Capitolo 7🌻

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Isabel

Dopo essermi fatta una doccia bollente, mi infilo il pigiama e mi butto nel letto, decisa a spegnere i miei pensieri su Jack accendendo la tivù e guardando un film.

Per una bambina mai cresciuta come me, cosa c'è di meglio di addormentarsi davanti a un cartone animato?

Niente, assolutamente niente.

La mia collezione Disney al completo è ancora sullo scaffale dei DVD; scelgo La Bella e la Bestia, il mio preferito. Non c'è nulla che mi rilassi come questa storia che, sarà anche bizzarra e irrealizzabile, ma resta comunque la mia fiaba prediletta.

Un capolavoro animato senza tempo e per tutte le età.

Dopo circa un'ora, poco prima che inizi la scena che amo di più, quella in cui Belle indossa uno splendido abito color oro e balla con la Bestia, il mio cellulare squilla e rovina l'atmosfera.

Maledico mentalmente chiunque abbia osato interrompere questo momento catartico, quando, guardando lo schermo, constato che la persona contro la quale sto imprecando è Jack.

Per un attimo sono tentata di silenziare la chiamata e non rispondere, ma non sarebbe per niente carino da parte mia, perciò schiaccio la cornetta verde e metto da parte il mio spirito da eremita.

"Ciao, Bel. Ti disturbo?" Mi accorgo che adesso sentire il mio diminutivo pronunciato da lui non mi infastidisce più così tanto, anzi, mi fa perfino piacere.

"No. Sto guardando un film, non disturbi." Evito di proposito di specificare cosa sto guardando. "Tu che fai?"

Non so da dove mi sia venuta fuori questa domanda inopportuna, ma sembra che a Jack non importi granché, perché mi risponde serenamente. "Sono ancora in ufficio."

È piuttosto imbarazzante pensare che, alle nove e mezza di sera, io sia in pigiama impegnata con un cartone animato, mentre lui è al lavoro alle prese con formule chimiche per farmaci salvavita. "Mi fai sentire una lazzarona!"

"Se ti consola, solitamente non mi fermo fino a quest'ora. Ma oggi avevo una videoconferenza con dei ricercatori giapponesi."

"Beh, pensa che se fossi diventato un avvocato, avresti dovuto fermarti in ufficio fino a tardi tutte le sere per preparare le arringhe dei tuoi clienti, tutti colpevoli naturalmente." Sento la sua risata prorompere dall'altro lato della cornetta e, in un riflesso spontaneo, sorrido a mia volta.

"Vista così, sono fortunato." Passa un breve istante in cui nessuno dei due parla, e gli unici suoni che si sentono sono quelli che provengono dalla tivù. "Che cosa stai guardando?" Acchiappo il telecomando e azzero il volume. Ma ormai è troppo tardi, Jack deve aver captato in sottofondo la canzone più famosa del film, quella del loro primo ballo. Sono spacciata.

"Ehm..." Non so se mentire spudoratamente o dirgli la verità, ovvero che a ventun anni mi piacciono ancora le storie con principesse e principi. Sono conscia di essere una contraddizione vivente in cui si annidano due facce totalmente differenti: quella spensierata di chi non vuole crescere e quella responsabile di chi si è sempre comportata con l'assennatezza di un'adulta.

Il mio silenzio si protrae, mentre cerco di inventare una scusa plausibile, ma Jack mi precede. "Stai guardando La Bella e la Bestia?" Non so come abbia fatto a capirlo sentendo solo alcune note della colonna sonora, ma mi ha beccata.

Come in un sognoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora