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Missy guardò fuori dalla finestra, un pallido raggio di sole faceva capolino tra le spesse nuvole che annunciavano pioggia eppure nel giorno della nascita del Signore di solito il cielo era a festa.
Si era svegliata molto presto ,i suoi incubi erano tornati ,solo quando aveva acceso la luce e visto che la sveglia segnava appena le sei si era alzata aveva indossato il suo completo da jogging ed era andata a correre.
Al rientro si era fatta una doccia e preparato una colazione abbondante con muffin e ciambelle.
Solo quando si era seduta e aveva guardato il tavolo vuoto intorno a se si era resa conto di essere completamente sola.
Era il giorno di natale forse poteva, nonostante fosse scossa dalla nottata passata ,invitare Steve a fare colazione con lei.
Si conosceva alla perfezione e se non fosse andata immediatamente prima di pensarci su avrebbe cambiato idea.
Spalancò la vetrata e corse attraverso il giardino, raggiunse la porta sul retro della casa adiacente e bussò più volte.
Nessuno venne ad aprire, tornò indietro rammaricata e iniziò a darsi della stupida ricordando come sempre che gli uomini non servivano.
Rientrò in casa e chiuse la porta.
Il telefono prese a squillare.
"Ecco cosa mi mancava per rovinarmi la giornata peggio di come è iniziata ."

         'Buongiorno mamma e
         buon natale dai anche un
                 bacio a papà.'

       ' Elizabeth tesoro buon natale
       anche a te. Tuo padre è andato
          a correre ,persino oggi.
       Non sai chi ho incontrato
             ieri sera al club. '
Poche cose nella vita non cambiavano mai, l'orario del tg e la perseveranza di sua madre nel metterla al corrente su l'alta società.
Missy alzò gli occhi al cielo, non aveva alcuna voglia di stare a sentire sua madre che le parlava dei suoi strabilianti incontri al suo amato club.

        'Fammi indovinare mamma,
     scommetto che è venuto niente
            poco di meno che ....
               Donald Trump!'

Soffocò la prima risata da giorni, mentre sua madre dall'altro capo del telefono bofonchiava qualcosa riguardante la sconcertante abitudine che lei aveva preso con le sue amiche.

           'Dai che scherzavo mamma!
    Neanche la mattina di natale riesci
                      a scherzare.'
Sbuffò quando la sentì partire con le sue solite lamentele su cosa avesse fatto di male per avere una figlia a cui aveva dato tutto il suo amore e che la ripagava in quel modo orripilante.

          'Mamma hai chiamato per
             denigrarmi e litigare?
       Vorrei fare colazione se non ti
                          dispiace!'

     'No Elizabeth, ti ho chiamata per
     invitare te e Steve al pranzo di
        oggi al club. Sai che anche
              Martha ci viene?'

Missy inorridì, trovarsi tra tante persone piene di boria e antipatiche non era proprio nei suoi programmi.
Si inventò una scusa su due piedi.

          'Mi dispiace mamma ma
      non è possibile, Steve mi ha
       già invitata da lui e non mi
       va di cambiare programma.'

       'Ma sono sicura che se glielo
        chiedi non saprà dirti di no.
       Avanti tesoro ,fallo per me
                solo una volta.'

Fortunatamente suo padre la tolse da ogni impiccio, recuperò il telefono dalle mani della moglie e dopo aver fatto gli auguri a sua figlia le raccomandò di salutarle Steve e chiuse la chiamata mentre rimproverava Eleanor di lasciare in pace sua figlia.
"Grazie di esserci papà."
Sussurrò Missy mentre lasciava il cellulare , era sempre lui a fare in modo che sua madre alla fine rinunciasse ai suoi progetti.
Il campanello la destò dai suoi pensieri, guardò l'ora ,erano appena le nove. Chi poteva essere ?
Guardò dallo spioncino e scoprì essere Grant il capo di Cass, cosa voleva da lei il giorno di natale?
Aprì titubante.
"Buongiorno Missy e tanti auguri."
"Buongiorno e auguri anche a te Grant,cosa ci fai quì?"
Vide l'uomo grattarsi la testa leggermente imbarazzato.
"Io ,bhe ecco mi chiedevo se..."
"Spero per te che se ti pongo la medesima domanda riuscirai a mettere insieme una risposta decente."
Steve salì i gradini e si mise di fronte al tipo belloccio che aveva visto suonare a casa della sua principessa, non gli era nuovo il suo viso.
"Steve Rogers, tu sei?"
Gli porse una mano con aria minacciosa mentre una Missy sconcertata non credeva ai suoi occhi.
"Grant Owen ,sono venuto da Missy per chiederle un favore."
Missy fece per invitarlo ad entrare ma Steve bloccò sul nascere qualsiasi tipo di conversazione.
"La mia fidanzata non può concederti nessun favore!"
"Cosa?"
"Oh sei il suo fidanzato?"
Sia Missy che Grant erano scioccati, come si permetteva!
"Non starlo a sentire Grant, dimmi di cosa avevi bisogno?"
Ignorava Steve di proposito altrimenti avrebbe finito con il picchiarlo.
Grant passava lo sguardo da lei a Steve e non sapeva se restare o andare via.
"Cass, voglio l'indirizzo di Cass. Ha detto che tornerà a lavoro solo se io faccio un giorno di pausa. Quale modo migliore ho di farle vedere che lo sto facendo se non farlo con lei stessa? Se mi dai il suo indirizzo la raggiungo e poi la riporto con me."
Steve ascoltava attentamente quello che il tipo davanti a lui diceva, non sembrava interessato a Missy ma non poteva comunque abbassare la guardia.
Missy rientrò in casa lasciando i due uomini sul pianerottolo ,prese carta e penna e scrisse l'indirizzo dei genitori di Cass.
"Ecco, questo è l'indirizzo ma dubito che riuscirai a raggiungerla oggi."
Grant sorrise, con il jet privato non era difficile per lui.
"Tranquilla, solo se la senti non dirle nulla e grazie mille."
Missy gli sorrise e Steve ribollì di rabbia , non poteva sorridere in quel modo possibile che non si rendeva conto dell'effetto che procurava ?
"Tranquillo Grant, la mia amica non si sveglia mai prima di mezzogiorno. Buona fortuna."
Grant strinse la mano a Steve e dopo un breve saluto a lei corse via.
Missy incrociò le braccia e trafisse Steve con uno sguardo omicida.
"Sono nei guai vero?"
Le chiese imbarazzato , fece appena in tempo a bloccare la porta prima che gliela sbattesse sul naso.
Entrò in casa con lei seguendola e cercando di spiegare il suo comportamento.
"Andiamo principessa non possiamo continuare così, facciamo un passo avanti e cento indietro. Non volevo di certo importunarti o immischiarmi nei fatti tuoi però...."
"Però cosa ? Non mi sembra di averti chiesto chissà cosa, inoltre nessuno ti chiede di cercare di essere mio amico. La storia del fidanzato era solo per mia madre,non da usare con chiunque."
"Il fatto è che..."
"Cosa?"
Missy era arrabbiata, non permetteva a sua madre di intromettersi nella sua vita figuriamoci ad un perfetto sconosciuto.
Steve non sapeva come spiegarsi , aveva cercato in tutti i modi di non legarsi a lei, di lasciarla stare, non era il caso di tirare anche lei nei suoi casini ,non era quello il momento giusto.
In un primo momento aveva creduto che sarebbe stato possibile divertirsi con lei scacciando per un po' i problemi , ma poi aveva conosciuto un lato di lei che lo aveva portato a preoccuparsi ,a proteggerla ,aiutarla e piano piano si era infilata nei suoi pensieri.
"Sei sempre circondata da uomini , ti vengono a trovare a casa ,ti accompagnano e soprattutto gli sorridi. Sai quanto ho dovuto aspettare per un tuo sorriso? Due mesi, mesi in cui ho provato di tutto."
Missy era arrossita , in realtà lei non cercava tutte quelle attenzioni, non le voleva . Si sentiva quasi sotto accusa .
Si morse un labbro sotto lo sguardo attento di Steve.
"Io non cerco nessuno e se proprio vuoi saperlo tu tra tutti sei stato il più privilegiato, ti ho curato le ferite e accolto in casa quando eri ubriaco e poi ...."
Stava per dire che aveva avuto il privilegio di abbracciarla ,ed era stato davvero il primo , ma si bloccò prima di esporsi molto.
Dirlo avrebbe portato molte domande a cui lei non era pronta.
Sospirò stanca.
"Cosa ti porta quì a quest'ora?"
Steve notò il cambio di discorso, ma non gli fece domande.
"Ero venuto per darti un regalo."
"Ancora regali?"
Steve sorrise, se solo glielo avesse permesso l'avrebbe ricoperta di regali.
"È natale oggi no? Quindi volevo portarti un regalo."
Missy lo osservò e scosse la testa, era inutile cercare di tenerlo lontano ,sembrava sordo e immune ai suoi rifiuti.
"E ....questo regalo lo hai dimenticato da qualche parte o è solo metaforico?"
Steve si rese conto solo in quel momento che nella fretta di raggiungere l'uomo che aveva suonato alla sua porta aveva lasciato il regalo in macchina.
"È rimasto in macchina, prometti che se vado a prenderlo non mi chiudi fuori?"
Le chiese con un sorriso disarmante.
"Come se hai bisogno del mio permesso per entrare! Muoviti che voglio fare colazione!"
Steve non se lo fece ripetere ,corse fuori a recuperare il regalo e tornò in un baleno.
Missy si era seduta a tavola e stava spalmando la marmellata sul pane tostato.
"Eccomi , tieni."
Le porse un enorme pacco con carta da regalo rossa e un fiocco dorato, dietro la scatola Missy quasi scompariva, ma tanto era grande tanto era leggera poteva sembrare vuota.
Lo guardò con un certo timore , non ricordava più da quanto non riceveva un regalo.
Tolse il fiocco e aprì lentamente la scatola, ma si fermò di botto quando un pensiero le attraversò la testa.
"Non esploderà vero?"
Steve scoppiò a ridere e scosse la testa in segno di diniego.
"Non potrei mai farlo, poi chi mi sgriderebbe per il volume? Nah ci tengo alla mia vicina, su apri."
Missy aprì la scatola e guardò dentro , le salirono le lacrime agli occhi.
Infilò le mani nella scatola e tirò fuori un gigantesco orso bianco con cappello distintivo e manganello.
Il suo primo peluche.
"È...bellissimo, grazie Steve."
Posò l'orso su una sedia e fece una cosa che lasciò sconvolta per prima lei stessa.
Abbracciò Steve.
Steve che proprio non se l'aspettava restò scioccato per un nano secondo,poi la strinse forte a se aspirando il profumo della sua pelle.
Quando sentì le mani di Steve accarezzarle la schiena si ritrasse scottata .
"Scusami non avrei dovuto. Ma è il primo peluche che ricevo e..."
Si tappò la bocca ,aveva detto troppo.
"Principessa i peluche sono i migliori amici dei bambini, non posso credere che....aspetta....tua madre non voleva che tu avessi dei peluche! " , anche se non aveva detto niente Steve ci era arrivato comunque.
"Dio quella donna è....."
"Una stronza!"
Missy terminò la frase per lui.
"Dai siediti, ti offro la colazione."
Fecero colazione evitando argomenti personali , poi Steve rammentò a Missy che gli doveva due cene.
"Tranquillo che non l'ho dimenticato , mantengo sempre le mie promesse."
"Meglio così perché conto di estorcere altre promesse."
Queste parole misero in allarme Missy.
"Scordatelo, non avrai altre cene."
Steve le fece un sorriso da seduttore.
"Principessa non ho intenzione di mollare, inoltre non mi interessano solo le cene ,ho fatto breccia nel cuore di tua madre potrò cenare con te tutte le volte che voglio. Quello che più mi interessa è sapere tutto di te."
Missy si alzò velocemente e fece cadere una tazza sul tavolo, che Steve si affrettò ad alzare.
"Non scappare principessa, so che qualcosa ti vieta di vivere come dovresti e non parlo solo di tua madre. Non lasciare che ti consumi. Sei la ragazza più cocciuta e bella che io abbia mai conosciuto ma è come se passassi i tuoi giorni con il diavolo alle calcagna."
Che diavolo, aveva fatto il quadro della sua vita in quattro e quattr'otto.
Un senso di smarrimento le attanagliò lo stomaco ,non poteva, nessuno doveva sapere.
"Io....va via ti prego....la...lasciami sola."
Non riusciva a respirare , un altro attacco di panico.
Steve le fu subito accanto .
"Principessa guardami , ricordi? Un respiro ,trattieni l'aria incamerata ,così brava e ora lentamente rilascia. Concentrati sulla mia voce ,bene così. Continua a respirare. "
Lentamente tutto intorno riprese colore ,sentiva il calore defluire dal suo collo e la sensazione di soffocamento lasciò spazio alle lacrime.
Steve la prese in braccio e andò a sedere sul divano mettendola sulle sue gambe e stringendola forte mentre le sussurrava parole dolci ,rassicurandola che c'era lui a difenderla e proteggerla.
Quando si fu calmata si rese conto che stava bene , ma non poteva restare in quella posizione. Cercò di alzarsi ma Steve la strinse ancora di più iniziando a parlare.
"Sai anche mia sorella soffriva di attacchi di panico. Molte volte l'ho tenuta sulle mie gambe a rassicurarla che nessuno poteva farle del male. Le ho raccontato tante storie per farla ridere e farle dimenticare i suoi drammi . "
Si fermò per il groppo in gola , forse se gli raccontava di Melody lei avrebbe capito di potersi fidare e gli avrebbe raccontato qualcosa di se.
"Hai una sorella?"
Le braccia di Steve strinsero ancora di più la presa, ma non si sentiva oppressa , sentiva che era un modo per lui di mantenere i nervi saldi,  anche lui nascondeva qualcosa.
"Melody, il suo nome era Melody. Era bellissima, aveva lunghi capelli biondi e occhi azzurri, era la copia di nostra madre. Voleva diventare un avvocato, ma la sua vera passione era la danza. Ogni volta che aveva un saggio mi costringeva ad andare a vederla." un debole sorriso gli increspò le labbra ,Melody otteneva sempre quello che voleva da lui .
"Io facevo finta di trovare mille scuse ma in realtà adoravo vederla sul palco,sembrava quasi che volasse. "
Missy gli posò una mano sulla guancia ,sembrava quasi che fosse estraneo al racconto.
"Anche io avrei voluto un fratello come te è fortunata tua sorella. "
Steve la guardò come se solo in quel momento la vedesse , fortunata? Lui non aveva saputo proteggerla.
"Non è stata per niente fortunata , non ha voluto confidarsi con me e io non sono riuscito ad aiutarla."
La fece alzare e iniziò a fare avanti e indietro passando le mani nei capelli mormorando parole sconnesse.
Missy lo guardò per pochi istanti poi si fece coraggio e gli fece la domanda di cui temeva la risposta.
"Che cosa le è successo?"
Steve si bloccò sui suoi passi , fissò il quadro appeso al muro davanti a se che per ironia della sorte raffigurava una ballerina sulle punte, si irrigidì e restando di spalle le disse : " È morta!"
Missy si portò le mani alla bocca per arginare i singhiozzi , gli si avvicinò piano e gli mise le braccia intorno alla vita posando la guancia sulla schiena.
"Mi dispiace, mi dispiace tanto."
Steve tremava di rabbia voleva solo ammazzare quel bastardo ,ma le braccia di Missy intorno alla sua vita gli rammentarono la promessa fatta a sua madre prima che perdesse la ragione.
Slacciò le braccia di Missy e si girò verso di lei riallacciandole sulla schiena, le asciugò una lacrima e la strinse al petto.
"Non è colpa tua principessa ,vorrei solo che tu l'avessi conosciuta. Forse le saresti stata d'aiuto. Sareste andate d'accordo.  "
Missy lo guardò dritta negli occhi e scosse leggermente la testa.
Come poteva lei essere d'aiuto a qualcuno dato quanto era rotta?
Rimasero abbracciati ancora un po' poi Steve disse che non si poteva passare il giorno di natale tra lacrime e ricordi tristi.
"Preparati principessa ti porto in un bel posto, dove c'è allegria e festa. Vado un attimo a casa e ritorno ok?"
Missy non poté fare altro che accettare, anche perché una volta tanto aveva voglia di uscire e passare una giornata diversa anche se questo prevedeva la presenza di un uomo.
Dopo mezz'ora erano in macchina diretti verso la spensieratezza, era tornato il suv dai vetri oscurati ma Missy non fece domande si limitò a osservare la strada scorrere veloce attraverso il finestrino.
Quando arrivarono a destinazione rimase a bocca aperta, il luna park.
"Oh mio dio,mi hai portata al luna park ...non ci posso credere. "
Steve sorrise, era il luogo preferito di Melody e quando sentiva maggiormente la sua mancanza andava a passeggiare tra gli schiamazzi di bambini la musica alta che si mischiava alle voci e l'odore di hot dog e zucchero filato.
"So che può sembrare un luogo per bambini, ma finora è l'unico posto dove si respira gioia. Ti piace?"
Missy si avvicinò a lui senza smettere di guardare le luci colorate a intermittenza e la moltitudine di gente che c'era nonostante fosse quasi ora di pranzo.
"Se mi piace? Cavolo ,credo che non ho mai desiderato tanto venire al luna park in vita mia. "
Si girò a guardarlo, forse qualcosa di se che non fosse molto personale gliela poteva raccontare, in fondo lui gli aveva raccontato di sua sorella.
"Fin da piccola ho sempre desiderato venire al luna park ,sentivo le mie amiche che raccontavano di come si erano divertite e le invidiavo. Purtroppo secondo Eleanor Carter il luna park è un posto per gentaglia ,dove non si respira aria pulita e dove germi e microbi sono in attesa di un corpo a cui attaccarsi. Quindi se te lo stai chiedendo si ,questa è la prima volta che vengo al luna park."
Lo disse arrossendo di vergogna, in ventisei anni ne aveva perse di cose belle.
Steve represse un insulto nei confronti di quella donna.
"Principessa non devi vergognarti ,dimentica il passato da oggi ti darò la possibilità di fare tutto quello che non hai mai potuto fare. Sempre se lo vuoi. "
Sperava che gli dicesse si, voleva aiutare lei per riabilitare la sua figura agli occhi della sorella.
Inoltre gli permetteva di starle accanto, iniziava a sentire un sentimento per lei che andava oltre la semplice amicizia, ma non poteva di certo dirglielo e spaventarla.
Se c'era una cosa che aveva capito di Missy era che doveva aspettare che fosse lei a fare il primo passo, qualunque esso fosse.
"Io credo che si possa fare, a patto che non mi prendi in giro e dividi con me lo zucchero filato."
Steve fece finta di pensarci su , poi sorrise e le fece un inchino mostrando l'entrata del luna park.
Tutto trasudava allegria e spensieratezza, famiglie che sedute ai tavoli da ristoro commentavano le attrattive che avevano provato, ragazzini che si rincorrevano ,fidanzatini abbracciati in attesa del giro sulla ruota panoramica, persino il pianto dei bambini che avevano perso al tiro dei cerchi era un suono bellissimo.
Steve la osservava correre da una parte all'altra come una bambina nel mondo dei balocchi, aveva le guance arrossate e gli occhi che brillavano, molti uomini si soffermavano a guardarla incantati e subito lui si apprestava a raggiungerla per far notare la sua presenza.
"Non so tu principessa ma io ho fame , ti va un hot dog?"
Missy guardò l'uomo accanto a lei e poi spostò lo sguardo sul carretto degli hot dog dove un uomo continuava a preparare panini come se quel carrello non avesse fondo.
Poteva mangiare un hot dog?
Secondo Cass non c'era niente di meglio che sporcarsi le mani con un panino da cui cola la salsa, secondo sua madre era cibo spazzatura che faceva male allo stomaco .
"Si con tanta salsa sopra. Ha anche le patatine fritte?"
Steve le sorrise e le fece cenno di seguirla.
Presero i panini ,le patatine,una birra per Steve e una coca per lei, trovarono un tavolo e sedettero a mangiare.
Missy osservò i movimenti di Steve e li seguì alla perfezione per non sbagliare , era il suo primo hot dog.
Cass avrebbe fatto i salti di gioia quando l'avrebbe saputo.
Al primo morso la salsa le finì sulle mani e sorrise felice prima di leccarsi le dita, movimento che provocò in Steve una sorta di sensazioni che si attorcigliavano alla bocca dello stomaco.
Prese la bottiglia della birra e buttò giù un lungo sorso per riuscire a smettere di deglutire a vuoto ,guardò anche altrove ma era impossibile non sentire i mugolii di piacere che faceva ogni volta che addentava quel panino ,di sicuro non si rendeva conto di quanto era altamente provocatoria e seducente in quel momento.
Fortunatamente volle ritornare tra giostre e rumore ,voleva salire sulla ruota panoramica e voleva che lui sparasse per lei al tiro a segno.
Condivisero lo zucchero filato e Steve continuò a lamentarsi che era appiccicoso e da bambini ma quando lei ne staccò un pezzo e lo imboccò perse la ragione, voleva sentirla ,sentire il suo sapore e perdersi in lei ,perdersi in quegli occhi profondi color nocciola che nascondevano qualcosa.
"Steve?"
Il nome pronunciato con incredulità destò Steve dallo stato di trance , si voltò di scatto mettendosi davanti a Missy e guardò l'uomo davanti a lui con un certo astio.
Michael Fischer quaranta anni ,molti  tatuaggi ,aria da non toccatemi o vi spezzo e braccio sinistro di Smith, gli stava decisamente sulle palle e incontrarlo lì voleva dire solo guai, guai per Missy.
"Fischer."
Vide l'uomo che si guardava intorno con aria sospetta e si allarmò.
"Che succede? Che ci fai quì?"
Missy era preoccupata,percepiva il nervosismo di Steve e infilò la mano in quella grande e forte di lui che la strinse .
"Senti amico facciamo così io non ho visto te e la tua ragazza e tu non hai visto me ok?"
"Non chiamarmi amico, non lo sono."
In quel momento un ragazzino con i capelli a spazzola corse verso di loro .
"Papà facciamo il tiro a segno? Salve signorina Elizabeth. "
Missy sorrise al ragazzino e si chinò a dargli un bacio sulla guancia.
"Ciao Marc ,ti stai divertendo? Come sta la tua sorellina?"
Il giorno prima delle vacanze il bambino le aveva chiesto se insieme disegnavano un castello fatato per sua sorella che stava male.
"Bene signorina, la febbre è passata e oggi il papà ci ha portati quì per divertirci un po'. "
La madre del bambino con la sorellina in braccio li raggiunse poco dopo .
"Oh signorina Elizabeth che piacere vederla , Pam saluta ."
La bambina adorava Elizabeth e le porse le braccia per farsi prendere, Elizabeth la prese e iniziò a riempirla di bacini facendola ridacchiare contenta.
I due uomini continuavano a guardarsi in cagnesco, entrambi nascondevano qualcosa .
Steve non sapeva che Fischer era sposato con prole, di lui aveva scoperto che abitava con la madre in un quartiere malfamato.
Era evidente che non era così.
Quando se ne andarono Steve prese Missy per mano e le disse che era meglio andare via.
"Aspetta mi avevi promesso il tiro a segno, non voglio sembrarti una bambina capricciosa ma ...bhe ecco non so se ci tornerò mai in questo posto."
Steve si accorse di aver cercato di scappare da quel posto , ma solo per proteggerla.
Se Smith dovesse venire a conoscenza della presenza di Missy sarebbero cominciati i guai seri, ma forse Fischer aveva molto più di lui da nascondere.

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