Capitolo 10 🌻

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Isabel

La serata procede molto bene. L'hamburger che ha ordinato Jack, lo stesso che ho preso anche io, è buonissimo, anche se troppo grande. Io sono davvero piena, ma fortunatamente Jack ha una fame da lupi e finisce anche il mio piatto; anche la birra bionda mi sta dando un po' di problemi.

Non voglio fare la figura della ragazzina che non riesce a bere una birra intera senza ubriacarsi, ma dopo metà bicchiere, sento le guance rosse e le gambe molli.

Ho il fisico di una dodicenne, porca miseria!

"Vuoi che la beva io?" Probabilmente Jack ha pietà delle mie condizioni. Non sono abituata a bere, ma non reggere nemmeno mezza birra è scandaloso.

"No, no, posso farcela." Lui mi guarda e sorride, scuotendo leggermente la testa, poi, senza troppi preamboli, mi prende il bicchiere dalle mani.

Vorrei fermarlo, ma i miei riflessi sono troppo rallentati, così per riprendermelo mi devo alzare e devo avvicinarmi a lui. Cerco di rubarglielo ma lui non me lo lascia fare e mi tiene lontana con un braccio, mentre con l'altro tiene il mio bicchiere. Jack sta giocando con me, mi guarda divertito mentre faccio di tutto per recuperare la mia bevanda alcolica, senza però riuscirci.

Ma quanto sono lunghe le sue braccia?

"Non ce la farai mai a prenderlo", mi dice con tono provocatorio.

Ha ragione, ma io sono troppo orgogliosa per non accogliere la sfida. Perciò gioco sporco e cerco di sorpassare la sua sedia, aggirandolo, ma prima che possa raggiungere il bottino, lui mi passa il braccio libero intorno alla vita e mi intrappola, impedendomi ogni movimento.

Il mio fianco è appoggiato al suo busto; il mio seno è pericolosamente vicino alla sua faccia e, nonostante sento ancora più caldo a quel contatto, non mollo il colpo.

Dio mio, quanto è forte. Mi divincolo come un pesce attaccato a un amo, mentre Jack non fa la minima fatica per tenermi appiccicata a lui, stretta nella sua morsa; a un certo punto, stanco del mio istinto combattivo e desideroso di mostrare la sua supremazia fisica, appoggia velocemente la birra sul tavolo e, prima che possa anche solo provare a muovermi, si alza e mi arpiona la vita, anche con l'altra mano.

Cerco di spingermi più in là, verso l'oggetto della nostra contesa, ma Jack mi ritrae verso il suo corpo che sembra di marmo, e in un battito di ciglia mi ritrovo di fronte a lui, incollata al suo petto, con le nostre facce a pochi centimetri l'una dall'altra.

"Credi di potermi battere?" Sarà l'effetto dell'alcol, sarà il fatto che sono praticamente appiccicata al suo corpo perfetto, ma per la seconda volta in tre giorni, mi trovo sul punto di baciare Jack.

Nei suoi occhi c'è accesa la scintilla della sfida, ma ci leggo anche desiderio e attesa, in quegli specchi di ghiaccio, come se anche lui stesse facendo appello a tutte le sue forze per non baciarmi.

Ha un profumo buonissimo, sa di... non lo so, la sua fragranza mascolina non assomiglia a niente, sa solo di Jack. Penso che tra poco il cuore mi schizzerà fuori dal petto e se ne andrà da questa saletta, facendomi il dito medio prima di uscire.

Che diavolo sto facendo? Devo subito sottrarmi a quest'ammasso di muscoli e profumo soave, o non riuscirò a rispondere delle mie azioni. "D'accordo, hai vinto!" gli dico, sperando che lui mi lasci andare.

Tuttavia, sembra che Jack non sia del mio stesso avviso, perché mi tiene avvinghiata a lui ancora per qualche secondo, prima di mollare la presa, continuando però a guardarmi fisso negli occhi, dandomi l'impressione di restare trafitta da quelle iridi glaciali.

Come in un sognoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora