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Mi buttai sul letto esausta. Avevo passato tutta la mattina a pulire la casa ed ora la mia pancia brontolava.

In casa non avevo ancora niente, dato che non avevo ancora fatto la spesa, così svogliatamente mi alzai per andare in paese.

Legai i capelli in una crocchia disordinata e presi la borsa.

Di andare a caccia era fuori discussione dato che sicuramente era territorio di un branco e questo significava problemi.

Dovevo, però, per forza passare per il bosco così abbassai il mio potere.

Era una tecnica che avevo appreso quando mi avevano cacciata. Quando sei da solo devi imparare a sopravvivere.

Arrivata al limite del bosco, mi si presentava davanti un sentiero che percorsi camminando. In mezz'ora ero fuori dal bosco.

Si sentivano le risate dei bambini mentre giocavano nelle pozzanghere. Come avevo previsto aveva piovuto.

Segui la stradina passando per diverse case.

Gli odori che mi arrivarono furono di persone magiche. La maggior parte licantropi.

Vedevo che mi guardavano curiosi, ci credevo in questo momento avevo un odore umano e nessuno qui lo era.

Ignorai gli sguardi curiosi e camminai dritta a testa alta finchè una palla mi colpì la gamba.

Mi abbasso e la raccolgo "Scusi signorina, ci puo' ridare la palla?" Guardo la palla e poi il bambino. Avrà si o no sei anni, biondo, occhi azzurri e soprattutto un lycan. Dall'odore che si porta dietro è un parente diretto del beta di questo branco, probabilmente il fratello.

Gli consegno la palla e lo supero sentendolo ringraziarmi dietro di me.

Finalmente arrivo al supermercato, passo per i vari reparti e tutte le persone mi fissano "Una foto dura di più" dico a bassa voce abbassandomi a prendere la pasta.

Ho usato un tono basso perchè ero certa che mi avrebbero sentito, infatti si sono tutti voltati. Finalmente.

Arrivo alla cassa ignorando la cassiera che prova a fare conversazione. Non la calcolo perchè il suo obbiettivo è raccogliere informazioni sul mio conto da fornire al beta che poi le passerà all'Alpha. Cosa già vista.

Pago il conto, mi passa un volontino di una fiera stasera in paese. Prendo il tutto ed esco.

La mia pancia continua a brontolare, così velocemente mi avvio verso il sentiero sul bosco che mi porta a casa.

Arrivo davanti alla porta e una volta aperta l'odore che mi arriva non è più di polvere, ma di pulito. Che gioia.

Mi avvio verso la cucina e mi preparo velocemente un panino che divoro in un lampo. Pulisco il tavolo e inizio a mettere la spesa nei vari cassetti.

Una volta finito, mi rendo conto che odoro di sudore dato che non mi sono ancora lavata.

Salgo su in camera mia e vado in bagno.
Mi faccio una doccia veloce, mi copro con un asciugamano il corpo e con l'altro i capelli. Arrivata di fronte all'armadio tiro fuori l'intimo e un paio di jens corti con una maglia che si lega al collo lasciando scoperta la schiena e la pancia.

Pronta.

Mi butto sul letto e inizio a pensare.

Molto probabilmente in poco tempo verrò riconosciuta per quello che sono realmente e dovrò subire un altro interrogatorio. Non ne posso più.

Un soffio di vento entra in camera facendomi volare in faccia il volantino.
Me lo tolgo e lo leggo.

Ore 21:00 fiera di inizio estate. Non mancate!

Forse mi farà bene uscire. Guardo l'orologio sul polso e noto che si sono fatte le sette. Wow il tempo è volato.

Mi alzo dal letto e scendo le scale.

Vado in cucina e metto a bollire l'acqua per una pasta in bianco veloce.

Una volta mangiato vado in camera dove indosso la mia giacca in pelle.

Sono le nove e un quarto, bene posso andare.

Esco di casa e davanti al sentiero mi fermo, chiudo gli occhi e ascolto. Nessuno. Sono tutti in paese quindi posso correre.
In meno di cinque minuti sono al confine del paese. Si sente una musichina spensierata, bambini che urlano sulle giostre, adulti mal cresciuti che giocano al tiro al segno. Si prospetta una serata noiosa. Sbuffo.

Mi metto a girovagare per le bancherelle, finché non vedo un bar, ho sete quindi entro.

Una volta dentro noto un tavolo da bigliardo dove sta giocando un gruppettino di ragazzi. Lupi.

Noto il beta dall'aura intento a colpire la pallina, mentre l'Alpha deve essere quello di spalle. Emana un potere sconvolgente anche per un Alpha.

Li osservo per poi guardarmi intorno. Noto che ad ogni tavolo ci sono uomini e mi stanno fissando. Sono cacciatori.

I cacciattori sono dei guerrieri scelti per la loro capacità sorprendente nel utilizzare l'olfatto. Per cosa? Individuare creature magiche e dal modo in cui mi stanno guardando sembra che abbiano appena capito chi sia. La pacchia è finita.

Riguardo il tavolo di bigliardo e noto che il gruppetto che stava giocando ora è intento a guardarmi. I cacciatori gli hanno avvisati telepaticamente a quanto pare.

Non mostro nessuna emozione, neppure quando noto il beta farsi largo tra i ragazzi.

Ha una corporatura massiccia evidenziata da una maglia bianca a mezze maniche e da dei jeans stretti, capelli biondi cenere.

Lo sguardo è di un marrone scuro che in questo momento mi sta guardando come a volermi sottomettere.  Aia, mossa sbagliata.

"Abbassa la testa, solitaria" mi dice tra i denti appena è ad un palmo dalla mia faccia.

Sorrido "Mai" e gli posiziono le mani sul petto spingendolo indietro.

I ragazzi iniziano a mostrare i denti ringhiando.

"Wow irascibili" dico prendendoli in giro e facendoli arrabbiare ancora di più.

Nel frattempo noto che l'Alpha é ancora di spalle, senza intervenire.

Gli riguardo "Vedete? Anche il vostro Alpha mi lascia stare perchè non seguite il suo esempio e vi levate dalle palle?" Dico con tranquillità.

Il beta mi viene addosso cercando di colpirmi con un pugno che evito senza problemi. Una delle fortune di essere cresciuta da sola, devi sapere difenderti.

È pronto a riattaccarmi, ma una voce lo blocca "Fermati".

Il suo pugno si ferma a mezz'aria e io mi rimetto dritta aggiustando la giacca in pelle. Mi volto verso il bacone, lo scavalco, prendo una bottiglia d'acqua minerale e appoggio i soldi sul bancone.

Scavalco il bancone, mi ritrovo davanti al beta con gli occhi ancora iniettati di rabbia per avergli mancato di rispetto. Oddio che paura. Scherzavo ovviamente.

Gli batto due pacche sul petto per farlo ancora innervosire. Mi ringhia, ma non puo' farmi nulla.

"Non esagerare, solitaria" dice l'Alpha ancora di spalle.

Guardo il beta e dico "Dì al tuo amico che non parlo con le persone che quando mi dicono qualcosa non mi guardano in faccia" consapevole che lui mi stia ascostando.

Mi volto, incamminandomi nel varco che i lupacchiotti mi lasciano.

È stato divertente penso una volta fuori.

DafinaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora