Note vuote, pace e rumore

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Un suono assordante che entra con disprezzo nelle orecchie.

Che danza nel cervello incurante e devastante.

Tra le stanze della testa e resti immobile, agonizzante.

Complice quell'urlo straziante che t'invade seduta stante.

E morente resti inerme come foglie senza vento.

Nel silenzio dell'aria e l'agonia di quell'istante.

Perché la pace fa rumore, fa tremare mani e gambe.

Vacillare la tua mente soffocare crudelmente.

Giunto al bivio del percorso di chi urla e chi sta assente.

La tua voce non la senti la tua anima è distante.

Violenta preda della pace quieta e calma.

Vittima indifesa di un silenzio senza resa.

E pesa quella voce senza suono.

Senza battiti e note vuote.

Scuote.

Siamo carne e poi parole.

Un cielo ruvido quando piove.

Un sole stanco senza bagliore.



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