Capitolo 23 🌻

3.8K 176 36
                                    

Isabel

Non so come, ma la vicinanza di Jack riesce sempre a tramutare i miei stati d'animo negativi in qualcosa di positivo. Le sue mani su di me, quegli specchi di ghiaccio che mi fissano, il suo profumo perfino, hanno un potere calmante. Perciò, anche se vorrei sparire per l'inquietudine che sento con tutte queste persone intorno a noi, mi rilasso e lascio che il mio corpo segua languidamente i movimenti di Jack.

Ho bisogno di lui, molto più di quanto vorrei, forse, ma non posso più ignorare ciò che sento. In tutta la mia vita sono stata trascinata a feste come questa centinaia di volte e non sono mai stata così a mio agio come stasera. Non che mi sia divertita, ma con Jack accanto, mi sono sentita protetta e non buttata in pasto ai leoni, come mi sono sempre sentita in passato, quando mio padre mi sfoggiava come un vestito nuovo, davanti ai suoi amici in serate così.

Vorrei non finisse mai questo lento, vorrei non dovermi staccare più da lui e dai suoi occhi carezzevoli, ma ancor prima che la canzone termini, Arthur ci raggiunge insieme a una bella donna bionda, sulla cinquantina.

"Jack, Linda vorrebbe ballare con te, ha una proposta da farti. Tranquilla, Isabel, niente di indecente." È con suo figlio che sta parlando, ma è a me che si rivolge. "Ballerò io con la tua dama, intanto." Sta cercando di stuzzicarlo o di colpire me, e Jack è troppo vulnerabile per lasciarlo semplicemente fare, ma io non voglio creargli ulteriori disagi.

C'è qualcosa di meschino negli occhi del grande Arthur McCoins, ma non mi fa paura e voglio che lo capisca chiaramente. "D'accordo." Acconsento al posto suo, prima che lui possa obiettare, mentre Linda abbozza un sorriso gentile.

Guardo Jack negli occhi per fargli capire che è tutto ok. Lui tentenna ancora un attimo, poi indossa la solita espressione cordiale di circostanza e porta la mano sul fianco della donna accanto a suo padre, che lo segue felice.

Faccio lo stesso e cerco di mantenere le distanze dal corpo di Arthur, ma lui mi tiene stretta, rendendomi ardua l'impresa. Mi chiedo se quelle mani abbiano tenuto così saldamente anche mia madre.

"È davvero notevole stasera, Isabel." La sua voce, e il tono che usa sempre rivolgendosi a me, mi ricordano il sibilo di un serpente che ti lusinga strusciandosi sinuosamente sul tuo corpo, per poi stritolarti nella sua morsa.

"Grazie", gli rispondo glaciale.

"C'è una cosa che vorrei sapere: cosa c'è esattamente tra lei e mio figlio, signorina Black?" Ecco che il serpente inizia ad attorcigliarsi intorno alla sua preda.

"Non so di cosa stia parlando e, anche se lo sapessi, direi che non sono affari suoi."

"Conosco mio figlio, vedo il modo in cui la guarda, ma non voglio che si illuda. Lei è sicuramente una delle ragazze più belle ed eleganti su cui Jack abbia posato lo sguardo, ma questo non significa niente. Non è la prima e non sarà di certo l'ultima, lui è un uomo ricco e importante, adatto a un solo genere di rapporti, perciò dimentichi la storiella romantica che si era costruita in testa, Jack non è la persona giusta per lei. Gli stessi occhi adoranti che mostra nei suoi confronti stasera, domani si poseranno su qualcun'altra. Uomini del nostro rango non sono fatti per blandi sentimentalismi, conosciamo un solo stile di vita e non è di sicuro basato sull'amore e la fedeltà, ma sul potere e sull'autoconservazione prima di ogni altra cosa o persona. Se non vuole entrare a far parte della lunga fila di donne che si sono svegliate la mattina dopo nel suo letto, con il cuore infranto e le loro stupide speranze disilluse, farà bene ad ascoltarmi." Queste parole mi colpiscono, mi feriscono oserei dire. Non so se perché Arthur mi abbia dipinta come una povera sciocca innamorata o forse più perché abbia etichettato Jack come un uomo senza cuore, quando io so che non è così.

Come in un sognoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora