Memories {27}

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Alla fine i due decisero di andare avanti, seguendo un percorso invisibile agli occhi lungo quei prati così bizzarri.
Camminavano in silenzio, seguendo l'uno le orme dell'altro. La quiete governava indisturbata sulla vasta radura priva di vita umana, non si udiva neppure lo scalpitare dei loro passi, come se il suono si intrufolasse nel sottosuolo disperdendosi in esso. Lyon era leggermente irrequieto, sentendosi continuamente osservato e giudicato ad ogni suo passo da presenze immateriali.
Ma con lui vi era solo Hero...

«Sei silenzioso...» Esclamò Hero, rivolgendo lo sguardo al viso sperduto del leoncino.

Il minore scosse leggermente il capo, fissando i suoi piedi avanzare un passo dopo l'altro.

«Ho una strana sensazione...questo posto non mi convince...» Confessò il castano, guardandosi intorno guardingo.

Il demone stava per rispondere così da poter confortare il minore, convinto che la sua immaginazione  stesse prendendo il sopravvento sulla situazione alquanto singolare e al di là di ogni logica.

Quando...

Un rumore sordo fece tremare la terra.

Lyon afferrò istintivamente il braccio del demone, stringendo con ambi pugni. Hero a sua volta lo strinse a sé, tentando di mantenere salda la posizione così che nessuno dei due potesse cadere.
Steli bianchi forarono la terra, imprigionando i due giovani in una strana foresta. Erano simili ad alberi, senza foglie, perfettamente dritti e ogni ramo formava un angolo retto prima di issarsi verso l'alto. Emanavano strane particelle giallo chiaro, come polline luminescente sprigionato da un fiore.

«C-che succede?» Chiese fin troppo confuso il leone, allentato la presa dal braccio di Herobrine.

«Non ne ho idea, cucciolo» Rispose il moro,  guardando storto gli strani arbusti viticci intorno a loro.

Il vento sembrò l'unico in grado di interagire con il mondo, l'unico a muoversi leggiadro in quella distesa non più così spoglia.
Uno degli arbusti si illuminò di colpo, non lontano dai due amanti. Emise un brusio acuto, simile a una radio la cui stazione musicale è disconnessa, per poi emettere un suono a loro familiare.
Un ricordo sotto forma di voce, ma così limpida da sembrare vera e non una singolare e quasi grottesca registrazione.

"«I-io ti ho visto m-morire...ti ho ucciso i-io stesso...!».

«Sei stato notevole, non lo nego, ma ci vuole ben altro per battermi definitivamente mio piccolo leoncino!»."

I due rimasero di sasso, quelle erano le loro voci, le loro frasi, la loro prima conversazione all'inizio di quella folle avventura. Lyon stava per enunciare qualche risposta per dar senso a quell'avvenimento così sovrannaturale, quando un altro albero si accese ed emise quel dannato brusio. Poi un altro, e un altro a seguito.

"«Senti, sono a corto di risorse...non ho neppure un'arma in legno...se la cerchi».

«No, no, no! Non hai capito, io voglio te!»."

"«...l-lasciami...».

«Dammi una ragione perché dovrei, non avere paura, ti prego, fidati di me»."

LYON!».

«VATTENE HERO!».

«NO! Io non ti lascerò andare verso morte certa»"

"«Sto facendo del male anche a te, non...NON LO MERITI! NON DOVREI ESSERE IO L'EROE MA TU!!!».

«...Non ti lascerò andare, non posso. Scusami leoncino, scusami per tutto!»"

"«Mi fai impazzire, ti amo da impazzire!».

«Anch'io occhi di luna, mia droga pura!»"

Dalle orbite bianche di Herobrine sgorgarono lacrime amare, ricche di rammarico e desiderio di tornare indietro nel tempo.
Voleva tornare a quanto erano solo loro due.
Le mattine in cui si risvegliava e il viso sorridendo del minore era la prima cosa che vedeva, quando si rincorrevano per la foresta, quando passavano serate intere ad ammirare le stelle, rubandosi baci a vicenda...

Lyon lo abbracciò con quanto amore poteva, aveva capito il perché di tutto ciò, aveva capito cosa dovevano fare...e non voleva dentro di sé, ma era l'unica cosa da fare.

Se ami qualcuno lascialo andare...

Era pronto?

No.

Ma avrebbero corso il rischio!

Strinse Hero, come se fosse un aquilone il cui filo sta per spezzarsi, ma lo avrebbe tenuto saldo in pugno fino alla fine, anche se essa era davvero vicina!
Le lacrime di entrambi si mescolarlo in un unico fiume, adeguando sul soffice parto ai loro piedi da cui sbocciano due steli verde chiaro e dalla morbida e setosa corolla gialla pastello quasi dorato.
Entrambi si specchiarono negli occhi dell'altro, cibandosi di un ultimo contatto strabordante di amore.

Un ultimo albero, quello alle loro spalle, si accese emettere il consueto brusio.

"«Oh piccolo, cosa ci fai qui? Ti hanno abbandonato? So come si ci sente, ma non tenere ora ci sono io»"

Fu l'ultima pugnalata, l'ultima arma sfoderata dai guardiani della memoria.
Lyon si lasciò sfuggire un sorriso agrodolce, accarezzando il viso inumidito di gemme cristalli di Hero.

«Mi hai ripescato da sotto le onde e con la tua ancora hai rapito il mio cuore» Cominciò, con una strana è quasi inappropriata serenità.

Hero socchiuse gli occhi, di nuovo nuvole in pieno diluvio, ma Lyon lo incoraggiò a guardarlo, facendo scontrare le punte dei loro nasi.

«La tempesta che vedi non è un cattivo segno, solo il risultato di ciò che mi hai donato...amore mio!» Sussurrò, unendo le loro labbra in un casto bacio, proprio come il primo che si erano scambiati.

Lento ma intenso.

«E non mi pento di nulla, proprio perché sei stato tu a donarmelo questo amore impossibile».

«Sai che questa scelta potrebbe cambiare tutto? Non si può tornare indietro...» Chiese riluttante Hero, cogliendo i due fiori ai loro piedi.

Il suo corpo era nuovamente solcato dai tagli e le ferite, il liquido scarlatto scorreva lungo i suoi vestiti imbrattando l'erba.
Loro erano in uno strano trans.

A metà fra la realtà e la fantasia.

A metà fra il passato e il presente.

A metà fra la morte e la vita.

«Se è l'unico modo per poterti avere ancora con me si!» Rispose sicuro il minore, stringendo l'unica mano libera del maggiore.

Il demone posò uno dei due fiori sull'orecchio del castano, incastrando lo stelo con i suo capelli. Lo stesso fece con l'altro, poggiandolo sta volta sul suo orecchio.
Il polline degli arbusti bianchi prese a vorticare con lentezza estenuante intorno a loro, metà in senso orario metà in senso antiorario, formando una sfera di oro bianco.
Hero sollevò per i fianchi Lyon, iniziando a girare su loro stessi.

Risate.

Risate felici e innamorate.

Fu l'ultima cosa che ebbe l'onore di esistere, nei giardini della memoria.

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Hey,

Credo di non aver scritto un aborto :D

La canzone sopra e quella che mi ha ispirato (inconsciamente) mentre scrivevo e che in un certo senso, ci sta...

Spero vi piaccia, ho agognato questo capitolo di dall'inizio della storia e ne sono semplicemente soddisfatta!

Non esitate a dire la vostra riguardo a questo capitolo (di 1000 e passa parola éwé) se vi è piaciuto

Alla prossima cioccocidi ;3

"Ꮍꮻꮜ ꭺꭱꭼ ꮇꭹ ꭰꭱꮜꮐ" (Ꮋꭼꭱꭹꮻ𝙽)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora