Giorni volati e sorrisi passati,
altalena d'umori tra parole e liquori.
Nella follia di una Roma che la folla dimora, e divora.
Come quelle parole lontane, ormai.
Digerite dal tempo, tatuate sul corpo.
Come era folle e bellissimo tutto questo.
Amicizia di marmo sgretolatasi come sabbia.
Per mia colpa mortale di esser sempre un rivale, sì, ma di me stesso.
E allora vado lontano, tra il sacro e il profano.
Tra le nubi e quel vento, che di lei,
mi riporta il ricordo.