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Tentare di fare una semplice impronta di mano su un foglio bianco era snervante quando non si chiudeva occhio da tre giorni.
I bambini assorbivano la sua rabbia e il suo nervoso e diventavano irrequieti ,di più ci si metteva sua madre con le ultime novità sul matrimonio della, orribile secondo lei , Rachel Whitorp. Come se a lei fregasse qualcosa dei gigli o delle rose o dello strascico lungo dodici metri su cui secondo l'idea della madre la poverina cercava di attirare l'attenzione.
"Elizabeth vai a casa ,sei parecchio stanca e i bambini ne risentono,resto io con loro."
Kate la donna assunta dalla scuola per fare da tata ,aveva un affetto particolare per Elizabeth ,la trattava come se fosse sua figlia.
"Non importa Kate, tra poco più di un ora sarò a casa . Ho solo bisogno di dormire."
"Va bene cara,come vuoi."
Tornare a casa fare un bel bagno e mettersi a letto era l'unica cosa che aveva intenzione di fare,purtroppo però il suo vicino non era d'accordo.
La aspettava seduto sui gradini del portico e appena la vide scendere dall'auto le fece un  grande sorriso .
Di male in peggio ,pensò rammaricata Elizabeth.
"Buongiorno vicina"
"Buongiorno, cosa vuole?"
Steve fece una smorfia, dare del lei a quella ragazza era l'ultima cosa che aveva in mente di fare con lei.
"Vorrei fare un accordo, se ti ..se le va"
Elizabeth lo guardò da dietro le lenti scure e lo sorpassò per entrare in casa.
Vide che lui la seguiva e rinunciò ad aprire la porta,con tutta probabilità lui l'avrebbe seguita dentro casa e questa era l'ultima cosa che lei voleva.
"Sentiamo che tipo di accordo vorrebbe fare?"
Steve sorrise sentiva che con le buone maniere che la tipa tanto adorava sarebbe riuscito ad ammansirla e scroccarle un appuntamento.
"Si levi quel sorriso di vittoria dalla faccia e venga al dunque ,non ho tutto il giorno!"
"Ok ok,non ti ...non si scaldi. Pensavo se fosse così gentile da restituirmi il cavo dello stereo io sarei altrettanto gentile da abbassare il volume della musica. "
"E questo secondo lei sarebbe un accordo? Questo è solo un modo per continuare a fare i suoi comodi!"
Lo lasciò li e entrò in casa senza degnarlo di uno sguardo.
Quando Steve si riprese fece appena in tempo a saltare i tre gradini e infilare il piede tra la porta e l'uscio per impedirle di chiudere.
Elizabeth si accorse del piede e grugnì disperata, lasciò la borsa sul divano e marciò verso la cucina per prendere il maledetto cavo del suo maledetto stereo.
Intanto Steve era entrato e si guardava intorno ,gli piaceva come teneva la casa,tutto era in ordine e aleggiava il profumo che aveva sentito addosso a Elizabeth, nonostante i mobili fossero sul moderno non era una casa fredda.
"Chi le ha dato il permesso di entrare?"
Steve la guardò divertito ,senza scarpe e senza quelle lenti scure sembrava una ragazzina.
"Mi spiace non sono un vampiro non ho bisogno di essere invitato a entrare."
Vide che lei lo guardava stranita ,come se stesse dicendo chissà quale grande stronzata ,anche se in realtà quella dell'invito a entrare era davvero una stronzata gli autori del telefilm che la collega Samantha li costringeva a guardare durante i turni avrebbero dovuto trovare qualcosa di più consono ai vampiri.
"Senta non so di cosa stia parlando ,ecco il suo cavo, se è tutto può andare."
"Come ? Non hai mai visto The vampire diares ? Damon ,Stefan, Elena? "
Elizabeth continuò a guardarlo come se stesse dicendo che teneva un marziano nel congelatore.
"Andiamo voi ragazze impazzite per Damon, davvero vuoi farmi credere di non averlo mai visto?"
Elizabeth portò due dita a stringersi il naso all'altezza degli occhi per calmare il battito alla testa.
"Senta non so chi siano questi tizi ne ho voglia di saperlo, ho un gran mal di testa grazie a lei e alla sua mania di dare festa ogni sera per tutta New Orleans. Se non le dispiace vorrei che mi lasciasse in pace."
Gli mantenne la porta in attesa che se ne andasse ,non voleva fare conversazione ne tantomeno voleva che restasse ancora in casa sua.
Steve era dispiaciuto, non voleva andare via.
"Ok. "
Stava per uscire quando tentò l'ultima carta.
"Senti ti va di uscire a cena con me?"
Elizabeth sorrise, era logico, per gli uomini la donna era sinonimo di conquista, conquista stava per cena,cena stava per letto e sesso.
"Mi farebbe molto piacere "
Steve sgranò gli occhi,non credeva alle sue orecchie,aveva accettato.
"Sul serio? Facciamo stasera?"
"No stasera non è possibile."
"Allora dimmi tu quando, io sono sempre disponibile."
Elizabeth fece finta di pensarci un po' su e poi rispose con una dolcezza innata.
"Possiamo fare quando... nevicherà all'inferno! Addio!"
Gli chiuse la porta in faccia e per un attimo si sentì uguale a quella snob di sua madre ,ma poi il telefono iniziò a borbottare per i messaggi e non ci pensò più.
Quando vide che era il gruppo delle amiche si rese conto che era venerdì e quindi si usciva ,ma non ne aveva nessuna voglia.
Ignorò il telefono e andò a stendersi sul letto ,nella quiete dell'ora di pranzo si addormentò.
Si svegliò con il suono  insistente del campanello , si alzò controvoglia per andare a vedere chi aveva osato disturbare il suo sonno.
Aprì la porta senza guardare dallo spioncino e si trovò davanti tre ragazzi tutti vestiti allo stesso modo ,con cappellini al contrario e catene al collo e delle scarpe da tennis che dovevano pesare una tonnellata.
"Ciao splendore ,Steve mi ha detto di portare la bionda dove la metto?"
Chiese uno di loro.
Elizabeth lo guardò dall'alto in basso e si chiese cosa credevano che potevano dimostrare vestendo in quel modo.
"Come? Steve? Bionda? Senta non so di cosa stia parlando."
"Splendore ho portato la birra per stasera ,dai fai strada verso il frigo che abbiamo fretta."
Fece per scansarla per entrare in casa ,mossa sbagliata.
"Senta lei non va proprio da nessuna parte, se ne vada prima che chiami la polizia."
"Che? Polizia? Dolcezza di che stai parlando? Dov'è Steve?"
"Le sto dicendo che se non se ne va chiamo la polizia."
Questo tizio aveva visto male se credeva di poterla svegliare e chiamarla anche dolcezza, non esisteva proprio.
Uno degli altri due ragazzi parlò all'orecchio del tizio che le stava davanti e indicò la casa accanto.
Il tizio scoppiò in una risata sguaiata e cercò di far ridere anche Elizabeth senza risultato.
"Scusa dolcezza, pare che abbiamo sbagliato casa hi hi hi"
Elizabeth gli rivolse un occhiata di sdegno e gli sbattè la porta in faccia.

Nessuno è quel che sembraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora