Capitolo 13 🌻

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Isabel

Guardo fuori dal finestrino e cerco di assimilare quello che mi ha appena detto Jack: Arthur era innamorato di mia madre.

Ripenso a quell'uomo così freddo e mi sembra assurdo credere che possa aver mai amato qualcuno; ma ancora una volta la vita mi insegna che non sempre le persone sono ciò che appaiono.

Che dietro quegli occhi glaciali si nasconda un uomo diverso da quello che mi ero immaginata? Forse sì, eppure Arthur sembrava così cinicamente compiaciuto mentre lo imploravo di salvare mio padre. Mi pare impossibile che, tanto tempo prima, quegli stessi occhi esprimessero amore verso mia madre, ma Jack ne è così convinto, che dentro di me s'insinua il dubbio.

Mia madre ha ammesso di aver perso la testa per lui, ma c'è una netta differenza tra amare qualcuno e lasciarsi andare per un momento di debolezza. Dove starà la verità? Non ne ho la più pallida idea, ma sembra tutto un grande scherzo del destino; io sono in auto con il figlio dell'uomo che, a quanto pare, mia madre amava, un uomo che le ha fatto pensare di lasciare mio padre, a quanto dice Jack.

E se Arthur non si fosse tirato indietro, cosa sarebbe successo? Non voglio pensarci, non posso.

Vorrei essere un'altra persona ora, chiunque altro, ma non Isabel Black e vorrei che anche Jack non fosse chi è.

È tutto dannatamente complicato, perché dev'esserlo? Per la prima volta in vita mia trovo un po' di felicità con qualcuno e questo qualcuno è la persona più sbagliata che potessi incontrare. Dovrei stare lontano da Jack, farò soffrire mio padre e sarò io a tradirlo stavolta; per non parlare di mia madre, cosa dirà quando scoprirà che sono la fidanzata del figlio del suo amante?

Sarà un macello. Riporterò a galla tutti i fantasmi del passato; la bufera che i miei genitori hanno superato li investirà di nuovo e stavolta non so se ne usciranno ancora insieme. Li distruggerò e mio padre distruggerà me.

Sono talmente tanto assorta nei miei pensieri, che mi accorgo solo ora che non siamo sulla strada verso casa mia. "Dove stiamo andando?" chiedo a Jack, che sembra abbia la testa tra le nuvole, come me.

"Andiamo a fare un giro. Non mi va di tornare a casa."

Dovrei dirgli che è tardi, che è meglio che torni a casa, ma non voglio restare sola con i miei tormenti; anche se siamo in silenzio la presenza di Jack mi rassicura. Sbircio fuori dal finestrino, per cercare di capire dove siamo diretti, ma non vedo altro che boscaglia fitta e una strada deserta e piena di curve.

Mi chiedo cos'abbia in mente il mio autista. "Dove mi stai portando? Vuoi uccidermi nel bosco e farmi a pezzettini, per seppellirmi sotto un albero?" Jack sorride, anche se i suoi occhi rivelano che pure la sua testa è piena di pensieri bui.

A che cosa starà pensando? A sua madre? Al nostro abbraccio? A mia madre insieme a suo padre? Vorrei chiederglielo, ma non ne ho il coraggio, visto che in quanto ad argomenti tristi abbiamo l'imbarazzo della scelta stasera.

"Quando l'hai scoperto? Di tua madre e mio padre?" mi chiede lui dopo un po'.

"Il giorno che ti ho conosciuto. Quando il dottor Marshall ci ha detto che la vostra società farmaceutica era la nostra unica speranza, mia madre è sbiancata. Non capivo il perché e, quando siamo rimaste sole, lei ha sputato il rospo. Non voleva che venissi da voi, diceva che tuo padre non avrebbe mai aiutato papà. Ero così arrabbiata con lei che credo di essere venuta a casa tua più che altro per contraddirla. Non che non fossi convinta di fare tutto il possibile per salvare mio padre ma, passata la rabbia, ho iniziato ad avere un po' paura, perché da come l'aveva descritto mia madre, tuo padre era Satana in persona e io stavo andando a chiedergli di aiutare il suo peggior nemico. Lei era del tutto convinta che non ci avrebbe mai aiutato. La versione della loro storia, raccontata da lei, è del tutto diversa dalla tua." Jack non mi risponde e accosta l'auto.

Come in un sognoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora