Era una settimana di fila che la pioggia batteva costantemente, accompagnata da enormi cavalloni e raffiche di vento. Una settimana da quando i due si erano rintanati in casa, accompagnati da momenti divertenti e piacevoli così come momenti in cui la voglia di scavarsi la fossa era estremamente elevata. Quella sera Hero era ai fornelli, il formaggio infestava i banconi della cucina e varie salse decoravano muri e mobili un tempo bianchi.
«Serve aiuto?» Domandò Lyon, vedendolo in palese difficoltà.
«Una mano mi farebbe comodo, Infondo» Rispose con un filo di imbarazzo il più grande.
Il castano si alzò dal tavo, avvicinandosi al più grande. Insieme sistemarono quel piccolo pasticcio, riuscendo a realizzare dei piccoli ma invitanti cheasburger.
«Secondo te sono commestibili?» Domandò preoccupato Hero, guardando in cagnesco il panino.
Lyon ridacchiò, di certo non erano avvelenati.
«Se non hai fame lo mangio io!» Gli assicurò, con tanto di ghigno soddisfatto.
Il demone si accigliò, sedendosi al suo posto, la sua cena costantemente sott'occhio. Era come un predatore con la preda, ma per Lyon era difficile costatare chi fra lui e il panino fosse l'effettiva preda del demone.
«Tranquillo Hero, scherzavo» Sdrammatizzò il castano, sedendosi anch'esso.
L'odore degli aromi inondò la cucitura, morso dopo morso. I due stettero in silenzio per l'intera serata, immersi nei loro pensieri. Tutto d'un tratto Hero scattò in piedi, posò il suo piatto nel lavello e si fiondo, letteralmente, nel salotto. Un corridoio dopo la cucina. Il castano rimase lì, immobile. Incapace di intendere e volere.
Aveva fatto qualcosa di sconveniente?
Era lui la causa di quella "fuga verso la salvezza"?
Forse, per tutta la settimana Hero era stato più strano del solito. Impacciato e provocatorio, ma anche dolce e irresistibile. Anche se non lo ammetteva era tenero sotto questo scorza, una tenerezza che il castano amava e voleva conoscere. Finito anche lui la sua cena, lavo i piatti raggiungendo a passo felpato il salotto. Sul divano centrale, non ché più comodo, vi si era acciambellato il demone. Una coperta di pile bianco lo copriva fin sotto il mento, ma uno dei due piedi penzolava oltre lo schienale. Sul tavolino vi era ancora poggiato il suo libro, o meglio quello che aveva sgraffignato da una mensola in preda alla noia, forse la lettura lo avrebbe distratto. Si accovacciò ai piedi del demone, esattamente fra due cuscini. Non passarono neppure venti minuti che già le palpebre si fecero pesanti, il sonno stava prendendo il sopravvento, era normale dopo la pesante giornata che aveva avuto. Ma lui, testardo, lottò contro sé per poter rimanere cosciente ancora un po'.
Un tuono irrompette nella scena, illuminando l'intera stanza. A causa del forte rumore il moro fu per un attimo "sveglio", giusto il tempo di girarsi dall'altro lato per ottenere una posizione migliore."Devo ammetterlo, è davvero...carino" pensò fra sé e sé Lyon, sorridendo.
Il demone sfoggiava un visetto da bimbo, con tanto di saliva che penzolava da un angolo della bocca semichiusa. Quel viso, gli era familiare, era come se Lyon lo avesse già visto, diverso tempo fa. Un nuovo attacco da parte di Morfeo lo colpì, sta volta un pieno. Si accasciò contro i cuscini, provocando un tonfo ovattato.
«Cos-!» Esclamò il demone, ancora intontito dal sonno.
Il tonfo lo aveva completamente svegliato ed ora era in cerca della causa, o in tal caso dell'artefice di ciò. Il suo sguardo ancora offuscato calò su di una mannera di ciuffi castani, il cui proprietario si era accucciato su di un cuscino ai suoi piedi. Infondo non era stato tanto male svegliarsi, oppure non avrebbe potuto ammirare quella visione traboccante di tenerezza. Un cucciolo di leone assorto in un dolce sogno.
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Heylà people,
Ci sono riuscita, li ho ripubblicando tutti!
Ditemi se ci sono dei bug (fa di no!)
Comunque sta sera esce il nuovo capitolo per farmi perdonare
Spero che questo vi sia piaciuto ^^
Al prossimo capitolo people ;3
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"Ꮍꮻꮜ ꭺꭱꭼ ꮇꭹ ꭰꭱꮜꮐ" (Ꮋꭼꭱꭹꮻ𝙽)
FanfictionLa sto revisionando (loading ...) - - - - - - - - - - - «Mi hai ripescato da sotto le onde e con la tua ancora hai rapito il mio cuore». «La tempesta che vedi non è un cattivo segno, solo il risultato di ciò che mi hai donato...amore mio!». ...