"Stupida ragazzina cresciuta tra agi e lusso, pensi di sapere tutto della vita ma non sai un cazzo. Te ne stai trincerata tra le tue quattro mura e te ne freghi di ciò che accade fuori. Non sai che mondo di merda c'è fuori ,un mondo che non ti ha mai sfiorato perché sei peggio di un iceberg. Sciocca bambina viziata ...maledizione!"
Sfondò la porta di casa e iniziò a gettare tutto per aria, lei non poteva sapere il motivo per il quale aveva bevuto .
Ma si ergeva a giudice ed emetteva sentenze e giudizi, chi era per dirgli che non si affrontavano i problemi con l'alcool.
Andò a fare una doccia per scaricare la tensione.
Non era del tutto arrabbiato con lei, in fondo lo aveva aiutato e si era presa cura di lui per ben due volte, solo che le parole che aveva usato lo avevano colpito come un coltello affondando nelle viscere del suo essere e trovando il punto dolente del suo io interiore.
Quello che ancora piangeva sua sorella e che andava a trovare sua madre nel reparto di igiene mentale dove era ricoverata da tre anni.
Quando Melody si era uccisa ,non aveva retto ed era impazzita.
Solo lui sapeva il perché del gesto estremo di Melody e non poteva dirlo a nessuno ne tantomeno a sua madre che continuava a piangere per la sua bambina.
Ma presto avrebbe messo la parola fine al dolore che rischiava di farlo impazzire, presto Bradley Smith avrebbe scontato tutto il male che aveva procurato alla sua famiglia.Missy non aveva la minima idea di quanto tempo era rimasta seduta sul pavimento freddo della cucina ,teneva lo sguardo fisso sulla vetrata del giardino e si dondolava tenendo le gambe strette al petto.
Quando finalmente riuscì a smettere di piangere l'ora di pranzo era passata da un pezzo e non aveva neanche appetito.
Aveva sbagliato, gli aveva permesso di entrare nella sua vita , lei stava bene da sola non aveva bisogno di nessuno.
Queste erano le frasi che continuò a ripetersi per le due settimane successive .
Rimaneva rintanata in casa ,usciva solo per andare a lavoro ,aveva evitato sia le uscite con le amiche che i pranzi dai suoi.
Si era trincerata dietro a infallibili scuse ed era tornata a fare la vita dei primi anni di liceo.
Evitava anche di alzare lo sguardo verso la casa accanto , non aveva più visto Steve e non aveva intenzione di vederlo, ogni sera la baldoria cominciava alle dieci e finiva verso le tre del mattino ma mai una volta si era azzardata ad andare a pretendere di abbassare il volume.
Tanto comunque non riusciva a chiudere occhio ugualmente, aveva delle occhiaie da far paura a Lurch Addams ed era dimagrita .
Fortunatamente sua madre era impegnata con i preparativi dei pranzi e delle cene del centro sociale, del club del golf e della canasta, quindi non la assillava con i suoi continui improperi sull'abbigliamento ,sulla compagnia e sul fatto di essere nata.
Steve d'altra parte non stava messo meglio , non riusciva a fare a meno di tenere la musica talmente alta che era impossibile sopportarla anche per lui ,ogni tanto gettava bottiglie e bicchieri nel giardino accanto ,ma sembrava che fosse immune a tutto quello che lui combinava.
Eppure la stava istigando in tutti i modi possibili ma neanche una volta si era presentata alla sua porta con il suo cipiglio che lui tanto adorava.
Aveva mandato tutto a puttane con lei, era riuscito a smontare mattone dopo mattone la trincea dietro la quale si nascondeva e poi per una cazzata lui stesso aveva fatto in modo che si trincerasse nuovamente dietro a quel muro insormontabile.
Fu solo per puro caso che riuscì a vederla due giorni prima delle vacanze di Natale ,stava mettendo in macchina uno scatolone enorme e sembrava quasi che non avesse la forza di sollevarlo.
Steve si avvicinò piano con le mani in tasca , per timore di vederla scappare ma quando si girò verso di lui rimase esterrefatto , aveva le guance solcate gli occhi viola e sembrava quasi che stesse aspettando la morte.
"Ciao "
Missy lo guardò a malapena, fece il giro della macchina e salì senza rispondere.
Steve la guardò andare via e si maledì più volte.
Lo guardò nello specchietto retrovisore , e scacciò il senso di colpa che le era salito in gola .
Stava cercando di tornare ad essere se stessa con non poche difficoltà e trovarselo di fronte era stato destabilizzante.
Non capiva il legame che la teneva ancorata a lui ma doveva riuscire a tagliarlo, perché gli uomini non servivano.
A scuola cercò di prendere parte ai giochi che facevano i bambini ,gli ultimi giorni da sempre li dedicavano a giochi ,recite e canti.
Ma l'aria di festa che si respirava sia a scuola che in giro per la città non la toccava minimamente.
Non aveva neanche fatto l'albero di natale , di solito le piaceva ogni anno addobbarlo insieme a suo padre ma non era dell'umore giusto.
Inoltre bisognava comprarlo, nonna Anne aveva buttato via il suo perché diceva che si ricordava gli anni della guerra .
Non usciva da tempo memorabile , le Chris erano partite per la montagna e Cass andava a passare il natale dai suoi ,quindi poteva dire di avere una vita sociale davvero piena.
Quando tornò a casa trovò Steve seduto sui gradini che la aspettava, storse il naso,non aveva alcuna voglia di parlare con lui.
Scese dalla macchina e prese lo scatolone che aveva portato con se qualche ora prima , chiuse la portiera e si avviò verso l'ingresso senza sollevare lo sguardo.
Oltrepassò Steve e cercò di aprire la porta tenendo la scatola in bilico, ma non ci riuscì , odiava ammetterlo ma avrebbe preferito che lui non ci fosse.
"Aspetta ti aiuto."
Prima che potesse rifiutare le aveva tolto la scatola dalle braccia lasciandole il modo di aprire la porta.
Quando aprì la porta rimase a bocca aperta , un enorme albero di natale occupava il centro del salone.
"Spero adori il natale quanto lo adoro io, scusami se sono entrato in casa senza permesso io.."
Missy aveva gli occhi pieni di lacrime, mai nessuno aveva fatto una cosa simile per lei, un po' perché non lo aveva permesso a nessuno un po' perché in realtà non c'era mai stato nessuno che potesse farlo.
Si avvicinò all'albero e ne toccò la punta dei rami , era vero ed emanava un buon profumo.
Steve la guardava aspettando una qualsiasi reazione, in fondo si erano gridati contro e come se non bastasse le era anche entrato in casa come un ladro.
"Ti piace? Ti prego di qualcosa. Insultami ,sgridami ,fa quello che vuoi ma rivoglio la mia principessa. "
Missy si asciugò le lacrime .
Non poteva ridargli indietro la Missy che aveva conosciuto perché al momento non la trovava neanche lei.
"È bellissimo grazie."
Steve si avvicinò piano e la prese per un braccio facendola voltare verso di lui, le alzò il viso e si perse in quegli occhi nocciola arrossati dal pianto.
"Perdonami, non volevo dirti quelle cose che ti ho detto."
Missy abbozzò un mezzo sorriso che non arrivò agli occhi.
"Non importa , hai detto solo la verità ; anche io ti devo le mie scuse ."
Steve scosse la testa.
"No , non è affatto vero. Tu non sei così ,sei la persona più determinata e cocciuta che io abbia mai incontrato ma sei anche dolce e gentile e soprattutto non hai niente a che spartire con tua madre a parte il legame di sangue e tuo padre. Se penso che abbiamo litigato solo per un gatto mi sento un vero imbecille. Anzi te lo regalo pure,tanto a me non ha mai dato retta."
Missy distolse lo sguardo dagli occhi neri di Steve, erano realmente dispiaciuti e chiedevano perdono.
Ma non aveva nulla da farsi perdonare , si che entrambi avevano esagerato con le parole ma tutti e due sapevano che in fondo si erano gettati addosso solo la verità.
"Io penso di doverti dire grazie, ma in realtà è da un paio di giorni che non vedo Luna. Può darsi che abbia più proprietari. "
Steve la guardava con attenzione , evitava il suo sguardo e gli parlava come se fosse estranea a tutto quello che la circondava.
"Posso abbracciarti?"
Missy si irrigidì , no, questo proprio non poteva accettarlo.
Si allontanò di scatto e si strinse le braccia intorno al busto.
"Non credo sia il caso. Ti prego voglio restare sola."
Steve incassò il colpo e anche se l'unica cosa che voleva era scuoterla e farla ritornare come prima non poté fare altro che annuire e uscire da quella casa.
Cosa le era successo in passato da ridurla in quello stato?
Era fragile e sembrava dovesse spezzarsi da un momento all'altro.
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Nessuno è quel che sembra
RomanceNon è tutto oro ciò che luccica. Mary Elizabeth Preston sa che l' unico modo per riuscire a dormire è combattere il problema alla radice . La radice ha forma umana e corrisponde al suo vicino turbolento e odioso che conosce solo festini e musica a p...