Lento scivola il pensiero macchiato.
Solido come la coscienza del bianco.
Candido come la mente pulita di chi ne possiede una.
Trasparente ma pungente come il freddo di marzo.
Pensiero,
io mi rivolgo a te.
A te che mi accompagni e spesso mi fai male.
A te che non mi dai pace.
Che sai essere mio fratello ed il mio peggior nemico.
Che sei insistentemente presente.
Che t'intrufoli come spettatore nel film della mia vita.
Senza mai chiedermi il permesso ma che con esso ti senti in diritto di portarmi a perdere.
Che mi fai cambiare umore come più ti aggrada.
Che accompagni i miei sogni svegliandomi di notte e che non mi fai dormire.
Che non mi fai respirare.
Che mi fai vedere come stanno le cose privandomi della mia beata incoscienza.
Che non trasformi mai il mio istinto in ragione.
Che m'insegni la strada ma che mi porti a perdere.
Che come neve appari e come neve ti sciogli.
Oggi la neve è alta.
Oggi non voglio pensare.
Oggi non voglio ascoltarti.
Oggi,
voglio scrivere.