💫8

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"Fare avanti e indietro non ti libererà come per magia dalla catastrofe imminente che sta per travolgerti. E come se non bastasse mi stai facendo venire il voltastomaco."
Aveva chiamato Cass per un supporto morale , avevano pranzato insieme e per tutto il pomeriggio l'aveva dissuasa dal precipitarsi da Steve e propinargli la morte improvvisa di un parente o un incendio a scuola e anche un attacco di appendicite nei suoi confronti.
"Non è colpa mia se non hai fatto altro che ingozzarti per tutto il pomeriggio. E poi ricordati che io ancora non so come è andata con quel tipo , ieri sera con le Chris non hai voluto parlarne perché non volevi che lo sapessero. Spero solo che non hai fatto qualche stupidaggine."
Cass si alzò dal letto e si spazzolò la gonna raddrizzando delle inesistenti pieghe , la guardò di sbieco e infilò le scarpe.
"Missy tesoro non sono una quindicenne con gli ormoni in subbuglio ho già dato, non ti ho detto nulla perché non c'è nulla da dire. Credo mi sia capitato il fratello gemello di quel Josh che ti propinò la tua dolce mammina. A metà cena sono andata in bagno ho chiamato un taxi e gli ho detto che i bambini avevano dei forti dolori alla pancia."
Missy la guardò stupita ,bambini?
"Non guardarmi così, tu usi le scuse più disparate con tua madre. Pensa che quando gli ho detto che avevo due bambini è rimasto scioccato."
Scoppiò a ridere come una pazza tenendosi la pancia .
Non poteva credere alle sue orecchie, aveva usato dei bambini per togliersi di torno il fratello gemello di Josh.
Josh? Chi diavolo era Josh?
"Cass chi diavolo è Josh? "
"Come chi è Josh? Ma si quel tipo che parlava solo di borsa e mamma."
"Ah si certo ora ricordo ,ma non si chiamava Fred?"
Cass scacciò un inesistente moscerino e prese a sistemarsi i lunghi capelli davanti allo specchio.
"Qualunque fosse il suo nome spero che i genitori di entrambi non ne abbiano fatti altri. Ma questo non ci porta alla soluzione del tuo problema. Ti rendi conto che stai portando quel poverino tra le fauci di tua madre senza dirgli niente?"
Missy riprese a fare avanti e indietro mordicchiando le pellicine delle unghie.
"Fauci ora. " immaginò sua madre con delle grandi fauci spalancate che ingoiava Steve in un solo boccone,rabbrividì.
"Si decisamente fauci. È che non ne ho avuto il coraggio. E se avesse detto di no?"
"Missy ma non puoi portarlo lì all'oscuro di tutto. Potrebbe piantarti in asso. Possibile che tu sia un completo disastro quando si tratta di uomini?"
"Cass sai benissimo che non ho bisogno di un uomo per sentirmi realizzata. È una fissa di mia madre per farsi bella con le sue amiche. Se solo sapesse."
Tra le due scese un silenzio pesante che si poteva sentire a chilometri di distanza, quello che l'aveva segnata era stato difficile da portare da sola per tanti anni.
Solo grazie a Cass e alle Chris che l'avevano ascoltata e aiutata a portare il suo peso non era sprofondata negli abissi di un esistenza fatta di incubi e paure.
Cass la strinse in un abbraccio e sospirarono.
"Sono quasi le otto, direi di scendere in salone. Eh ...Missy fagli fare un giro piuttosto largo per arrivare dai tuoi e in macchina spiegagli tutto. Non merita di essere preso in giro."
"Lo so Cass, non era mia intenzione farlo. Dai scendiamo, resti a dormire quì stanotte?"
"Altroché tesoro, al tuo ritorno voglio sapere tutto quanto."
La propensione di Cass per i pettegolezzi che riguardavano sua madre le fece ridere sciogliendo un po' la tensione che si era creata poco prima.
"Sei la solita Cass , in frigo c'è il tuo vino preferito e mi pare ci deve essere una pizza in freezer fa come fossi a casa tua."
Il suono del campanello le fece girare contemporaneamente verso la porta, Missy aveva il respiro bloccato e le mani gelate. Non riusciva a muovere un passo, dietro quella porta c'era il suo primo appuntamento in ventisei anni.
Vide Cass andare ad aprire la porta e far entrare Steve.
Le stavano parlando ma non capiva cosa gli stessero dicendo ,era come se lei fosse lì in quella stanza ma la sua presenza era solo scenica.
Si sentiva come in una dimensione parallela, non poteva andare,non poteva farlo.
Cass si avvicinò e la guardò dritta negli occhi , era terrorizzata.
"Ehi andrà tutto bene. Missy respira."
Le parlava sotto voce , continuava a ripeterle andrà tutto bene come se da quelle tre parole dipendesse la sua vita.
La spinse dolcemente verso Steve, che era rimasto vicino alla porta con le mani in tasca. Era affascinante in giacca e cravatta ,il jeans nero che portava gli fasciava le gambe perfette .
Lo guardò e se possibile gli sembrò più terrorizzato di lei, le fossette non c'erano e le sopracciglia erano aggrottate come se ci stesse ripensando.
"Ehi principessa, allora è vero . Andiamo a cena."
"Già a quanto pare."
Steve le porse la mano che lei guardò titubante, poi guardò Cass che con un sorriso rassicurante annuì .
Prese quella mano e si lasciò tirare fuori dal suo bunker sicuro, dove niente e nessuno poteva farle del male.
Steve le aprì la portiera di un enorme suv nero ,persino i vetri erano oscurati ,la fece salire richiuse lo sportello e fece dei grossi respiri per incamerare aria.
Finalmente aveva raggiunto la sua meta,uscire con lei , eppure aveva una strana sensazione che gli attanagliava lo stomaco.
Quando aveva suonato il campanello gli erano passate davanti agli occhi mille immagini di lei che si presentava con termometro e coperta fingendo febbre improvvisa, di lei che si nascondeva dietro la porta per fargli credere che in casa non ci fosse nessuno, di lei che lo guardava con aria superiore e lo scherniva sbattendogli la porta in faccia.
Quindi quando finalmente quella porta si era aperta e aveva visto lei già pronta ad aspettarlo gli si era bloccato il respiro ,aveva sempre quell'aria rigida e impostata che la rendevano altezzosa e austera ,vederla in quel salone con gli occhi spalancati e il viso quasi cadaverico gli aveva fatto venire solo voglia di entrare in casa  e abbracciarla per tenerla stretta.
Salì in macchina e Missy gli rivolse un sorriso appena accennato , mise in moto e accese la radio in sottofondo per rompere il silenzio assordante .
Dopo un paio di centinaio di metri non era cambiato molto ,le luci delle strade e il sottofondo musicale erano le uniche a fare da padrone nel ristretto ambiente dell'abitacolo.
"Ti prego accosta."
La richiesta di Missy lo fece trasalire, forse si sentiva male.
"Non ti senti bene? Hai bisogno di aria?"
Missy scosse la testa in segno di diniego, doveva dirgli come l'aveva tratto in inganno ma il groppo che le bloccava la gola non scendeva e lei non riusciva a parlare.
"Principessa sei bianca come un cadavere ,non avevo mai fatto questo effetto a una donna."
Tentò di scherzare perché riusciva a vedere la sua difficoltà , sembrava che le stesse venendo un attacco di panico non era la prima volta che li vedeva.
Missy aveva sempre più difficoltà a respirare sembrava che l'abitacolo stava per ingoiarla ,le mancava l'aria tutto stava diventando sfocato si portò la mano alla gola ,soffocava.
"Ehi ,ehi principessa guardami. Concentrati sulla mia voce ,non aver paura ci sono io. Respira ,trattieni e adesso butta fuori. "
Le aveva preso le mani tra le sue e le massaggiava nell'intento di riscaldarle, era tranquillo e le parlava con estrema dolcezza.
"Ancora una volta ,da brava incamera aria ,riempi i polmoni fino all'ultimo trattieni cinque secondi e poi butta fuori. Pensa a qualcosa che ti fa stare bene, cosa ti fa stare bene principessa?"
La invitava a parlare , voleva aiutarla a superare l'attacco di panico che le era venuto. Erano anni che non gli capitava.
"I... i miei...i miei bam..bambini."
Steve le rivolse un sorriso e annuì.
"Bene ,sei una maestra?"
Missy fece di si.
"Allora pensa a loro e continua a respirare regolarmente. Così ,brava."
Nei minuti successivi continuò a parlarle piano e lentamente riprese colore sulle guance e riuscì a rilassarsi.
"È Clare de Lune vero?"
Steve sorrise.
"Vedo che te ne intendi di classica."
Missy scoppiò a ridere e a Steve sembrò di aver vinto la lotteria.
"Io me ne intendo di classica ma di sicuro Debussy non è il tuo genere."
Risero entrambi ,il disastroso impatto iniziale era sciolto.
"Allora principessa dove vuoi andare a cena? Scegli il posto che più ti piace."
La vide rabbuiarsi .
"Io...ascolta Steve mi dispiace tanto ma"
Interruppe il suo discorso con una mano.
"Non dirmi che ti sei pentita di aver accettato il mio invito. Avrei preferito che me lo dicessi prima."
"Potresti lasciarmi parlare ? Volevo dirti che io non conosco molti locali e quindi non saprei dove andare . "
"Non c'è problema dolcezza"
"Non.mi.chiamare.così!"
Steve si allontanò e alzò le mani in segno di scusa.
"Perdonami non volevo,mi è sfuggito. Comunque se mi dai un po' di fiducia ti porto in un posto ."
Missy tirò un bel respiro,ora o mai più doveva dirgli che l'aveva tratto in inganno.
"Ti ho preso in giro. "
Lo disse tutto d'un fiato per non rischiare di non riuscire a dirlo.
Steve la fissava confuso, questa ragazza era molto più che strana.
"Che vuoi dire?"
La vide torcersi le mani con timore e nervosismo.
"Ecco io...ascolta mi dispiace. Credo sia meglio tornare indietro. Oh dio ti prego no, non ora maledizione!"
Prese il telefono dalla borsa che suonava imperterrito rifiutò la chiamata e lo spense.
"Tornare indietro un corno! Potresti spiegare anche a me che diavolo succede?"
Non era arrabbiato, voleva solo capire perché prima aveva accettato,poi stava per soffocare per un attacco di panico e ora aveva ripreso la sua aria rigida di sempre e voleva tornare indietro, non se ne parlava proprio.
"Senti è stato un errore fin dall'inizio, se lei non mi avesse messa alle strette presentandomi  quel tipo ingessato di cui non ricordo neanche il nome ,adesso non mi troverei in macchina con un perfetto sconosciuto. Santo cielo perché la mia vita deve essere così complicata!"
Steve continuava a non capire, chi era questa lei? E poi chi era questo tipo che le avevano presentato? Per carità non si poteva definire geloso ma al momento non voleva altri uomini tra i piedi. Erano già tanti quelli che le ronzavano intorno.
"Principessa credo che dovresti spiegarti meglio. Non riesco a capirci molto, inoltre non mi sento tanto sconosciuto."
Missy continuava a mordersi le guance dall'interno, non erano molto lontani da casa erano già le otto e mezza e sua madre di sicuro aveva riprovato a chiamarla un milione di volte.
Doveva vuotare il sacco ,poi poteva anche tornare indietro e intanto chiamare sua madre e dirle che non c'era nessun dannato fidanzato.
Steve l'avrebbe odiata ma non importava.
"Vuoi capire ? Ok ti accontento subito. Mia madre è una snob esibizionista, vuole per forza vedermi sposata. Qualche settimana fa dopo un forte litigio è venuta a casa a prendermi per cenare da lei. L'invito non era per farsi perdonare del litigio ma per presentarmi un tipo che è figlio di una delle sue snobbose e antipatiche amiche. Per smorzare sul nascere il suo interesse verso di me gli ho detto che sono fidanzata. Da quel momento mia madre mi ha letteralmente torturato per avermi a cena da lei con il mio fidanzato che non esiste. Io e le ragazze abbiamo cercato tra i loro conoscenti ma nessuno era degno di mia madre. Finché stamattina..."
Steve contrariamente alla sua immaginazione più fervida scoppiò a ridere di cuore.
Lo guardava imbronciata con le braccia incrociate, lei era sull'orlo di una crisi di nervi e lui trovava tutto molto divertente.
Quando smise di ridere la guardò.
"Stamattina hai pensato che io ero l'ultimo possibile fidanzato da propinare a mamma. Ecco perché mi hai detto ti porto in un posto dove si mangia bene. "
Scosse la testa e mise in moto, Missy lo guardò di sottecchi , il suo viso era indecifrabile, non sapeva dire se fosse arrabbiato o no.
"Allora dove abita tua madre?"
La domanda la stupì , si girò a guardarlo e vide che le lanciò uno sguardo divertito.
"Non sei arrabbiato?"
"Avrei dovuto, ma siccome mi ritieni talmente papabile per tua madre credo di poterti aiutare. Ovviamente mi devi non più una cena ma due. Prendere o lasciare principessa a te la scelta, puoi darmi l'indirizzo o possiamo tornare indietro."
Due cene.
Troppo tempo con lui.
Era destabilizzante.
Ma quando le capitava un altra occasione?
"Franklin Roosevelt cinquecentotto."
Steve ingranò la marcia e prese a seguire il motivo del brano che stava suonando lo stereo mentre lei riaccendeva il telefono.
Neanche fece in tempo a riporlo nella borsa che riprese a suonare, rispose a sua madre propinandole la scusa della ruota bucata.
"Dove ci siamo conosciuti?"
La domanda di Steve la prese in contropiede.
"Come se non lo sapessi. "
"Principessa ,non puoi presentarmi a tua madre dicendo che mi stai usando come capo espiatorio. Ti chiederà da quanto stiamo insieme ,come mi hai conosciuto e come ti ho conquistato."
Missy si mise a ridere.
"Credimi non saranno queste le domande di mia madre. Ma puoi inventarti quello che ti pare."
"Ok allora le dirò che ci siamo conosciuti quando hai infilato un centone nei miei slip al night club."
Missy diventò bordeaux e maledì la sua scelta.
"Ok va bene. Ci siamo scontrati al centro commerciale, mi hai offerto un caffè e ...."
"E?"
"E che ne so, non posso certo inventarmi tutto io. Ti ricordo che sono due le cene che mi hai estorto."
"Estorto adesso, che parolone. Sono solo il giusto compenso per il mio aiuto."
"Senti dille quello che più ti pare. Tanto non saranno molte le domande."
Almeno non quelle che mi riguardano pensò tra se.
Quando arrivarono davanti al cancello che delimitava la proprietà dei suoi Steve fece un fischio di ammirazione, bhe si, effettivamente la casa dei suoi destava sempre sguardi di invidia in chi la visitava.
Si ergeva su una piccola collinetta era a due piani in stile vittoriano ,con annessi piscina ,campo da tennis e da golf. Eh si Eleanor Carter non poteva farsi mancare nulla ,doveva essere sempre un paio di gradini in su rispetto alle sue amiche.
Missy sospirò e si sistemò i capelli, era nervosa, sua madre avrebbe potuto smontare Steve in pochi minuti.
"Se la passano bene i tuoi."
"Mh, già."
"Rilassati principessa ,andrà tutto bene. Tua madre resterà affascinata da me vedrai."
"Si certo ,non contarci molto ."
Steve represse una risata alla smorfia sul viso di Missy.
Scese e andò ad aprirle la portiera , le prese una mano e la aiutò a scendere.
Prima ancora che potessero suonare sua madre aveva spalancato la porta .
"Elizabeth tesoro avete tardato molto."
Missy alzò gli occhi al cielo, sua madre e la fissa di sedersi a tavola alle venti e trenta in punto.
"Mamma mi sembrava di averti detto che avevamo bucato. E comunque sono solo le venti e quarantacinque,non mi sembra poi così tardi!"
Steve era ancora accanto a lei e le teneva la mano ,sembrava a suo agio.
"Ma non stare lì impalata santo cielo entrate. Che modi mio dio."
Quasi la tirò in casa per mettere le grinfie su Steve.
"Eleanor cara se tu ti spostassi tua figlia riuscirebbe ad entrare."
Il commento di suo padre fece probabilmente rinsavire sua madre che si nascose dietro un sorriso forzato per essere stata rimproverata davanti a un estraneo.
"Ciao papà."
Missy andò ad abbracciare suo padre e gli diede un bacio sulla guancia ,mentre Steve osservava l'uomo e meditava vendetta per essere stato preso in giro.
"Prego giovanotto entri pure."
Steve sorrise alla donna che lo invitava ad entrare e le fece un lieve inchino seguito da baciamano.
Eleanor rimase piacevolmente sbalordita dall'educazione del ragazzo e arrossì leggermente, Missy vide la reazione di sua madre e roteò gli occhi.
"Papà ,mamma, lui è Steve. Steve loro sono i miei genitori."
Era meglio levare subito il dente , almeno si sarebbero seduti a tavola e sua madre avrebbe iniziato con l'interrogatorio.
"Signora ,molto lieto di fare la sua conoscenza. Signor Preston molto piacere."
"Chiamami pure Frank ragazzo, non mi piacciono molto i convenevoli."
Mentre i suoi si avviavano in salone Steve la aiutò a togliere il cappottino.
"Sei una stronza, potevi dirmi che quello era tuo padre."
Le sussurrò sotto voce mentre appendeva l'indumento a l'appendi abiti .
Missy era imbarazzata per la sua vicinanza ,le parole sussurrate quasi nell'orecchio le avevano procurato una scarica elettrica lungo la spina dorsale.
"Non è colpa mia se tu trai le conclusioni sbagliate. Andiamo."
Cercò di allontanarsi ma Steve la fermò di nuovo.
"Aspetta principessa non così in fretta, non ci saranno dieci mila posate vero?"
Missy guardò la mano che le stringeva il braccio e rabbrividì , Steve le faceva uno strano effetto.
"No ,nel caso guarda me. E non preoccuparti ,non essere rigido ,anche io e mio padre facciamo confusione con le posate."
Steve vide arrivare la madre di Missy e le mise le mani alla vita avvicinando il viso al suo nonostante fosse più alto di lei.
"Ma che fai?"
"Rilassati principessa,mamma in arrivo."
"Elizabeth, venite?"
Missy si allontanò da Steve e annuì impacciata , se lo tirò dietro continuando a tenerlo per mano. 
Alla prima portata sua madre aveva già chiesto a Steve dove e quando si erano conosciuti , restando senza parole nell'apprendere che sua figlia era andata in un comune centro commerciale.
"Mi disse che era andata perché doveva acquistare dei pennarelli colorati,ti ricordi amore?"
Steve si stava divertendo un mondo , ogni volta tirava Missy nel discorso usando un nomignolo diverso.
Lei non faceva altro che tirargli calci sotto al tavolo e mordersi la lingua abbozzando un sorriso di circostanza.
"Steve Rogers hai detto?"
Il padre di Missy era un uomo normale che si limitava a fare qualche battuta e chiedere a sua figlia come avesse trascorso la giornata. La domanda che gli aveva rivolto non lo aveva sorpreso ,era logico che si informasse su chi fosse al fianco di sua figlia.
"Si signore, mi scusi Frank."
"Sei per caso imparentato con Joseph Rogers?"
Steve sorrise.
"Il capitano Joseph Rogers ? È mio zio. Ma non siamo in buoni rapporti."
"Bhe non mi sorprende, sugli aerei sapeva il fatto suo,ma per quello che riguarda i rapporti umani è sempre stato una testa calda."
Missy adorava sentire suo padre raccontare storie di quando era un militare, ma ovviamente sua madre non era della stessa idea.
"Frank caro, non mi sembra affatto opportuno parlare davanti al nostro ospite di quando tu andavi in missione. E dimmi Steve tua madre come si chiama? Magari la conosco."
Steve abbozzò un sorriso di circostanza,odiava parlare della sua famiglia.
"Non credo signora,mia madre non ha mai fatto parte di un ambiente aristocratico. "
Missy lo guardò con occhi colmi di gratitudine e dispiacere, sapeva quanto poteva essere stronza sua madre.
"Oh. E tuo padre?  Hai sorelle o fratelli?"
"Mamma non mi sembra il caso che Steve ti disegni il suo albero genealogico."
Sua madre la guardò stizzita e prima che potesse ribattere quel santo uomo che era suo padre cambiò completamente discorso.
Ma solo fino a che sua madre non riuscì a prendere di nuovo la parola .
"Steve e tu che lavoro fai?"
Ecco, nota dolente. Sua figlia aveva già scelto delle amiche plebee non poteva di certo permetterle di trovarsi anche un fidanzato che non avesse un posto di spicco nella società.
Steve la guardò attentamente, non poteva di certo dirgli che lavoro faceva, ne tantomeno dirle che si stava intrufolando in gang che spacciavano droga e prostituzione.
Doveva rimanere un segreto.
Volse lo sguardo a Missy e le sorrise dolcemente.
"Lavoro per il sociale signora."
La risposta era stata vaga e naturalmente la cara Eleanor non era soddisfatta.
"Ma che vuol dire lavoro per il sociale? Non vorrai farmi credere che anche tu come mia figlia giochi a far vedere di avere un lavoro?"
Missy inorridì , odiava che sua madre la rimproverasse ancora per il suo lavoro.
"Mamma per l'amor di dio quando la smetterai di dire che sto giocando a far finta di avere un lavoro?"
"Elizabeth mia cara quando tu ti deciderai a lavorare seriamente. "
Missy stava per rispondere a sua madre ma Steve le fece un cenno con la mano.
" Aspetta principessa, Signora cosa vuol dire per lei lavorare seriamente? Credo che non ci sia lavoro più serio e gratificante di quello che fa Missy, il suo lavoro è la prima tappa che ogni bambino deve fare prima di affrontare la vita. Gli insegnamenti che vengono dati alla scuola dell'infanzia iniziano a rendere consapevoli i bambini della disciplina e del dovere. Missy svolge un lavoro molto importante per la comunità e lei con tutto il rispetto non ha diritto di denigrarla. Suppongo che anche lei è stata mandata a scuola oppure è nata già con questo tipo di educazione?"
Lo sfogo di Steve era stato sorprendente, Missy non avrebbe mai creduto che si sarebbe calato così bene nella parte, sua madre era diventata viola per l'imbarazzo e suo padre cercava di mascherare un ghigno di sorpresa senza riuscirci.
Il silenzio a tavola prese a fare da padrone, mentre Steve si allentava il nodo della cravatta .
Forse era meglio andare via.
Missy si alzò in piedi e invitò Steve con lo sguardo a fare lo stesso.
"Grazie per la cena ,noi ora dovremmo andare. "
Suo padre si alzò e strinse la mano a Steve che lo ringraziò per la cena .
Poi abbracciò sua figlia sussurrandole all'orecchio 'ottima scelta'.
"Mamma noi andiamo."
"Signora,grazie mille per la cena."
"Oh non dire sciocchezze Steve,torna pure quando vuoi e chiamami Eleanor. Ciao tesoro ci sentiamo domani."
Missy rimase stupita, sua madre aveva detto a Steve di chiamarla per nome.
Li accompagnarono alla porta e rimasero lì fin quando salirono in macchina.
Missy stava per chiudere lo sportello ma Steve glielo impedì.
"Che fai? Spostati."
"Principessa devo darti almeno un bacio altrimenti tua madre potrebbe insospettirsi."
"Cosa? Tu sei pazzo!"
"Ok, ma se domani ti chiederà come mai non l'ho fatto inventati una buona scusa. È ancora dietro la finestra ad osservarci."
Missy guardò oltre le sue spalle e vide effettivamente sua madre dietro la finestra del salone.
Si mise una mano in faccia e borbottò.
"Vedi di non approfittare della situazione potrei ucciderti."
Steve le sorrise e si avvicinò piano sfiorando le labbra con le sue.
Ma prima che riuscisse a sentire il calore o la morbidezza di quelle labbra lei si era già allontanata.
Scosse la testa divertito , tanto prima o poi quel bacio l'avrebbe avuto.

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