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"Che cosa?" Mi volto e lo guardo ad occhi spalancati.

Lui fa spallucce e continua a guidare.
"Cosa significa che io devo venire con te?!"

Accosta in un angolo della strada, slaccia la cintura prendendo il mio volto tra le mani.

"Senti mi dispiace avertelo detto così e so che qua hai fatto nuove amicizie e che ti trovi bene, ma devo tornare a casa ci sono cose di cui mi devo occupare e senza di te non posso andarmene." Mi accarezza il volto "Lo capisci vero?" Sospiro e annuisco.


Lui mi sorride e mi lascia un leggero bacio sulle labbra per poi rimettersi a guidare.


Domani arrivò troppo presto così come il momento di salutare tutti.

"Fai buon viaggio e ricorda che qui sei sempre la benvenuta" mi disse Alex mentre mi stringeva a se per poi lasciarmi e darmi la possibilità di salutare Susan.

Piangeva e si stringeva le spalle guardandomi come ad implorarmi di rimanere.

Mi sentivo morire. La mia prima e vera amica e già la dovevo lasciare.

Mi avvicinai e la strinsi forte, l'odore di viole mi arrivò al naso e mi salì un magone pensando al fatto che non l'avrei sentito più tutti i giorni.

"Ti voglio bene, Dafi" mi disse con la voce rotta.

Mi allontanai e guardandola negli occhi le dissi "Anch'io" mi sorrise in mezzo alle lacrime "Verrò a trovarti molto presto, non ti libererai di me" risi "Ci conto".

Senti il clacson e mi girai a guardare Nick che in auto mi aspettava impaziente.
Mi rigirai per salutare un ultima volta quelli che erano diventati, ormai, miei amici e salì in macchina.


"Tutto bene?" Annui solamente e lui mi posò una mano sulla coscia con fare confortevole.

Le strade erano sgombre e appena superammo il confine del territorio di Alex notai tra gli alberi lupi mannari che ci seguivano.

Uno di loro era Josh lo riconobbi dal suo odore e dal colore del suo pelo.

Mancava ormai poco e saremmo arrivati, riconoscevo i luoghi come se mi fossi svegliata da un sogno e questa fosse la vita vera.

Nick non aveva mai spostato la mano dalla mia coscia, solo per cambiare le marce.

Una volta davanti a casa notai i lupi sparire e probabilmente tornare a casa vista la tarda ora.

Erano le tre di mattina e anche se avevamo viaggiato solo quattro ore, mi sentivo distrutta.

Scendemmo dalla macchina in contemporanea e decidemmo che le valigie le avremmo scaricate dopo una bella dormita.

Entrare in "casa" fu strano.
Tutto era come lo avevo lasciato, se nom fosse stato per il silenzio circostante.

Presi un profondo respiro. Ero di nuovo qua e non sapevo se fosse una cosa positiva o meno.

Nick sentendo il mio disagio premette la sua mano sulla mia schiena spingendomi verso le scale dove erano situate le camere.

Piano piano ripercorsi il cammino che mi avrebbe portato alla mia "stanza", ma Nick mi bloccò quando mi vide continuare a camminare.

Lui era fermo davanti alla sua stanza e mi guardava stranito, cosa che feci pure io.
"Dove pensi di andare?" "In camera, o mi avete cambiato stanza?" Lui mi sorrise come se fossi una bambina a cui doveva spiegare qualcosa di stupido.


DafinaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora