Isabel
Sono di nuovo nella stanza della confraternita Alpha, nel campus della Vanderbilt. Brian è disteso sopra di me e la paura mi immobilizza. Le sue mani mi palpeggiano e io non riesco a muovermi per impedirglielo; la sua bocca vorace mi lascia addosso un tanfo insopportabile di alcol. Vorrei gridare, ribellarmi, e invece non riesco a fare nulla se non piangere e sentirmi sporca, violata da qualcuno di cui mi fidavo.
Ora, a distanza di tre anni, mi ritrovo nella stessa situazione e, anche se adesso cerco con tutte le mie forze di liberarmi dal mio aggressore, sono ancora impotente. Mi sento nuovamente come una formica che, per quanto impegno e disperazione ci metta, non riesce a fare nulla per spostare la montagna davanti a sé.
Con le spalle poggiate al muro dietro di me, sono letteralmente schiacciata da Robert e dal suo corpo, dalle sue mani insistenti e sconce, come quelle di Brian. Vorrei chiudere gli occhi per non vedere quello che mi sta facendo quest'uomo, anche se a ogni bacio, a ogni carezza grezza, mi sento mancare. Il mio corpo, teso e dolente per la violenza subita, non smette di lottare.
Sono esausta, non ho più forze. Anche se non vorrei, sto per arrendermi, perché ogni mio tentativo è del tutto vano.
Quando ormai ho quasi perso ogni speranza, improvvisamente vedo l'ombra di un uomo avventarsi su Robert e scaraventarlo lontano, liberandomi dalla sua presa. Cado a terra, incapace di reggermi sulle mie gambe. Mi accascio su me stessa e serro le palpebre, cercando di calmarmi, mentre sento qualcuno imprecare contro quell'uomo sudicio. Il rumore di calci e pugni riecheggia, ma io sono in un altro mondo, sono in stato di shock e i rumori che mi stanno intorno mi sembrano lontani anni luce.
Dondolo su me stessa in preda ai miei fantasmi più neri, continuo a farlo anche quando il baccano si placa e torna il silenzio. Sussulto, alzandomi in piedi di scatto, sulla difensiva, non appena percepisco delle mani posarsi sulle mie braccia.
"Bel, sono io." Jack è in piedi, di fronte a me, con le mani alzate in segno di resa.
Mi guarda con occhi allarmati, ma io sono così fuori di me che è come se fosse trasparente. Vedo però il corpo di Robert, privo di sensi, steso a terra, con la faccia pesta. Mi allontano, muovo un paio di passi, ma non mi reggo in piedi e inciampo.
Jack mi afferra per non farmi cadere, ma in questo momento ho troppa paura, ho paura persino di lui. "Non mi toccare!" urlo, cercando di scacciarlo via.
Continua a ripetermi di stare tranquilla, ma io sono totalmente nel panico e, all'ennesimo suo tentativo di avvicinarsi, inizio a sferrargli piccoli pugni. Lui non si oppone, mi lascia fare comprensivo, aspettando che ritorni in me. Dopo qualche secondo, mi rendo finalmente conto che è tutto finito, che c'è Jack qui con me.
Abbandono le mani sul suo petto ampio, su quel torace che continuavo a colpire fino a un attimo fa. Appoggio la testa sulla sua camicia, sopra il suo cuore e scoppio in lacrime. Lascio che il trauma per ciò che mi è appena successo mi entri dentro e mi devasti completamente, riducendomi in brandelli.
"È tutto finito, sono qui, piccola, sono qui. È finita, nessuno ti farà più del male", sussurra, cercando di calmarmi, tenendomi stretta e continuando ad accarezzarmi dolcemente la schiena e i capelli.
Ora che sono al sicuro, il mio corpo si arrende agli eventi appena accaduti. Sento tutte le forze vitali abbandonarmi e prima che crolli, Jack mi solleva, prendendomi in braccio. Mi rannicchio su di lui, poggiando la testa nell'incavo del suo collo, quasi volessi nascondermi dal mondo intero.
"Ti porto via di qua." Chiudo gli occhi per non vedere più nulla, per non dover guardare ancora il viso di Robert contratto in una smorfia maligna, anche ora che giace svenuto.
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Come in un sogno
RomanceCOMPLETA. Isabel ha diciott'anni quando decide di lasciare la sua casa per poter fuggire dalla sua vita, dalla sua famiglia, da un segreto mai raccontato. Tre anni dopo, una situazione del tutto inaspettata la porterà a lasciare Parigi, la città do...