Capitolo 12 🌻

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Isabel

Rimango di sasso. La madre di Jack è morta e io non ne avevo la minima idea.

A parte il fatto che mio padre odia Arthur Mccoins, e a parte le recenti rivelazioni riguardo i motivi che alimentano l'astio reciproco tra le nostre famiglie, io non so praticamente nulla di Jack e di suo padre. Avevo intuito che Arthur non fosse sposato, ma credevo fosse separato o divorziato e non vedovo.

Vista la nostra differenza di età, quando Jack ha perso sua madre io non ero nemmeno nata. All'epoca in cui sentivo mamma e papà parlare della famiglia McCoins non davo più di tanto importanza a ciò che ascoltavo e, nemmeno dopo la chiacchierata con mia madre, nessuno mi ha mai detto che la moglie di Arthur era morta, probabilmente perché tutti pensavano che io lo sapessi.

E invece io ero all'oscuro di tutto e ora non so cosa dire. Ringrazio il cielo che siano arrivati zia Ally e Tom che mi hanno salvato dalla reazione eccessiva che sarebbe scoppiata sul mio viso, di qui a pochi secondi; lo sguardo che aveva Jack, mentre mi diceva che la sua mamma non c'è più, era così triste e malinconico, anche se cercava di nasconderlo, che mi ha messa in crisi.

Perdere un genitore è già orribile di per sé, figuriamoci perderlo quando si è bambini, quando avremmo più bisogno che mai di essere amati e coccolati. Queste mancanze ti segnano per il resto della vita e, ora che so quello che è successo a Jack, è come se nella mia testa molti dei suoi comportamenti freddi e distaccati avessero acquisito un senso.

Ricordo che quando ero piccola, il marito della nostra tata Lucy morì in un incidente stradale, lasciandola sola con un bimbo di sei anni, Martin, uno stupendo bambino dai capelli corvini e dagli occhi verdi; mio padre lo adorava, credo che in lui vedesse il figlio maschio che desiderava tanto.

Un giorno, mentre io e papà stavamo nelle scuderie a badare ai nostri cavalli, appena rientrati da una lunga cavalcata, arrivò Martin che come suo solito corse incontro a mio padre, saltandogli in braccio. Quel piccoletto, dallo sguardo tenero, lo guardò con occhi speranzosi e gli chiese se lui voleva essere il suo papà.

Io, che ero nascosta dentro un box, vidi la scena e mi misi a piangere; fu la prima volta in vita mia che piansi per qualcun altro. Mi sciolsi in lacrime per la tenerezza con cui quel bambino cercava disperatamente amore, ciò che non aveva più.

Quando Jack mi ha detto che sua madre è morta, ho ripensato a Martin. Mi sono immaginata Jack da bambino, ho immaginato quegli occhi di ghiaccio, ora così sicuri e decisi, affranti e bisognosi di affetto e mi si è spezzato il cuore.

So di avere la lacrima facile, ma non mi sembra proprio il caso di scoppiare a piangere davanti a qualcuno che, con tutta tranquillità, ti dice che la sua mamma è morta quando era piccolo.

Alice sta parlando da almeno quindici minuti con Jack e Tom, mentre io riordino la mia postazione cucina; sento gli occhi di Jack su di me, ma non riesco a guardarlo, perché se sul suo viso intravedessi anche solo un barlume del dolore che vi ho letto poco fa, penso che non riuscirei più a reprimere l'istinto di abbracciarlo.

Non devo pensarci, non devo pensare a Martin, non devo pensare a Jack da bambino. Non devo pensare, punto!

"Ho un'idea, perché non mangiamo le tue lasagne, Bels? È un peccato buttarle e il profumino che esce da quel forno è ottimo. Possiamo mangiare qui, vero, amore?" Ally guarda Tom con un'espressione supplichevole e ammiccante allo stesso tempo. Sono convinta che anche se lei gli avesse chiesto centomila dollari in contanti, lui si sarebbe fiondato a rapinare una banca pur di non deluderla.

Sono una coppia davvero carina e io sono tanto contenta per lei.

"Certo, tesoro, tutto quello che vuoi", le risponde lui, avvicinandosi per darle un bacio.

Come in un sognoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora