💫 15

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Steve l'aveva portata a casa ,ma stavolta aveva preferito casa sua per non correre alcun rischio,non poteva permettere che incontrasse nuovamente Smith.
La mise sul letto che profumava di lei, si guardò intorno e notò la differenza tra le sue vecchie stanze e questa, tutto dimostrava il carattere di Missy.
Un letto matrimoniale con testiera  in pelle bianca,un piumone bordeaux ,una poltrona reclinabile e una tavolinetto da lettura con una lampada retrò.
Un enorme armadio scorrevole bianco e argento che richiamava il resto dei mobili, sul comò due foto una dei suoi genitori e una con le sue amiche .
Fece per lasciarla ,voleva andare a prendere un bicchiere d'acqua sembrava sfinita da tutto quel pianto .
"Avevi promesso di restare. Non lasciarmi Steve."
Le posò un bacio sulla fronte.
"Non ti lascio principessa ,vado a prenderti un bicchiere d'acqua torno subito." 
Lo vide lasciare la stanza e si tirò a sedere sul grande letto matrimoniale ,si sentiva svuotata . Steve l'avrebbe giudicata? Da adesso l'avrebbe guardata in modo diverso?
Lo vide rientrare dopo appena due minuti con un sorriso stampato sul viso, era sincero ? O stava solo sorridendo per circostanza.
"Tieni bevi un po'. "
La passò il bicchiere e le spostò una ciocca di capelli dagli occhi.
"Vuoi mangiare? "
"No. Non ho fame."
"Te la senti di continuare?"
Missy lo guardò attenta, gli aveva raccontato la parte peggiore e voleva sapere altro forse non era cambiato niente per lui.
"Clarence venne a portarmi una camomilla e mi trovò in un lago di sangue , mi chiese chi era stato ma io non parlai. Mi aiutò a lavarmi è stata l'unica a capire cosa era successo, le chiesi di mantenere il segreto non volevo che mia madre mi sgridasse. E poi ero fin troppo affezionata a Clarence per permettere che mia madre la ritenesse colpevole e la mandasse via. "
Steve scalciò via le scarpe e si sedette di fianco a lei passando un braccio intorno alle spalle.
"Per quale motivo avrebbe dovuto ritenerla colpevole?"
Missy fece un sorriso sghembo.
" Tu non conosci Eleanor Carter , avevo sette anni e dopo tante insistenze accettò di farmi andare al parco. Raccomandava sempre Rosario la tata che mi aveva vista nascere di non farmi giocare con nessuno . Solo una volta ho trasgredito le regole giocando a palla con dei bambini, quando siamo rientrate avevo le scarpe sporche di fango. Mia madre mi ha spedita in camera proibendomi qualsiasi altro tipo di svago che prevedesse uscire di casa e ha licenziato in tronco Rosario. Ho pianto per molti giorni finché mio padre non mi ha portato una lettera da parte di Rosario, le aveva trovato un nuovo lavoro e una casetta di cui mi scrisse l'indirizzo. Vado ancora a trovarla appena posso. Ecco perché non ho voluto che Clarence parlasse."
Prese il bicchiere e finì di bere l'acqua che c'era e lo passò a Steve che lo mise sul comodino.
" Diventai scontrosa ,odiavo mia madre e tutto il suo mondo marcio dell'alta società . Tagliai i capelli da sola e li tinsi di nero, adottai un abbigliamento poco gradito a mia madre e chiusi a chiave quella stanza non permettendo a nessuno di aprirla. "
Ecco perché Steve aveva visto delle foto in quella stanza che la ritraevano con lunghi capelli biondi.
"Purtroppo dopo sette mesi le cose si complicarono ,la pancia non si vedeva molto ma riuscivo a nasconderla con felpe enormi ,uscivo pochissimo e con grande piacere di mia madre accettai le lezioni private. Un pomeriggio iniziai a sudare avevo forti crampi alla pancia e dovettero portarmi in clinica. Clarence mi stava vicina e diceva di non preoccuparmi che presto tutto sarebbe finito. Mi fu praticato un taglio cesareo, avevo una emorragia e il feto era morto da due giorni. Forse lo aveva sentito che non lo avevo mai voluto. Mio padre riuscì grazie alle sue conoscenze a insabbiare tutto , seppellì quel corpo in una piccola cassa al cimitero e tutti seppero che io ero stata operata di appendicite. La croce bianca che hai visto affianco alla lapide di nonna Anne appartiene a quel feto. "
Guardò Steve cercando un cambiamento nella sua espressione,ma l'unica che vi trovò fu rabbia.
Gli accarezzò il viso e si accoccolò contro il suo petto .
"Dopo quella terribile esperienza mio padre iniziò a portarmi con lui ,mi lasciava interi pomeriggi con una sua collega che ho scoperto dopo molti anni essere una psicologa. Mi sono rialzata grazie alle mie amiche ,ho conseguito la laurea in psicopedagogia infantile e ho iniziato a lavorare. Ho continuato a mantenere un profilo basso ,non faccio più la tinta nera, i miei capelli si sono scuriti con il passare degli anni. Ma non li ho più cresciuti, i capelli lunghi attirano gli sguardi,come gonne e vestiti corti. Ho tenuto alla larga ogni ragazzo o uomo che mi è stato presentato , avevo giurato a me stessa che sarei rimasta sola non avevo bisogno di uno di loro. Ma tutto questo oltre ad avermi segnata profondamente non mi ha provocato il dolore che mi hanno provocato le parole di mia madre quando ha scoperto che ero incinta di sette mesi. Mi ha dato della  sgualdrina."
Steve aveva ascoltato tutto alla perfezione, adesso aveva un motivo in più per odiare Smith e odiava anche Eleanor Carter. Quella donna era fredda come un cubetto di ghiaccio , anziché stare vicina alla figlia le aveva dato contro.
Per arginare la sua ira prese a raccontare di sua sorella.
"Melody aveva da poco compiuto diciotto anni ,una sera non mi era stato possibile andare a prenderla alla scuola di danza ma mi rassicurò che aveva trovato un passaggio. Passò un po' di tempo in cui la vedevo felice e spensierata ,era contenta ma non mi disse il motivo. Io credevo che fosse perché la coreografia che stavano preparando andasse bene, dopo un paio di mesi però iniziai a notare dei cambiamenti. Si era sempre confidata con me ,ma da quando aveva conosciuto questo tipo non mi raccontava più niente. Dicevo a mia madre che c'era qualcosa che non andava ma lei mi rassicurava ,conosceva bene i suoi figli e Melody non aveva niente di strano. Io invece la vedevo sempre più strana e scontrosa ,usciva sempre di più e quando rientrava si faceva di nuovo la doccia nonostante l'avesse fatta prima di uscire. Una sera la seguii e la vidi salire su un auto con Smith ,all'epoca non sapevo chi fosse. Purtroppo il mio lavoro richiedeva una certa attenzione per una cosa che stavo facendo e per un po' di tempo non mi occupai più di fare attenzione a lei. "
Lo vide deglutire ,anche per lui era arrivato il momento di aprire il vaso di Pandora e tirare fuori i suoi problemi.
"Cosa successe?"
"Una sera rientrai in casa e sentii mia madre piangere , finalmente il lavoro che mi teneva occupato era finito potevo dedicarmi un po' alla mia famiglia. Salii le scale e raggiunsi mia madre ,la scena che si presentò davanti ai miei occhi mi lasciò ghiacciato . Melody pendeva senza vita a una corda legata al lampadario e mia madre la teneva stretta dai piedi piangendo la sua bambina."
Non aveva mai raccontato a nessuno quell'episodio, aveva tirato giù il corpo senza vita della sorella.
Sua madre perse la ragione e bisognò rinchiuderla in un istituto di igiene mentale, le aveva promesso che avrebbe trovato il colpevole del gesto della sua bambina.
Aveva dovuto mettere le mani tra gli effetti personali di sua sorella ,controllare tutte le persone con cui aveva a che fare alla scuola di danza . Ma nessuna ricerca aveva dato frutti ,non ricordava neanche che macchina fosse quella su cui era salita tempo prima e che lui aveva seguito.
Niente.
I giornali dissero che si era suicidata per la triste e disastrosa situazione familiare.
Ma sin da piccola Melody aveva superato l'abbandono del padre, non era stato quello il motivo.
Sentiva il corpo di Missy rigido vicino al suo mentre continuava il suo racconto, sapeva che con la storia di sua sorella l'avrebbe turbata ancora di più ma non poteva fare a meno di condividere con lei il suo passato.
"Dopo un mese mi decisi a lasciare quella casa, portai via pochissime cose ,delle foto, un vecchio baule e i portagioie di mia madre e di Melody. Non riuscivo a stare lì, avevo preso un piccolo bilocale e mi ero trasferito. Una sera stavo mettendo a posto le poche cose che avevo portato e il cofanetto di Melody cadde a terra ,il contenuto si rovesciò sul pavimento e dal fondo in velluto comparve una lettera ,era indirizzata a me."
Strinse i pugni , ricordava quel momento come fosse passato un solo giorno anziché un anno e mezzo.
"Cosa c'era scritto "
La richiesta di Missy e la sua voce melodica lo riportarono in quella stanza.
"Si scusava con me per il suo gesto , non sarebbe arrivata a tanto se non fosse stato che provava ribrezzo per se stessa e per ciò che aveva permesso. Si era invaghita di quello che aveva creduto essere il grande amore della sua vita , Bradley Smith. Quel bastardo figlio di puttana la circuiva a suo piacimento e sfruttava quello che lei credeva amore, la costringeva a prostituirsi con vecchi balordi che lo pagavano profumatamente. Melody capì che sarebbe stata libera solo in un modo. Mi ha chiesto perdono, capisci ha chiesto perdono a me. È solo colpa mia se le è successo tutto quanto, solo colpa mia. Da quel giorno ho giurato vendetta . Smith pagherà per quello che ha fatto a mia sorella e a te dovessi anche metterci tutta la vita!"
Missy si allontanò di poco per guardarlo dritto negli occhi , doveva dirgli che lo aveva riconosciuto, odiava tenere le cose nascoste e questa volta era giunto il tempo di non nascondere più niente.
"Steve io ti ho mentito. Quando mi sono sentita male è stato perché ho riconosciuto Bradley a casa tua. Perché sei immischiato con lui? Non voglio che ti avvicini troppo."
Steve scese dal letto e iniziò a fare avanti e indietro nella stanza spaziosa , questo era un punto dolente non poteva metterla al corrente di quello che stava succedendo l'avrebbe messa a rischio ed era l'ultima cosa che voleva.
"Ci sono cose che non ti ho detto ed è meglio che tu non le sappia ,non voglio che abbia modo di avvicinarsi a te . Già ti ha vista e questo non mi piace ,non voglio che tu corra rischi inutili. "
Missy scosse la testa, era più che certa che lui non l'avesse riconosciuta ,erano passati tredici anni e lei era cambiata molto.
"Steve cos'altro dovrei sapere? Ho capito che sei un poliziotto ,quello che non capisco è cosa ci faceva a casa tua."
Steve la guardò sbalordito, come aveva fatto a capire che era un poliziotto, più che poliziotto era un agente speciale che prestava servizio in incognita. Era un infiltrato.
"Se ti stai chiedendo come ho fatto a capirlo non ci vuole molto. Dovresti dire al tipo che risponde al centralino di essere più professionale ,non rispondere con la bocca piena e evitare di dire a un certo Jasper mi pare ,che al telefono c'è la vicina di Steve. Inoltre dovresti avvertire il tipo che è venuto a casa tua dopo i miei reclami che quando si va a fare un reclamo ,non ci si aggiunge alla festa. E poi....."
Steve scoppiò a ridere ,era la prima risata da giorni ormai, non poteva credere alle sue orecchie, Missy sapeva con chi aveva a che fare.
"Cosa c'è di tanto divertente? Credevi davvero che non lo avrei capito? Ti basta guardarti per capire che con quella massa di gentaglia che ti invadeva casa non c'entri nulla. "
Steve la raggiunse sul letto.
"Devo ammetterlo mi hai spiazzato, credevo che la mia copertura fosse credibile, spero che non siano tutti guardinghi come te altrimenti sono nei guai."
Le si era avvicinato molto e le fissava con insistenza le labbra, voleva baciarla .
Missy era in difficoltà ,la vicinanza di Steve la stordiva e al tempo stesso la intimoriva.
Si allontanò di scatto e cambiò discorso.
"Cosa hai intenzione di fare ora? Lo hai a tiro puoi arrestarlo e farla finita."
Steve si grattò la testa e negò con forza.
"No. Non se ne parla, non posso ancora arrestarlo. C'è un giro di droga e prostituzione legato al suo nome ,devo capire chi sono i suoi contatti e riuscire a chiudere il cerchio solo allora potrò arrestarlo. Ma fino ad allora dovrò stargli incollato, credo che sia opera sua se sono stato picchiato. Di sicuro qualcuno ha fatto la spia, e sono convinto di sapere chi è stato. Stasera avrò la conferma ai miei sospetti."
Missy trasalì.
"Stasera? Dove devi andare stasera?"
"Principessa è il mio lavoro e devo continuare a farlo , non posso venire meno alle mie promesse e soprattutto ai giuramenti che ho fatto. Stasera c'è il ritrovo al covo ,devo andare un po' prima per accertarmi del mio sospetto. "
"Farai attenzione? Non voglio perdere il primo amico che ho trovato."
Anche se quelle parole a Steve diedero una stoccata nel petto cercò di mascherare il senso di vuoto con un mezzo sorriso forzato.
"Tranquilla non corro alcun rischio. Tu piuttosto prometti che non ti muoverai da quì. Voglio saperti al sicuro e stare tranquillo. "
"Steve ho passato tredici anni della mia vita nel totale dell'anonimato ,non diventerò certo un elemento di spicco da un momento all'altro. "
"Principessa lui ti ha vista e anche se potrebbe non averti riconosciuta ,sta sicura che farà di tutto per sapere chi sei. Vorrà conoscerti e corteggiarti come suo solito ,sono mesi che osservo il suo modus operandi . Ma stavolta ha fatto male i suoi calcoli. Tu non sarai di nuovo nelle sue mani."
Le parole di Steve la fecero rabbrividire, il riferimento alle mani di Smith nonostante fossero passati tanti anni le fece tornare ricordi in superficie.
Le si avvicinò e le passò le mani sulle braccia.
"Prometti che non uscirai e che non aprirai a nessuno. Ti prego ho bisogno di saperti al sicuro. E quì, finché nessuno sa, lo sei. "
"Va bene Steve te lo prometto. Ma non potrò restare a lungo rinchiusa in casa, ti ricordo che tra pochi giorni devo tornare a lavoro. Non puoi  vietarmi di fare quello che ho sempre fatto."
Steve appoggiò la fronte sulla sua e sospirò pesantemente, non aveva torto. Forse doveva evitare di farsi vedere con lei per evitarle qualsiasi pericolo. Ma Smith l'aveva vista e già quello bastava . No in nessun modo poteva lasciarla sola.
"Ascolta principessa , in questi giorni troveremo una soluzione. Non ho la minima intenzione di lasciarti sola e alla mercé di quel bastardo. Vorrà dire che ti accompagnerò a scuola e verrò a riprenderti. Sono pur sempre il tuo fidanzato no? Tua madre non è stupida ,se non lo faccio inizierà a credere che era tutta una farsa. "
Missy lo guardava dubbiosa , sua madre era un conto, ma tutte le colleghe e chiunque la vedesse era un altro. Non che le importasse poi così tanto , però più tempo passava in sua compagnia più provava affetto per lui e questo non credeva fosse proprio un bene.
Steve le tracciò il contorno del viso con un dito e le guardò famelico la bocca, sapeva cosa voleva ma era in grado di darglielo? O si sarebbe sentita per l'ennesima volta sporca?
Forse non era in grado di affrontare delle emozioni sconosciute in un momento tanto delicato, per anni si era nascosta e aveva cercato di vivere una vita normale .
E tutto sommato ci era anche riuscita , le sue amiche l'avevano sempre spronata ma lei aveva rifiutato categoricamente finché....
Finché non era arrivato Steve a stravolgere la sua vita piatta , si era infilato quasi di prepotenza e aveva demolito le sue difese.
Ora era diventato quasi un punto fermo nella sua vita e lei gli si era appoggiata sperando di non cadere.

Nessuno è quel che sembraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora