Capitolo 32 🌻

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Isabel

Nella solitudine della mia nuova camera, chiamo Jack, per la terza volta ormai, senza ricevere risposta.

Ho paura, perché non ho mai visto quella cocente delusione nei suoi occhi puntati su di me, né lui mi ha mai respinta con così tanta determinazione, durante le nostre innumerevoli discussioni. Di solito, ero io quella che scappava e lui quello che mi rincorreva, incapace di accettare la mia voglia di fuggire. Ma non questa volta.

Oggi i ruoli si sono invertiti e, ora, il timore di averlo allontanato irrimediabilmente mi annienta, mentre le parole dure e cattive di mio padre mi rieccheggiano nella mente e non mi danno tregua. Rifiutata da entrambi, sento di aver fallito su tutti i fronti. Un giocattolo difettoso che non può essere riparato e che, presto, verrà gettato nella spazzatura.

È da tutta la vita che mi sento sbagliata e inadatta ma, se ero abituata a vedermi così dopo uno scontro a muso duro con papà, ciò a cui non ero preparata era che a scatenare questo profondo senso di inadeguatezza fosse proprio Jack, colui che mi ha sempre difesa e spinta a credere in me.

Con tutti e due avevo solo buone intenzioni, credevo di agire al meglio per il loro bene e, invece, ho sbagliato tutto. Un errore dietro l'altro e, adesso, non so come rimediare. Non posso pensare che, con tutta probabilità, ho perso nello stesso giorno i due uomini più importanti della mia vita.

Servono un paio bicchieri di whisky, rubato dal mini frigo, per farmi crollare, dopo innumerevoli crisi di pianto, sul letto di questa piccola stanza che, tutto a un tratto, senza la presenza di Jack, sembra spoglia e incredibilmente triste.

Non so che ore siano, ma fuori è calato il buio. Chiudo gli occhi, annebbiata dai fumi dell'alcol, immaginandomi i peggiori scenari possibili. Se Jack è andato da mio padre, come credo abbia fatto, saranno volate scintille e sarà certamente successo l'irreparabile. Non posso proteggerli allo stesso modo, adesso lo so con assoluta certezza, ma vorrei tanto che amarli entrambi non comprendesse necessariamente perdere uno dei due.

In bilico tra una scelta così difficile, ho cercato di non fare torto a nessuno, di restare nel mezzo, ottenendo l'esatto opposto di quel che volevo.

Con questa consapevolezza nefasta, mi addormento, abbracciando il cuscino lindo e morbido di questo letto, troppo grande e spazioso per me soltanto.

Mi sveglio nel cuore della notte, con la piacevole sensazione di calore provocata da un corpo attaccato al mio. Nonostante io sia di spalle, potrei riconoscere il suo profumo a occhi chiusi; Jack mi sta stringendo a sé, con il naso infilato tra i miei capelli, sulla mia nuca.

Non riesco a credere che sia qui, che sia tornato da me. In questo momento, non mi importa cosa abbia fatto tutto questo tempo, l'unica sensazione che prevale sulle altre è l'immenso sollievo che sento quando le sue mani mi accarezzano.

Mi volto, così da poterlo guardare in faccia, perché sento la necessità di leggere nei suoi occhi il bisogno che ha di me, lo stesso che, ormai, permea ogni mia giornata.

Jack mi sposta una ciocca di capelli dal viso, mi imprigiona tra le sue lunghe braccia e resta a fissare il mio volto, sconvolto dalla serie di eventi delle ultime ore. L'unica luce che ci illumina è quella flebile della lampada sul comodino, perciò posso solo intravedere la sua espressione, che sembra dispiaciuta e tormentata, anche se non so ancora se per ciò che ha fatto o per il mio stato disastroso.

Come in un sognoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora