Si guardava intorno senza capire dove si trovava, era tutto bianco e grigio ,ma il grigio era lontano dal bianco come se fosse spinto via da tutto il bianco che c'era.
Niente mobili, niente persone, niente suoni,niente di niente.
Dove si trovava? E perché indossava una maglietta che le stava larga?
Di chi era la maglietta?
Sentì una voce che la chiamava,u na voce maschile, era suo padre?
No, non riconosceva quella voce come quella di suo padre, allora chi era che la chiamava costantemente e la pregava di tornare?
Ma tornare da dove?
Provò a dire qualcosa ma la voce non usciva.
Erano due giorni che Steve se ne stava accanto a lei, non si era spostato di un millimetro, non aveva mangiato e non aveva chiuso occhio. Aveva la barba lunga e un fottuto bisogno di fare una doccia ma non si mosse da lì. Era preoccupato, Missy non dava segno di volersi svegliare ,che fosse stato troppo il tranquillante?
La chiamava di continuo sperando che aprisse i suoi occhi nocciola e gli dicesse che andava tutto bene ,che non era successo nulla e che potevano andare a fare colazione.
Missy si svegliò solo a pomeriggio inoltrato ,Steve si era appisolato con la testa sulla sua pancia e non poteva alzarsi senza svegliarlo.
"Steve"
Lo chiamò dolcemente più volte ,quando realizzò che si era svegliata saltò sul letto e la strinse forte a se.
Missy si lasciò abbracciare , sentiva di aver bisogno di quell'abbraccio ,era come se avesse dormito per tanto tempo e sentiva uno strano stato di angoscia che le opprimeva il petto.
"Steve ,ho sete."
Finalmente Steve la lasciò andare a malincuore e le porse un bicchiere di acqua .
"Come ti senti?"
"Come se avessi fatto un lungo viaggio, ma ho visto solo tanto bianco. Che cosa è successo?"
Steve si passò una mano sul viso, possibile che non ricordasse nulla?
" Principessa non ricordi niente? "
" Cosa dovrei ricordare Steve?"
"Missy che cosa ricordi?"
Le domande che le rivolgeva erano alquanto strane , spostò lo sguardo altrove e vide il piede fasciato.
"Che cosa è successo al mio piede?"
"Sembra che tu abbia qualche problema con i bicchieri. Hai rotto un bicchiere e ti sei tagliata."
Missy sorrise ,era un pò distratta ultimamente, lo guardò e gli sorrise ma quando fece per spostarlo e alzarsi notò i graffi sulle braccia di Steve.
"Oh mio dio. Io...sono stata io?"
Passava le dita su quei segni in modo frenetico , voleva che sparissero. Lei non era violenta per quale motivo aveva ridotto così Steve.
"Ehi ehi , principessa guardami. Tra un paio di giorni non ci saranno più, non fanno male non preoccuparti. Ti va di scendere giù e mangiare qualcosa?"
Missy annuì a malapena.
Si lasciò prendere in braccio e portare giù in cucina.
Steve le mise davanti un hamburger e un piatto di patatine fritte ,aveva chiamato il locale che chiamava di solito e si era fatto consegnare degli hamburger.
Li aveva riscaldati e anche se non erano il massimo osservò Missy che lo mangiava in modo distratto.
"Steve "
"Dimmi "
"Che cosa è successo?"
Steve sospirò pesantemente, era giusto che sapesse. Doveva dirle che era stata fuori gioco per due giorni e che tutto era successo perché aveva visto Smith.
"Missy non voglio che stai di nuovo male. "
"Steve ho bisogno di sapere, ti ho fatto del male e voglio capire perché."
"Ascolta io non so cosa ti è successo in passato ,vorrei tanto che tu riuscissi ad aprirti con me e"
Missy lo interruppe , non voleva essere messa in analisi.
"Questo è irrilevante, voglio solo sapere che cosa è successo. "
"Principessa non posso correre nuovamente il rischio che tu dia di matto ancora una volta. Abbiamo dovuto sedarti e non è stato facile starti a fianco senza poter fare nulla. Mi dispiace ma ci tengo troppo a te per vederti in quello stato."
Sedata.
L'avevano sedata. Perché?
Steve ci teneva a lei.
Poteva fidarsi?
Doveva raccontargli tutto? Era capace?
Non voleva tornare da uno psicologo , questa volta temeva di non farcela.
"Quanto ci tieni a me Steve?"
"Prometti di non uccidermi se faccio una cosa?"
Lo osservò alzarsi e raggiungerla lentamente ,la prese quasi di peso e la tirò su come fosse una bambola di pezza.
Fece appena in tempo a guardarlo negli occhi prima che si impadronisse della sua bocca .
Le torturò le labbra con dolcezza, mordendo piano il labbro inferiore lasciando il tempo di abituarsi al suo tocco.
In realtà voleva sentirla fremere come fremeva lui, aveva il cuore che batteva all'impazzata e stava cercando di mantenere la calma in quel bacio,mentre avrebbe voluto assorbire tutto di lei.
Missy lo lasciò fare ma non riuscì a dargli il modo di approfondire quel bacio, si staccò impaurita e con le pulsazioni cardiache al massimo.
Si allontanò di scatto e si portò una mano alla bocca.
"Mi dispiace ,ma non posso. Non ci riesco."
"Sshhh sta calma,non preoccuparti va tutto bene. "
Cercò di abbracciarla ma si scansò infastidita, lui non capiva come si sentiva lei in quel momento.
"Tu non capisci Steve. Io non posso. Dio solo sa quanto mi piacerebbe per una volta provare a lasciarmi andare, di sentire il mio cuore galoppare come una mandria impazzita. Anche io vorrei tanto provare l'emozione di vivere un rapporto d'amore. E dio solo sa quanto mi dispiace doverti fare del male ma tu non sai e non puoi capire. Nessuno può. "
Steve sentiva che stava iniziando a demolire le sue difese , doveva aspettare che fosse sicura e decisa a cominciare a vivere.
Ma se lui non la aiutava non avrebbe mai risalito la corrente, anziché nuotare lei si lasciava trascinare via e lui non poteva permetterlo.
Era diventata troppo importante.
"Aiutami a capire principessa, aiutami a farti superare le tue paure ,condividi con me il peso che porti sulle spalle. Fammi conoscere l'altra metà della Missy rinchiusa in una cassaforte blindata. Ti prego non chiudermi fuori dai tuoi giorni e dalla tua vita. Voglio viverti."
Missy lo guardò con occhi stanchi , forse lui davvero poteva aiutarla a uscire dalla teca in cui si era rintanata .
Ma lei sarebbe riuscita a fargli conoscere la realtà che la opprimeva?
E se lui l'avesse lasciata sola come avrebbe fatto stavolta a rialzarsi?
"Devo andare a casa."
"No. Non voglio. Resta quì con me. "
Missy sospirò pesantemente.
"Steve devo andare,ho bisogno di fare una doccia e cambiarmi. Ti prego ."
Nonostante non fosse assolutamente d'accordo a malincuore la accompagnò alla sua porta strappandole la promessa di non muoversi da sola per nessun motivo.
Rimasta sola Missy si rintanò di sopra nella doccia e lasciò che l'acqua bollente scorresse sulla sua pelle arrossandola .
Ripensò alle parole di Steve, 'Voglio viverti'.
Non era quello che voleva dimostrare agli altri, Steve era un ragazzo dolce e gentile ,che si preoccupava per lei e voleva aiutarla a uscire da una vita che si limitava a vivere da comparsa e non da protagonista.
Non c'era cattiveria nei suoi occhi, ma solo una immensa disponibilità e qualcos'altro che non riusciva a definire.
Poteva fargli conoscere la vera Mary Elizabeth Preston?
Sarebbe stata capace di fargli percorrere le tappe più delicate e pesanti della sua vita che l'avevano segnata profondamente?
Ricordava perfettamente chi aveva visto in casa di Steve, gli aveva detto di non ricordare per non dargli pensieri ,per quale motivo era in contatto con lui? Perché lo conosceva?
Anche Steve aveva qualche scheletro nell'armadio e se voleva scoprire i suoi allora lei avrebbe dovuto aiutarlo ad aprire il suo di armadio.
Con una nuova consapevolezza uscì dalla doccia,si asciugò i capelli e si vestì .
Mise del cibo in scatola nella ciotola di Luna e chiuse tutto, non sapeva come ma quella gatta trovava sempre il modo di entrare e mangiare.
Corse da Steve e suonò incitata il campanello , quando le aprì gli si gettò tra le braccia.
"Spero che non mi giudicherai e che ci sarai anche domani. "
"Ci sarò se tu vorrai principessa."
Gli porse una mano e Steve la guardò con stupore non capendo cosa volesse fare.
"Andiamo a conoscere la vera storia di Elizabeth Preston."
Steve le sorrise e prese quella mano stringendola forte per darle tutto il suo appoggio.
La prima tappa fu casa dei suoi genitori, anche se Steve era meravigliato non lo diede a vedere.
Salirono i pochi gradini e Missy aprì con le sue chiavi , Clarence si affacciò dalla porta del salone e quando la vide le sorrise.
"Ciao tesoro ,i tuoi sono al club ."
"Grazie Clarence, non preoccuparti di noi. Devo mostrare una cosa a Steve, appena finiamo ce ne andiamo."
"Tesoro è casa tua non devi darmi spiegazioni, se avete bisogno di qualcosa mi trovate nel mio regno."
Cosí come era arrivata Clarence se ne andò ,quella donna aveva più di sessantacinque anni, sapeva molte più cose su Missy della sua stessa madre.
Era arrivata in casa Preston quando Missy aveva nove anni e da allora era sempre stata più una nonna che una tata, aveva provveduto a lei e le aveva dato il calore che le aveva fatto mancare sua madre.
Missy sapeva che la donna non avrebbe battuto ciglio, aspettava da anni quel momento.
Steve la seguì su per le scale , quella casa era terribilmente grande per le poche persone che ci abitavano. Lungo le pareti del corridoio che stavano percorrendo erano appesi un sacco di quadri che a occhio e croce dovevano valere una fortuna.
Vi erano anche due librerie e delle vetrine con i cimeli della Marina militare del padre di Missy.
Ma quello che realmente interessava a Steve era la ragazza davanti a lui che camminava spedita verso una delle ultime porte.
Quando si fermò si girò a guardarlo ,estrasse una chiave dalla tasca dei pantaloni e prima di infilarla nella toppa volle solo dargli un avvertimento.
"Da quì non riuscirò a tornare indietro, ti prego solo di tenermi sempre per mano e non lasciarmi andare."
Steve le posò un bacio sulla fronte e guidò la sua mano verso la serratura della porta.
Il senso di panico e di oppressione le premevano sul petto, ma doveva farlo,era giunto il momento.
Aprì la porta e la spalancò sul suo mondo di bambina, strinse la mano di Steve e con passi pesanti entrò in quella che era stata la sua stanza fino a tredici anni.
Tutto era rimasto esattamente come lo ricordava, ogni libro , suppellettile o bambola orribile si trovavano esattamente come lei li aveva lasciati tredici anni prima, c'era odore di chiuso e non riusciva a respirare.
Raggiunse la finestra e spalancò le persiane ,non era stato facile ma con l'aiuto e la forza di Steve tredici anni di intemperie cedettero facilmente.
Non aveva più permesso a nessuno di entrare in quella stanza che aveva odiato a morte,con quella terribile carta da parati a fiori glicine ,il letto a baldacchino con le tendine bianche e il copriletto che sarebbe dovuto essere immacolato e bianco ma che nascondeva sotto un lenzuolo pesante di flanella una terribile realtà.
"Questa era la mia stanza ,ho dormito ,fatto i compiti ,letto libri e ascoltato musica in questa stanza. Fin da piccola mia madre mi ha sempre comprato quelle orribili Barbie senza vita con cui io non ho mai giocato, i miei giochi preferiti giaciono in una scatola che è conservata in un altra stanza. "
Steve si guardava intorno con occhi vigili cercando di carpire più informazioni possibili.
"Perché hai chiuso a chiave questa stanza?"
Quella era la domanda che temeva di più di tutte.
"Perché in questa stanza sono morta. "
Steve la guardò pensieroso mentre si avvicinava al letto e lo scopriva.
Il letto era intatto ,ma il piumone che doveva essere di un bianco candido mostrava ciò che Steve aveva temuto fin dall'inizio, una grande macchia rosso scuro tendente al marrone ne deturpava il candore , si era seccata ed era diventata ormai parte del tessuto ma parlava chiaro .
Era stata violentata.
Steve cercò di mantenere la calma , nessuno doveva intaccare il corpo di una bambina per i suoi sporchi giochi perversi.
Sospirò più volte ,doveva assolutamente calmarsi , la sua ira non sarebbe stata d'aiuto a Missy.
"Chi è stato?"
"Ogni cosa a suo tempo Steve , vieni."
Lo prese per mano e lo portò fuori da quella stanza ,dovevano proseguire il giro del suo inferno personale.
Entrarono in un altra stanza dall'altra parte del corridoio, questa non era chiusa a chiave e non mostrava alcun segno di vissuto ,sembrava che fosse una semplice stanza degli ospiti ripulita abitualmente .
"Di chi è questa stanza?"
"Mia. Quì ho dormito fino a cinque mesi fa ."
Steve lanciò uno sguardo approssimativo alla stanza ,un semplice letto singolo ,una scrivania ,un armadio.
Niente libri, niente giochi,niente stereo, non c'era nulla in quella stanza che dimostrasse che qualcuno ci avesse dormito per anni.
Missy aprì l'armadio e prese una vecchia scatola di latta di quelle per biscotti e la diede a Steve.
"Questi erano gli unici giochi che mi piacevano e con cui giocavo."
Steve prese la scatola che gli porgeva e sedette sul letto aprendola e svelando il contenuto.
Tre piccoli pupazzetti di quelli da ovetto Kinder, un cavallo bianco in plastica con la coda multicolore , delle penne colorate e una fionda.
Steve sorrise .
"Una fionda? "
Missy ricambiò il sorriso.
"Odiavo passare interminabili giornate al club del golf con i miei quindi mi divertivo a tirare con la fionda i noccioli delle ciliegie nei bicchieri delle signore che si annoiavano dopo pochi lanci in cui non avevano centrato la buca. "
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Nessuno è quel che sembra
RomanceNon è tutto oro ciò che luccica. Mary Elizabeth Preston sa che l' unico modo per riuscire a dormire è combattere il problema alla radice . La radice ha forma umana e corrisponde al suo vicino turbolento e odioso che conosce solo festini e musica a p...