capitolo 42

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Dopo aver fatto un cenno alle ragazze,entrai.Accostai la porta non lasciando che si chiudesse del tutto e Connor sembró notarlo e abbassó la testa con il viso più tormentato di prima.

Non lo avrei mai fatto se non fosse per quello che è successo.Solo..non lo riconosco più.

"Allora.."da fine al silenzio angosciante creatosi."come va con..lo studio?"

Alzo un sopracciglio sorpresa per ciò che mi ha chiesto.Non mi capacito di come,dopo tutto quello che è successo e ciò che sta succedendo,lui mi possa chiedere di una cosa del genere.

"Io spero che tu stia scherzando."mi scappó un sorriso forzato.

Alzó finalmente lo sguardo verso di me e sembró farsi sempre più piccolo sotto i miei occhi.

"Dimmi un'po,cosa ti danno in questa cazzo di clinica?Pillole per cancellare la memoria?No perché se è così,ti prego di darmene qualcuna."Rimango ferma sul mio posto.

"Summer.." si alza con fatica.

Indietreggio senza volerlo veramente e lui si ferma subito.

"Hai paura..di me?"dice cercando di mantenere un tono apatico ma tutto,in lui,lo tradisce.

"Mettiti nei miei panni Connor" quasi sussurro.

"Vedrò di tenere le distanze.."si rimette a sedere ed è come se dentro di me,morisse qualcosa.

"Sai.."sorride"non mi sono mai odiato così tanto in vita mia come in questi giorni.E l'ho ammetto,a te summer,ho desiderato più volte di essere al suo posto."

"al suo posto?"chiedo cercando di chiarirmi il dubbio.

"Beh sai..Nic,il mio migliore amico.Fa tutto così schifo Summer,non c'è nulla di giusto in tutto questo."Prende un grande respiro mentre butta la testa all'indietro appoggiandola al muro dietro di sè.
"Ricordi quando mi assicuravi che non avrebbero detto parola sul mio stato psicologico?Sei stata una bugiarda perché guarda dove sono da settimane."

Sento una forte stretta allo stomaco e nella mia mente si fa vivo il ricordo di quella conversazione

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Sento una forte stretta allo stomaco e nella mia mente si fa vivo il ricordo di quella conversazione.

"Ho tirato fuori il peggio di me in queste quattro mura e ho avuto paura Summer,tanta.La solitudine mi ha portato a   stare solo con me stesso ed è ciò da cui stavo lontano da tempo.Ce stato un momento in cui ho desiderato tanto di essere Nic da urlare nel bel mezzo della notte dalla frustrazione.Mi chiedevo perché una persona così pura come lui se ne fosse andata mentre io ero qui.A dire la verità ho sempre avuto questo pensiero,anche al di fuori di qui,ma sembra che in questo posto senta tutte le mie emozioni ancora più vive.E con tutto questo non c'è stata notte,ne giorno ne ora ne secondo che io non abbia pensato a te."

Si raddrizza dal muro e ora cerca il mio sguardo.Lo vedo fermarsi per qualche secondo,i suoi occhi lucidi ai pochi raggi di sole che entravano dalla finestra sbarrata.
La sua voce si era fatta roca e tremante,tanto dal rendere l'ultima frase così straziante da farmi crollare del tutto.

"Passavano i giorni,passavano i ragazzi,i miei genitori,i dottori,ma tu mai.Giorno dopo giorno osservavo come tu non entrassi mai da quella porta.Non so nemmeno come dirti come stavo perché la mia testa non faceva altro che pulsare e bruciare.Stavo capendo che tu non saresti mai venuta a trovarmi,stavo capendo che l'unica cosa che mi teneva in pace eri tu,stavo capendo che erano riusciti ad incastrami,che avrei iniziato a stare di merda per tutto questo puttanaio e con me,imiei amici e i miei genitori.
E stavo capendo che ero e sono innamorato di te,Summer. Mi manchi terribilmente,mi manca tutto ma tu più di ogni cosa."

Sembró che per un momento il mio corpo cedesse,non credevo a tutto ciò che avevo sentito e sembrava che volesse continuare a dire dell'altro ma non sapevo per quanto potessi rimanere lì in piedi ad ascoltarlo.

Mi ha detto di essere innamorato di me.
Il modo in cui l'ha detto,lo sguardo che mi ha rivolto nel mentre rimangono impressi nella mia mente.

"quella sera.." continua "Non ti avrei mai fatto del male Summer.Preferirei morire.
Stavo impazzendo e non posso dire di meno in questo momento,ero disperato ma di certo questo non può essere una scusa per il mio comportamento. La mia testa era piena di domande,avevo stramaledettente bisogno di te,del tuo stupido ottimismo e delle tue labbra sulle mie."

Mi morsi il labbro per trattenere ogni cosa stessi per fare.I miei occhi bruciavano e con loro,il mio petto tanto da dover portare le braccia ad incrociarsi sotto il seno.

"All'inizio non capivo,quando ti ho..aggredita"abbassa lo sguardo"non capivo,perché non volevo capire.Non ero riuscito a capire che tu stessi tanto male quanto me.Non avevo capito che tu avessi potuto isolarti da tutto e da tutti,che potessi essere tanto soffocata da scappare di casa di notte fonda a correre per chissà dove. Non avevo capito che anche per te,forse valevo lo stesso qualcosa e non riuscivi a vedermi in questo stato.
Sono stato un egoista e ti chiedo scusa,ti volevo qui solo per alleviare il mio dolore e non stavo pensando a quanto tu avessi mai potuto sentire gli effetti di tutto questo."

Uno dei ragazzi avrà sicuramente parlato con lui e forse avevo già una mezza idea di chi fosse stato ma in quel momento,sapere chi fosse era una questione da mettere a secondo piano.

"Non ti devi scusare"rispondo finalmente ritrovando la mia voce."Non merito nessune scuse,stavo male si ma potevo trovare le forze per venirti a trovare.Le dovevo trovare e invece ho scelto la via più facile e sono una grandissima codarda per questo e mi dispiace."

Tremo tutta e cerco di nascondere le mani dentro alla giacca ma di sicuro la voce non mi aiuta e sono certa che Connor lo abbia già notato come io ho notato in lui come i suoi occhi ardessero dalla voglia di parlarmi più vicino e di come le sue mani fossero costellate di lividi.

Si alzó dal letto titubante e vidi chiaramente come l'indecisione e l'insicurezza sul da farsi fosse padrona in lui.
Poi non riuscii a trannere più le mie labbra che si incurvarono in un leggero sorriso e in un tempo tanto corto quando indefinito,annegai nel suo profumo.Le sue braccia erano intorno a me e la presa era tanto salda quanto la mia.Nessuno dei due credeva che fossimo davvero uno tra le braccia dell'altro.Sembrava che cercassimo la sicurezza nello stringerci di più.
La mia guancia fu raggiunta da un paio di gocce d'acqua e quando alzai la testa vidi che provenivano da Connor,stava..stava piangendo?

"Non lo dire nemmeno."mi precedette pensando sicuramente a cosa stessi per dire.Mi sorrise come non lo avevo mai visto fare.

Con la mano gli aggiustai il ciuffo di capelli e poi lasciai che ricadesse sulla guancia,accarezzandola.
I suoi occhi mi scrutavano attentamente non lasciandomi nemmeno per un secondo e prima che potessi avvicinarmi di più rese le distanze nulle tra di noi.

Ed era pace e guerra dentro di noi.

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