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La trama trema e rema contro.

Scontro messo in conto.

Incontro al Mostro cruccio.

Brucio.

Cucio parole, una role, un dubbio.

Volo alto come il nibbio e rido.

Nebbia mentale che mi assale.

M'ispiro a Montale e ancora sale,

nella valle che fa male, vale, pare.

Una stella che traspare,

una rosa senza spine.

Spinge.

Tra lo stomaco e meningi.

Tingi.

Quei colori di un racconto.

Quella prosa un mio commento.

Una strofa, un lamento.

E smetto.

Ammetto a me stesso.

Teso.

Arreso, reso muto dal mio grido.

Appeso.

Vedo e non scrivo.

Mi alzo, sbuffo e buffo quel sorriso.

Nello specchio dove vivo.

E tremo.

Oggi scrivo ma son privo,

della logica di un mio credo.

Quindi cedo ma non transigo.

Vivo morto, non creativo.

Mi serve un rigo.

Un ago.

Tatuato quel pensiero che su carta non trascrivo.

E rido ancora.

Confuso e folle come nota ad un allievo.

Sollievo.

Questo strazio giunge al freno.

Sollevo la mia penna pigra.

Una fine che continua.

Una notte che non cammina.

Alle cinque di mattina.



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