Capitolo 30 🌻

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Dedicato a aless_hems

Isabel

Siamo in auto, di ritorno dal nostro nido d'amore, quando Alice mi chiama per chiedermi cosa è successo con papà, che ieri sera, immagino, sia tornato a casa visibilmente alterato.

Jack ha chiamato uno dei suoi autisti per venire a recuperare il suo fuoristrada, così da permetterci di fare il viaggio di ritorno insieme. C'è lui alla guida del mio pick-up, perciò, non ho altra scelta che rispondere al telefono davanti a lui, tramite l'altoparlante Bluetooth che non so come disinserire.

"Ciao, Ally." Mi auguro, probabilmente invano, che mia zia si trattenga dal farmi un dettagliato riassunto dell'accaduto, visto che non sono sola, anche se lei ancora non lo sa.

"Bel, dove cavolo sei finita? Ho provato a chiamarti decine di volte ieri sera per avvertirti che tuo padre stava arrivando, ma non mi hai mai risposto!" mi rimprovera, ricordandomi la lista infinita di chiamate perse che ho trovato sul mio telefono, che ho controllato solo stamattina, ahimè, troppo tardi.

"Ero fuori con Jack. Purtroppo non le ho viste per tempo", mi giustifico, maledicendo la mia avversione verso i cellulari.

"Così avete passato la notte insieme e... cosa è successo?" Jack sorride malizioso, in rigoroso silenzio.

"Ally... Jack è qui con me adesso. Stiamo tornando a casa", la ammonisco, nell'assurda illusione di placare i suoi commenti allusivi e imbarazzanti.

"Bene, salutamelo. Ora capisco come mai tuo padre era così incazzato. Tua madre dice che è rientrato stanotte e che non ha voluto parlare con nessuno. Io l'ho intravisto stamattina, ho provato a parlargli ma non c'è stato verso. È piuttosto fuori di sé, perciò, qualsiasi siano le tue intenzioni, sta' attenta." Ecco, era esattamente questo che volevo evitare. Decido di chiudere qui la conversazione, prima che Ally faccia altri danni.

"Va bene, stai tranquilla. Ci vediamo più tardi a casa."

"Io e tua madre non ci siamo oggi, abbiamo un incontro con un cliente. Aspettami stasera, voglio che mi racconti tutto per filo e per segno." Quale parte non ha capito della frase: Jack è qui con me adesso?

"Zia, lui è sempre qui con me e sente tutto, ricordi?" le dico, mentre Jack ormai non fa più nulla per trattenere le risate.

"Mamma mia, Bel, che palle! Dovevi scappare in un convento di monache francesi, non a Parigi. Lì, forse, avrebbero apprezzato il tuo senso del pudore austero." Perfetto, mi mancavano giusto questi complimenti sinceri.

"Non ti preoccupare, Alice, se non lo fa Bel, ci penso io a raccontarti tutto", interviene lui, dando manforte alla sua compagna di merende.

"Ecco, bravi, datevi appuntamento dal parrucchiere, così potete spettegolare come due vere comare. Ciao, zia, ci vediamo stasera. Ti voglio bene." Chiudo, premendo velocemente la cornetta rossa, così da evitare ulteriori commenti da parte di Tom e Jerry qui.

"Azzardati a spiccicare parola e te la stacco quella linguaccia", minaccio Jack, sventolando l'indice vicino alla sua bocca e togliendolo prontamente, prima che lui me lo morda.

Jack appoggia la sua grande mano sulla mia coscia, come se volesse farmi capire in qualche modo che, per quanto io cerchi di sfuggirgli, lui non mi lascerà mai allontanare. Poso a mia volta la mano sul suo collo, giocherellando con i suoi capelli, raccolti in una coda disordinata, proprio come piacciono a me. Mi godo la sensazione nuova e piacevole che mi dà condividere le piccole cose, perfino un semplice viaggio in auto insieme a qualcuno che è appena diventato parte integrante della mia vita e delle mie giornate; ma, nonostante questa felicità che mi riempie il cuore, ci sono ancora tante cose che mi preoccupano, tante nuvole scure che aleggiano sulla mia spensieratezza, cercando di oscurarla. Prima fra tutte, mio padre.

Come in un sognoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora