Isabel
La mia auto è così piena di vestiti che, nel caso facessi un incidente, i vigili del fuoco ci impiegherebbero anni a trovarmi tra tutti questi abiti stipati nel mio pick-up. È stato strano portare via la mia roba dalla mia stanza; farlo mi ha riportata indietro nel tempo, a quando, tre anni fa, ho lasciato la mia casa, decisa a non tornarci più. A quanto pare, restare nella villa con l'insegna di legno non è il mio destino. Domani mi metterò subito alla ricerca di un vero appartamento; per quanto adori la piccola baita dove sto ora, non posso rimanere lì per sempre. L'idea di avere una casetta tutta per me, in fondo, non è così male.
Passo dal mio albergo e scarico da sola la montagna di indumenti, buttandoli tutti alla rinfusa sul letto. Ci penserò più tardi. Ora devo prepararmi per la cena di stasera. Mi lavo i capelli, li lascio sciolti e mossi. Mi trucco alla perfezione e indosso un vestito, rispolverato dal mio armadio, lungo fino ai piedi; un bellissimo abito di seta color cipria che cade morbido sul mio corpo. Un paio di scarpe col tacco a spillo e sono pronta.
Arrivo a casa McCoins, incredibilmente, con venti minuti d'anticipo. Jack mi attende sulla soglia d'entrata e mi dà una lunga e languida occhiata, non appena mi tolgo il soprabito. Avrò bisogno di quel suo sguardo adulatorio stasera. Sono contenta di essere qui con lui, ma tornare in questa casa, considerato ciò che è successo l'ultima volta che ci ho messo piede, mi butta addosso un'ansia palpabile e asfissiante. Per altro, l'ultima persona che avrei voglia di vedere è Arthur. Non sopporto quell'uomo, ma mi rendo conto che fare coppia fissa con suo figlio implicherà doverlo frequentare più assiduamente di quanto vorrei.
"Vieni con me, bambolina", mi dice Jack, invitandomi a seguirlo.
Jack mi conduce nello studio di suo padre e, prima che io possa chiedergli come mai ci troviamo qui, si chiude la porta alle spalle e si fionda su di me, baciandomi.
"Sei bellissima", bisbiglia, infilando le mani sotto le pieghe del mio vestito, fino a raggiungere le mie mutandine di pizzo.
"Jack, che vuoi fare? Potrebbe entrare qualcuno", gli dico col fiato già corto, mentre lui inizia a muovere le sue sapienti e fameliche dita sulla mia pelle, regalandomi brividi caldi.
"Vuoi che mi fermi, Bel?" mi chiede, sussurando le sue parole direttamente sul mio collo, vicino al mio orecchio, dove ha iniziato a lasciare umidi baci.
Il suo corpo possente, coperto da uno splendido completo scuro, mi schiaccia piacevolmente contro la scrivania alle mie spalle. Posso sentire la sua eccitazione premere contro il mio ventre, ma non è questo suo urgente bisogno di me a mettermi in difficoltà, quanto più, il profumo della sua pelle sotto il mio naso e quelle sue maledette mani che sembrano conoscermi molto bene, tanto bene da sapere quali sono i miei punti deboli, i lembi di pelle più sensibili al suo tocco.
Le dita di Jack sfiorano il mio interno cosce, ancora coperto dalle mie mutandine. Un sospiro esce dalla mia bocca, dando al mio uomo l'assenso che cercava. In un secondo le mie coulotte finiscono a terra, ai miei piedi, e io mi ritrovo seduta, con le gambe divaricate, sulla scrivania in mogano di Arthur. Jack divora la mia bocca, mentre io impaziente, armeggio con la sua cintura e i suoi boxer, smaniosa di eliminare quegli ultimi strati di stoffa che ci separano. Mi aggrappo alla sua schiena, non appena il suo sesso, più eccitato che mai, entra dentro di me, facendomi gemere.
"Vuoi che mi fermi, piccola?"
Non ho abbastanza fiato per parlare, sono troppo impegnata a non squagliarmi su questo tavolo pregiato e a non urlare, per poter trovare le parole giuste per rispondergli a tono. Spingo il mio bacino verso il suo, incoraggiando i suoi movimenti sicuri, beandomi dei suoi occhi puntati sul mio viso, dritti nei miei. Questo sguardo mi farà impazzire un giorno o l'altro; quell'espressione compiaciuta mi fa sentire completamente sua, mi fa sentire donna, bella e desiderata. Fare l'amore con Jack, qui, sopra la scrivania di suo padre, mi dà una sensazione di proibito che credevo mi avrebbe messo in imbarazzo. E invece, sembra proprio che comportarmi da ragazza sconsiderata e spudorata, soprattutto quando si tratta di Jack, mi calzi a pennello.
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Come in un sogno
RomanceCOMPLETA. Isabel ha diciott'anni quando decide di lasciare la sua casa per poter fuggire dalla sua vita, dalla sua famiglia, da un segreto mai raccontato. Tre anni dopo, una situazione del tutto inaspettata la porterà a lasciare Parigi, la città do...