Isabel
Un suono trillante e fastidioso raggiunge le mie orecchie, una musica famigliare; potrebbe essere la mia sveglia, ma sembra così lontana e io ho così tanto sonno che cerco di ignorare questo rumore insistente.
Forse sto sognando, è quello che spero, perchè non possono già essere le otto; mi sembra di essermi addormentata appena dieci minuti fa.
Mi costringo ad aprire gli occhi e purtroppo constato che sono quasi le otto e venti e che quindi sono già in ritardo, ancor prima di alzarmi. Sono senza speranza, come ho fatto a non sentire l'allarme del mio telefono che suona a intermittenza da venti minuti?
Spengo tutto e mi tiro su dal letto, ancora mezza addormentata; quanto vorrei non dover abbandonare questo groviglio di lenzuola e coperte, ma stamattina devo andare in ospedale e stare con papà, visto che mia madre è impegnata con degli affari urgenti.
Mi guardo allo specchio, mentre mi lavo i denti. Il mio riflesso è spaventoso, sono bianca come un cadavere e ho due orrende occhiaie nere e profonde; sembro pronta per una festa di halloween!
Ieri sera, anzi stanotte, sono stata con Jack fino le quattro del mattino; dopo la lunga serie di confessioni a cuore aperto, siamo rimasti su quella panchina a parlare quasi fino all'alba. Abbiamo disquisito di un sacco di cose; dopo aver affrontato argomenti spinosi, come la liaison tra Arthur e mia madre, siamo passati a temi più leggeri.
Devo ammettere che ci sono ancora un milione di domande che vorrei fargli. Ad esempio vorrei sapere il nome di sua madre e perché è morta. Era malata? Ha avuto un incidente? Cosa è successo? Avrei voluto parlarne con lui stanotte, ma non volevo sembrare invadente; inoltre sento che quando sarà pronto, sarà lui stesso a raccontarmi tutto.
Penso che quella appena passata sia stata la notte più intima che abbia mai condiviso con un uomo; il modo in cui Jack teneva le sue mani su di me, come se fosse padrone del mio corpo, è una circostanza del tutto nuova. Lui è molto sicuro di sé, sembra che sappia sempre quello che sta facendo; io, di contro, sono piuttosto impacciata e inesperta e non faccio altro che lasciarmi guidare dall'istinto, desiderosa solo di poter raggiungere la quiete che, ultimamente, solo la sua vicinanza riesce a darmi.
Purtroppo, però, passato il momento, inizio ad analizzare la situazione istante per istante, gesto per gesto, parola per parola, ritrovandomi quasi sempre a pensare di aver fatto qualcosa di sbagliato e a pentirmi del mio atteggiamento, ripromettendomi di tenere di più le distanze la prossima volta. E poi, la volta dopo, vedo Jack, i suoi occhi, il suo sorriso curativo e nell'istante in cui lui mi tocca, o anche solo mi sfiora, il mio corpo brucia, la mia pelle prende fuoco e i miei buoni propositi vanno a farsi benedire.
Non so se mi sento così solo per il fatto che lui è un uomo attraente ed esperto e io solo una bambina appena cresciuta, priva di qualsiasi tipo di esperienza all'infuori di qualche bacio e di qualche toccatina furtiva, data sempre sopra i vestiti.
Gli unici due ragazzi con cui sono stata non mi hanno mai fatto questo effetto, probabilmente perché, in fondo, non sono stati altro che due amori infantili e innocenti.
Daniel, il mio primo fidanzatino, è stato con me dai quattordici ai sedici anni; andavo d'accordissimo con lui, gli volevo bene, ma passavamo più tempo a guardare film e giocare a giochi da tavola, che a baciarci o a smaniare dalla voglia di scoprire i nostri corpi da adolescenti con gli ormoni a palla. È stato un buon amico e ho pianto per lui quando si è trasferito a Los Angeles; mi sono disperata pensando di aver perso l'amore della mia vita; di fronte a quella separazione forzata ho sentito un dolore che solo una ragazza di sedici anni può provare.
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Come in un sogno
Storie d'amoreCOMPLETA. Isabel ha diciott'anni quando decide di lasciare la sua casa per poter fuggire dalla sua vita, dalla sua famiglia, da un segreto mai raccontato. Tre anni dopo, una situazione del tutto inaspettata la porterà a lasciare Parigi, la città do...