You are my drug {28}

897 51 33
                                    

Gli occhi gli bruciavano impetuosamente, come se gli avessero versato la lava sui bulbi oculari.
Correva, anche se non sapeva la ragione di quell'atto. Sapeva solo che doveva farlo, doveva sbrigarsi.

Era in ritardo per qualcosa?

Forse. la sua mente era così confusa...

Un'avvampata salmastra lo investì inpieno, a una cinquantina di metri dalla costa. Si bloccò di colpo, più bianco di un lenzuolo.
I ricordi scivolarono lenti lungo il lobo temporale del suo cervello, così vividi da sembrare frecce avvelenate il cui bersaglio era il cuore del castano.

Ricordava la sua voce, così sicura e dolce, un armonia unica alle orecchie del minore.
Ricordava il calore della sua pelle, i suoi muscoli, il suo viso, il suo sorriso...i suoi occhi...

Ricordava i loro ultimi istanti insieme, il polline giallo solleticargli la punta del naso e le loro risate mentre che giravano insistentemente dentro quel turbine oro bianco.

"E se lui ora non esiste più? E se siamo davvero nemici? Se non fosse neppure più lui?" Si domandò agitatissimo il castano, portandosi una mano alla bocca per evitare di urlare.

Perché aveva una voglia immana di urlare. Un bisogno così primitivo e necessario che quasi sembrava innaturale. Ma non voleva saltare a conclusioni affrettate.

Per prima cosa, dove stava andando con tale fretta?

A quell'ora per giunta, erano si e no le quattro del mattino...

Tentò di fare mente locale, doveva risalire a che giorno era oggi e cosa stava facendo quel determinato giorno nell'altra ""linea temporale"", se così poteva intenderla.
Concentrò le sue orbite dorate sulla pietra bianca divorata dalle ombre e dal muschio selvatico, cercò con tutto sé stesso di riportare alla mente i pensieri di quella mattina, ma tutto era così sfocato e confuso...così diverso.
Sbuffò esasperato, lasciando uscire dai suoi polmoni una grande manciata di anidrite carbonica, barattandola per altrettanto ossigeno.

«La partenza verso la capitale! Ma, se così fosse...non è cambiato nulla...?» Ragionò ad alta voce, tentando di scovare una risposta plausibile in quella situazione contrariata.

Afferrò un po' di coraggio a due mani, procedendo sicuro verso il porto. Attraccata al ponte vi era una imbarcazione a vela abbastanza grande, con le fiancate bianche aventi due uniche linee arancioni al centro. La vela era giallastra, rovinata dalla salsedine, così come il vecchio legno dell'albero maestro. Sulla prua spiccava una bandiera con il simbolo della capitale d'oro, attuale zona da cui stavano sbarcando.
Lyon corse verso il porto, dove un ragazzo dalla singolare chioma riccia di un candido rosa e un altro dai capelli corvini, di cui alcuni ciuffi nascondevano l'occhio dentro, stavano portando le ultime di una serie di casse sul ponte dell'imbarcazione.

«Lyones, cominciavo a pensare che non ti saresti svegliato in tempo...» Lo canzonò Mario, con il solo intendo quello di farlo "infuriare".

Ma Lyon non accennò la minima emozione, solo molto nervosismo causato dalle mille domande che gli frullavano in testa.

«Tutto ok amico, hai una faccia...» Domandò preoccupato Stefano, posando l'ultima cassa accanto alle altre e lanciando un'occhiata al fidanzato, il corvino, il quale rispose con un alzata di spalle.

«Dove sono gli altri?» Rispose, ignorando la domanda del rosato.

«Stanno arrivando» Lo rassicurarono all'unisono i due, indicando un punto impreciso alle loro spalle.

Lyon, con la confusione intrisa negli occhi, si voltò a guardare lo stesso punto dei due.

Il sorriso riaffiorò sulle sue labbra.

Dietro le figure di Anna e Steve, che li raggiungevano tenendosi per mano, vi era una terza figura.

Vi era lui.

Lyon si dette una spinta con le gambe, andando incontro al demone dagli occhi bianchi che lo accolse a braccia aperte. L'impatto fu così forte che fecero una piroetta su loro stessi cadendo a terra con il minore sulle gambe del maggiore, ancora attaccato al suo collo.

«Per un attimo ho temuto di non rivederti» Confessò in un sussurro il minore, con le lacrime agli occhi.

Herobrine gli baciò la fronte, incastrandogli fra l'orecchio e i capelli castani lo stello di un fiore.

Un fiore dalla corolla d'oro bianco.

«Non ti sbarazzerai così facilmente di me, cucciolo» Rispose il maggiore, rubandogli un dolce bacio che Lyon ricambiò senza batter ciglio.

«Ehi piccioncini, che ne dite di darvi una mossa? Manca poco all'alba e non so voi, io vorrei essere in mare prima che il sole sorga...» Li "rimproverò" Steve, accompagnato dalle risate del resto del gruppo.

I due amanti si staccarono un po' di malavoglia, esclamando un "Arriviamo". Hero prese la calda mano del minore nella sua, correndo verso il ponte dell'imbarcazione.

«Pronto per una nuova avventura, cucciolo?».

Lyon rise, annuendo con il capo.

«Sempre, finché mi starai accanto, amore mio».

"Ormai la mia droga...sei tu!" Pensò, mentre la barca si allontanava placida verso una nuova avventura.

Un avventura unica e irripetibile.

♡THE END♡


- - - - - - - - - - - - - - - - - -

E già ragazzi.

Siamo giunti alla fine!

La fine di una storia che non avrei ma immaginato di scrivere

Una storia nata puramente a caso, un pomeriggio d'estate dove il mondo mi cadeva addosso e la voglia di scrivere era ENORME.

Grazie per il vostro sostegno, per i vostri commenti scherzosi o di incoraggiamento

Grazie per avermi sostenuta nei periodi bui, per non avermi abbandonata

Per avermi sopportata, per essermi stati accanto durante tutti e 28 capitoli

Lettori migliori di voi non potevano capitarmi!!

Spero che questo lieto fine vi sia piaciuto, chissà che un giorno non scriva un continuo...

Per il momento ci vediamo in un altro libro, qualunque esso sia...

GRAZIE DI CUORE CIOCCOCIDI

VI LOVVO MALE♡

-Kimiko Yamazaki

"Ꮍꮻꮜ ꭺꭱꭼ ꮇꭹ ꭰꭱꮜꮐ" (Ꮋꭼꭱꭹꮻ𝙽)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora