Isabel
Sono le sei e mezza e sto finendo di prepararmi; sono davanti al mio armadio da più di mezz'ora e non riesco a decidere cosa indossare stasera. So che è un po' assurdo preoccuparmi di come vestirmi, dopo tutto quello che è successo tra me e Jack, ma, proprio dopo ciò che è accaduto ieri sera, credo sarà tutto diverso. Io mi sento diversa e sono così agitata all'idea di rivederlo, che vorrei essere perfetta per essere un po' meno insicura.Opto per un abito semplice ma sensuale: un vestitino a maniche lunghe, nero e aderente, che mi sta abbastanza bene, anche se credo passerò tutta la sera ad abbassarmi la gonna, visto quanto è corta.
Esco sul terrazzo a fumare una sigaretta, mi metto addosso una coperta perché ho un freddo cane. È tutto il giorno che sento i brividi fin dentro le ossa, anche se le temperature si sono alzate e non mi sono mai tolta il pigiama, fino a un'ora fa.
Credo che la mia gita notturna di ieri sera mi abbia fatta ammalare, non ho misurato la febbre, ma non sono decisamente in forma. Sento la testa pesante, il naso toppo e i tremiti in tutto il corpo; sono uno straccio, ma dovrei essere riuscita a mascherare il tutto dietro un po' di trucco e un bel vestito. Inoltre, non rinuncerei a vedere Jack per nulla al mondo.
Oggi, pur di non pensare a quello che è successo, ma soprattutto a quello che non è successo ieri sera, non sono stata ferma un attimo. Ho preparato un pranzo da re, ho ribaltato il mio armadio da cima a fondo, facendo un po' di pulizia; ho preparato una cena d'asporto a zia Ally, che andrà a casa di Tom stasera, e per finire, non appena i miei genitori sono usciti a cena lasciandomi via libera, mi sono lavata, fatta la piega ai capelli, truccata e cambiata un centinaio di volte, buttando all'aria tutto l'ordine fatto oggi, peraltro.
Poco importa che ora sia esausta e mi senta come se mi fosse passato sopra un camion, quantomeno, sono riuscita a tenere a bada l'ansia; purtroppo, adesso che sono pronta e non ho nulla da fare finché non arriverà Jack a prendermi, non ho più scusanti per non rimuginare sulle ultime ventiquattro ore.
Entro in casa e mi butto sul letto. Lascio i miei pensieri a briglia sciolta, ripasso mentalmente ogni secondo di ciò che è accaduto in camera di Jack, esamino ogni possibilità. Le mie paure mi sembrano a tratti enormi e insormontabili, a tratti stupide e insensate; classico atteggiamento mio: fare e disfare tutto da sola. Il punto è che, forse, non sono mai stata veramente padrona della mia vita, in quanto ho sempre lasciato che gli altri, soprattutto mio padre, ne muovessero i fili come burattinai.
I miei sentimenti e i miei pensieri più intimi, quelli nessuno li ha mai toccati, li ho sempre tenuti a bada e sotto controllo. Purtroppo, a forza di farlo, nel corso della mia vita mi è diventato abbastanza semplice sorridere davanti a chiunque, quando magari avrei solo voluto piangere, oppure, fingere interesse verso qualcosa o qualcuno che mi disgustava e, viceversa, cercare di nascondermi quando qualcuno mi piaceva davvero.
Sapevo sempre come muovermi per compiacere gli altri, sapevo sempre qual era la cosa giusta da fare e se le mie sensazioni erano d'intralcio, non facevo altro che metterle in un cassettino in fondo al mio cuore e rinchiuderle per bene, in modo che non facessero rumore.
Da quando ho conosciuto Jack, tutta questa padronanza è svanita, lasciando il posto a una perenne incertezza data da sentimenti che non riesco più a chiudere da nessuna parte; anzi, pare che più ci provi, più questi prevalgano su di me. Perciò ora mi trovo spaesata; so esattamente cosa sarebbe giusto fare, ma non so se avrò il coraggio di farlo.
So che dovrei prendere le distanze, già dalla prima sera avrei dovuto farlo, ma mi sono sempre ripetuta che avevo tutto sotto controllo, mentendo a me stessa; finché, ieri ho aperto gli occhi, dovendo ammettere una volta per tutte, che non ho proprio un bel niente sotto controllo. Dopo aver quasi baciato Jack, delineare dei confini è diventato basilare, so che sarebbe questa la cosa più giusta da fare, allora perché mi viene così difficile anche solo pensarci?
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Come in un sogno
Roman d'amourCOMPLETA. Isabel ha diciott'anni quando decide di lasciare la sua casa per poter fuggire dalla sua vita, dalla sua famiglia, da un segreto mai raccontato. Tre anni dopo, una situazione del tutto inaspettata la porterà a lasciare Parigi, la città do...