi che ti accompagni?"
"No grazie conosco la strada."
Missy odiava quella bionda ossigenata tutta curve, mancava solo che si spogliasse e lo pregasse di sbatterla in corridoio.
Questo pensiero la fece bloccare nel bel mezzo del corridoio che stavano percorrendo.
Era gelosa.
Era gelosa di Steve. Steve era suo e nessuna doveva mettergli gli occhi addosso.
"Che c'è hai improvvisamente cambiato idea?"
Scosse la testa e gli prese nuovamente la mano.
"No. Andiamo."
La stanza era spoglia e asettica ,tutto bianco una sola finestra , un letto un tavolino e due sedie di plastica.
Una donna con i capelli biondi legati a coda sedeva su una delle sedie e continuava a dondolarsi mentre mormorava parole sconnesse.
Steve si avvicinò e le diede un bacio tra i capelli reprimendo un groppo alla gola.
"Ciao mamma ,sono io Steve."
La donna alzò lo sguardo e Missy rimase scioccata dalla forte somiglianza tra i due.
"Ciao. Chi sei?"
"Sono Steve, tuo figlio. "
"Ciao io sono Marge tu chi sei?"
Steve aveva già la pazienza al limite , c'erano giorni in cui sua madre lo riconosceva e giorni come quello in cui si ricordava solo il suo nome.
Strinse la mano di Missy che ricambiò la stretta per confortarlo.
"Posso sedere accanto a lei?"
La richiesta di Missy parve strana a Steve ma spostò la sedia e la fece accomodare.
"Ciao io sono Marge tu chi sei"
Missy prese la mano della donna e la strinse tra le sue reprimendo le lacrime.
"Ciao Marge,io sono Missy."
"Missy?"
"Si."
La donna sorrise e guardò Steve.
"Si chiama Missy. "
Steve annuì.
"È bella. Sei bella. Io sono Marge, tu chi sei?"
"Sono Missy, ti va di fare un disegno?"
La donna batté le mani contenta sotto lo sguardo meravigliato di Steve.
"Ecco tieni ,questo lo disegni tu e questo lo disegno io va bene?"
Marge annuì con gli occhi fissi sulla scatola dei colori.
"Marge cosa vuoi disegnare?"
"Fiori"
Steve osservò sua madre che disegnava contenta come una bambina e si chiese quale strano potere avesse quella creatura che amava più di chiunque al mondo.
Missy lo guardò di sottecchi e prese a disegnare un prato fiorito.
Ad un certo punto Marge si fermò e guardò Missy, le prese una mano e la strinse forte.
"Ciao io sono Marge tu chi sei? Conosci Melody?"
Missy guardò prima Steve poi sua madre.
Steve nel sentire il nome della sorella era scattato sull'attenti, non l'aveva mai nominata.
"Conosci Melody?"
"Io...no mi dispiace. Tu la conosci? Ti va di parlarmi di lei?"
La donna sorrise felice e il suo sorriso ricordò a Missy cosa l'aveva colpita di Steve.
"Melody è bella, è una ballerina. Ha il tutù e le scarpette. Mi disegni una ballerina?"
Missy acconsentì ,prese un nuovo foglio e disegnò una ballerina con il tutù e le scarpette .
Seguendo le indicazioni di Steve e Marge la fece il più somigliante possibile.
"È lei."
Le parole di Steve fecero girare sua madre verso di lui che lo guardò stupita.
"Io sono Marge ,lei è Missy e questa ,questa è Melody una mia amica. Tu la conosci? Chi sei?"
Sulla guancia di Missy scese una lacrima che si affrettò ad asciugare .
"Sono Steve, e Melody era mia sorella."
La donna iniziò nuovamente a dondolarsi e mormorare parole sconnesse.
Era finito l'orario di visite .
Prima di andare via Missy ripose i colori nella scatola e allineò i disegni davanti a Marge che li guardò e smise di dondolarsi.
"Me li regali?"
"Certo sono tuoi. Vuoi che te li appendo vicino al letto?"
Al cenno di consenso della donna rovistò nella borsa in cerca di nastro adesivo e attaccò i disegni al muro.
Quando uscirono dalla struttura Steve era silenzioso, Missy gli prese una mano e lo costrinse a fermarsi.
"Mi dispiace. Deve essere dura stare al suo fianco e vederla in quello stato."
Gli asciugò una lacrima e lo abbracciò forte.
Poi gli prese il viso tra le mani e lo baciò dolcemente .
Steve riuscì a rilassarsi , ogni volta che vedeva la situazione in cui versava sua madre usciva da lì demoralizzato e arrabbiato.
Stavolta era stato anche peggio perché aveva mostrato a Missy quello che restava della sua famiglia ,aveva temuto in un suo giudizio ma lei lo aveva sorpreso.
Aveva chiacchierato con sua madre come se la conoscesse da sempre e ora stava consolando lui con , se non fosse che lei non glielo aveva mai detto ,avrebbe potuto dire amore.
"Questo per chi era?"
Missy lo guardò stranita.
"Che cosa?"
"Questa volta mi hai baciato a beneficio di chi?"
Missy gli sorrise e lo baciò di nuovo.
"Per me. Perché lo volevo e perché ne sentivo il bisogno. Andiamo a casa?"
Steve annuì contento.
Durante il ritorno a casa affrontarono il discorso della madre , lui voleva portarla via da lì ,gli sembrava che non facesse alcun progresso, ma Gladis era contraria .
Missy fece una smorfia per quanto quella donna le stava sullo stomaco dovette ammettere che non aveva torto.
Steve doveva andare a lavoro ,non poteva lasciare sua madre sola in casa,tanto più che lei neanche lo riconosceva.
Gli propose di andare a trovarla più spesso ,magari vedendolo più volte lo avrebbe ricordato.
Steve le chiese di accompagnarlo e lei accettò con gioia.
Quando arrivarono dai suoi genitori si fermarono per cena e Missy apprese con stupore la notizia che Clarence voleva tenere uno dei gattini e sua madre era d'accordo.
"Mamma ne sei sicura? Non è che poi inizierai a dare di matto perché non sopporti un animale in casa?"
"Certo che ne sono sicura ,vedi che musetto che ha? Con Clarence abbiamo deciso di chiamarlo Napoleone."
Missy la guardò sbigottita mentre suo padre e Steve se la ridevano sotto i baffi.
"Napoleone? Non sarebbe meglio un nome più da gatto? Che ne so Birba, Butch, Jin!"
Sua madre prese il gattino e se lo mise in grembo.
"No. Napoleone , sarà un grande puttaniere come il suo predecessore."
Missy si coprì gli occhi con una mano, quando sua madre prendeva una decisione era irremovibile,certe cose non cambiavano mai.
"Principessa che ne dici di portare i gattini a Luna? Ho bisogno di fare una doccia."
Missy avvampò al ricordo della doccia condivisa con lui.
Si congedarono dai suoi e andarono a casa .
Purtroppo Steve aveva abbassato un po' troppo la guardia ,non si rese conto dell'auto che iniziò a seguirli appena fuori dal cancello della villa e che si appostò dall'altro lato della strada a poco più di venti metri da casa di Missy.
Brad li osservò scendere e prendere una scatola dal sedile posteriore e poi entrare in casa.
"Quindi caro il mio Sheldon ti sbatti la piccola Preston. Che stupido ecco perché il suo viso non mi era nuovo ,la mia preda migliore è sempre stata sotto i miei occhi. "
La sua risata malefica risuonò nell'abitacolo , nessuno si prendeva gioco di Bradley Smith.
Compose un numero di telefono e attese in linea , doveva assolutamente incontrare faccia a faccia la cara Elizabeth e solo una persona poteva fare in modo che questo accadesse.
"Tra dieci minuti al solito posto."
Anche Steve ricevette una telefonata e quello che gli fu riferito non gli piacque affatto , una berlina scura era stata vista aggirarsi spesso vicino casa di Missy.
Questo voleva dire solo una cosa, Missy era in pericolo.
"Principessa devo uscire , ritornerò presto . Chiuditi in casa e non aprire a nessuno intesi?"
Missy lo guardò preoccupata.
"Che succede Steve?"
"Niente di cui tu debba preoccuparti. Fa come ti ho detto, quando tutta questa storia sarà finita non avrai più problemi. Per adesso devi solo lasciarmi fare ok?"
"Va bene ma mi stai spaventando. "
Steve si portò due dita a stringere la sommità del naso all'altezza degli occhi, certe giornate non era opportuno che sorgessero.
"Missy ti prego. Fa come ti ho detto. Tornerò prima possibile."
Prese le chiavi e uscì come un fulmine , chiamò Fischer e gli chiese se fosse al corrente delle ultime novità.
Nel contempo il cellulare su cui lo contattava Smith iniziò a suonare ,gli lanciò un occhiata furtiva e lasciò Fischer in attesa.
Rispose a Smith.
Un incontro improvviso ,senza alcun preavviso o motivo non era lecito.
Riprese la chiamata con Fischer e gli disse di allertare i suoi perché la chiamata di Smith solo a lui era strana.
Per quale motivo Fischer non era stato avvisato?
Cosa c'era sotto?
Chiamò Frank e gli disse di maggiorare la sorveglianza a casa di Missy perché c'era qualcosa che non andava.
Si presentò al suo comando per parlare con i suoi superiori, aveva bisogno di più uomini.
Poi tornò a casa sua a cambiarsi , gettò un occhiata verso casa di Missy e tutto era al buio, sperò di riuscire a tornare prima che iniziasse ad albeggiare, voleva svegliarla a modo suo .
Appena tutto fosse finito avrebbe espresso nuovamente i suoi sentimenti , aveva bisogno di lei e voleva capire quale ruolo ricopriva nella sua vita.
Con il pic up scassato raggiunse il vecchio deposito ,prese la pistola dal cruscotto e scese lentamente guardandosi intorno.
Infilò la pistola sotto la maglia e prestò attenzione a ciò che lo circondava, ogni cosa era esattamente al solito posto .
Nessuna auto ,nessun altro oltre lui.
Entrò piano nel grande fabbricato stando attento a non fare rumore, fino a quel momento tutto era fin troppo tranquillo e questo non era nella normalità.
Mezz'ora dopo aveva girato in lungo e largo nel deposito,non c'era anima viva.
Perché Smith l'aveva chiamato con urgenza?
In quel momento il telefono personale vibrò per l'arrivo di un sms.
Quando lo aprì gli si gelò il sangue nelle vene, era Missy.
Era più che certa che in casa ci fosse qualcuno.
"Merda, quel figlio di puttana!"
Digitò velocemente una risposta , 'NASCONDITI' ,mise il telefono in tasca e corse fuori.
Doveva raggiungerla prima possibile.
Purtroppo però fuori vicino al suo pic up lo attendeva il suo peggior incubo, Matters .
Quel maledetto armadio voleva intralciargli la strada ,le altre volte lo aveva lasciato fare ma stavolta non aveva tempo da perdere con lui.
Gli si avventò addosso colpendolo dritto al naso.
"Questo non dovevi farlo! Ti schiaccerò come un pidocchio."
Steve fece un ghigno.
"Spiacente amico ma la mia fidanzata in questo momento ha la priorità. Però ho chiamato un amico magari puoi divertirti con lui. "
Gli indicò qualcuno alle sue spalle e sorrise a Fischer.
"Però prima di andare voglio dirti una cosa."
Gli diede un calcio assestato ai gioielli che lo fece piegare in due , lo prese per il bavero della camicia e lo guardò dritto negli occhi.
"Nessuna possibilità di patteggiamento per te bastardo. "
"Sei uno sbirro?"
"Indovinato. "
Steve lo scansò per risalire in auto ma quello lo fermò di nuovo.
"Aspetta amico,io posso dirti parecchie cose. Ma devi aiutarmi."
Steve gli diede uno scossone e lo allontanò da se.
"Vedila con lui, poi magari ne riparliamo. Ma non ti prometto niente. Sai chi è il giudice che si occuperà del tuo caso? Fletcher Collins , vedo che il suo nome non ti è nuovo. Se riesci a scappare alle grinfie del mio amico potresti essere fortunato,in caso contrario ti spetta il braccio della morte. Addio."
Lanciò un occhiata a Fischer che si stava avvicinando e partì a tavoletta verso casa della sua principessa.
Smith doveva provare anche solo a sfiorarla con un dito e lo avrebbe ammazzato su due piedi.
Aveva allertato Fischer per farsi raggiungere al deposito e aveva fatto bene , altrimenti starebbe ancora picchiando Matters o ascoltando tutto quello che aveva da dirgli in cerca di patteggiamento che non avrebbe mai avuto.
Per colpa sua l'unica figlia del giudice Collins era finita sul tavolo dell'obitorio a soli sedici anni, l'aveva rapita e violentata per obbligare il giudice a liberare suo fratello dalla pena di morte.
Purtroppo il giudice non aveva potuto fare nulla , il caso non era stato affidato a lui e anche volendo non avrebbe potuto fare granché per l'uomo che era entrato in banca e sparato a raffica sui presenti mietendo molte vittime.
Quando avevano fatto ricerche su di lui il capitano O-Bannion era stato chiaro, Matters deve restare vivo ,potete ammaccarlo ma il giudice lo vuole vivo.
A Fischer l'onore di ammaccarlo e portarlo dentro.
Lui aveva ben altro a cui pensare.
Frenò davanti casa di Missy proprio dietro alla berlina nera e fece un cenno all'uomo che se ne stava al di là della strada.
Gli andò incontro.
"Sera Steve. "
"Hai visto chi è entrato?"
"Nessuno."
"Impossibile ,la mia fidanzata ha sentito dei rumori in casa."
"Steve da quì non è entrato nessuno, un uomo è sceso dalla macchina ma è andato da quella parte ,da lì la strada inizia a scendere quindi non so dove è andato."
"Senti io devo entrare ,coprimi le spalle ."
"Ok ,ci sono."
Altri tre uomini comparvero da dietro macchine parcheggiate su entrambi i lati della strada.
Steve fece loro segno di seguirlo e entrò dal retro.
Setacciò il salone e mise due uomini a guardia delle due entrate.
Uno lo mandò di sopra mentre lui andò nel ripostiglio per raggiungere la cantina, qualcosa gli diceva che Missy era laggiù.
Scese piano le scale al buio per evitare di manifestare la sua presenza.
Purtroppo Smith aveva trovato Missy e la teneva sotto tiro mentre la costringeva a spogliarsi .
"Ti ho cercata a lungo e sei sempre stata sotto ai miei occhi. Avanti via quella canottiera dolcezza."
Missy continuava a piangere e tremare .
"I..io n.no...non..po.po..posso"
Smith sparò un colpo per intimorirla.
Missy lanciò un urlo e si inginocchiò a terra tra le lacrime soffocando la voglia di vomitare che aveva.
Aveva avvisato Steve di aver sentito rumore in casa , quando lui gli aveva intimato di nascondersi era sgattaiolata nella stanza degli ospiti infilandosi dietro la porta.
Dallo spiraglio aveva visto il profilo di Smith e si era tappata la bocca per non farsi sentire.
Era silenziosamente riuscita a uscire dalla stanza e raggiungere il piano terra, poteva uscire o nascondersi in cantina.
Ma non sapeva chi poteva trovare fuori ,era corsa in cantina e si era nascosta sotto la scala dietro i vecchi scatoloni sperando che lui non la raggiungesse e Steve arrivasse quanto prima.
Purtroppo qualcosa era andato storto Brad l'aveva trovata praticamente subito , l'aveva strattonata e minacciata di ucciderla se non si fosse spogliata di ogni indumento.
Non sopportava i suoi occhi addosso ,aveva perso il conto dei colpi esplosi a pochi centimetri della sua testa che l'avevano destabilizzata e non sapeva se aveva più timore di essere violentata nuovamente o uccisa da un colpo .
Steve saltò oltre il passamano e finì sulle spalle di Smith che sorpreso fece partire un colpo che prese Missy di striscio sul braccio.
Presero a lottare scontrando calci pugni e colpi di testa.
"Non dovevi azzardarti a venire qui figlio di puttana!"
Gli assestò un calcio nello stomaco.
"E tu a quest'ora saresti dovuto essere morto."
Cercò di raggiungere la pistola ma Steve fu più svelto e lo prese per il collo.
"Spiacente di averti deluso!"
Smith riuscì a liberarsi e raggiungere la pistola.
"Si dice che se vuoi una cosa fatta bene devi farla da solo "
Ripresero la colluttazione , Steve non poteva permettere che riuscisse a fargli saltare il cervello o qualche altra parte del corpo ,avrebbe avuto libero arbitrio su Missy.
Lanciò un occhiata al corpo riverso a terra nel sangue e gli si gelò il sangue nelle vene , era ferita e svenuta.
Prese la sua pistola e la puntò alla testa di Smith .
"Adesso basta bastardo,siamo alla resa dei conti. Hai fatto un bel pò di sbagli ,ma i più grandi sono stati mettere le tue luride mani su di lei e su mia sorella Melody. Cos'è ti piace talmente tanto scopare che devi per forza stuprarle? Altrimenti non ti si fila nessuna?"
Smith gli puntò la pistola allo stomaco e fece una risata subdola e sinistra.
"Melody? Era tua sorella? Non sai quanti verdoni mi ha fruttato la sua aria innocente e verginale. Tutti la volevano, per quanto riguarda lei è stata la mia più grande scopata, aveva solo tredici anni ed era così piccola e delicata. L'ho avuta per primo, l'ho fottuta per bene."
Scoppiò a ridere e premette il grilletto.
Steve sentì un dolore lancinante e un fuoco trapassargli lo stomaco e la schiena.
La risata di scherno di Smith durò appena pochi secondi la pallottola della pistola di Steve gli spappolò il cervello.
Lo guardò accasciarsi a terra e con la mano premuta sullo stomaco si avvicinò a Missy.
Doveva assicurarsi che stesse bene ma non riuscì a toccarla , perse i sensi vicino al suo corpo inerme.
Gli uomini corsero giù e allertarono i soccorsi.
Le ambulanze arrivarono dopo pochi minuti insieme al padre di Missy che si gettò sul corpo di sua figlia per scuoterla e capire se fosse ancora viva.
Il personale medico lo allontanò e si apprestarono a dare loro le prime cure, per Missy si trattava di una ferita superficiale , le condizioni di Steve erano molto critiche.
Furono portati in ospedali diversi perché Steve aveva bisogno di un determinato intervento.
Si sarebbe risvegliata sola , perché la vita a volte ti sorride e spesso ti volta le spalle.
Era riuscita ad essere felice per pochi brevi istanti della sua vita e non era riuscita a dire a Steve quanto lo amasse ,poteva il destino essere così ingiusto?
STAI LEGGENDO
Nessuno è quel che sembra
RomanceNon è tutto oro ciò che luccica. Mary Elizabeth Preston sa che l' unico modo per riuscire a dormire è combattere il problema alla radice . La radice ha forma umana e corrisponde al suo vicino turbolento e odioso che conosce solo festini e musica a p...