Dylan:
Prendo Luce per mano e le sorrido, indossa un paio di jeans, una maglia sottile e sopra un giubbetto in pelle, infila un poncio grigio per tenersi al caldo, è bellissima, mi sorride e si lascia portare da me.
Arriviamo nel posto che le volevo mostrare, non si accorge di dove ci troviamo, non si guarda in giro, ha occhi solo per me.
Facciamo le scale velocemente, la lascio sul balconcino e le le dico di aspettare.
Corro giù velocemente, questa è in assoluto la cosa più stupida che io abbia mai fatto, allo stesso tempo la più romantica, folle pure.
Arrivo nel piccolo cortiletto e guardò in su verso la sua direzione, le sorrido ed iniziò a citare:
"Piano? Che luce rompe da quella finestra lassù? Lì è l'oriente. E Giulietta è il sole. Levati, o sole bello, a cancellare la gelosa luna sbiancata e livida di rancore, perché tu, che sei sua ancella, sei bella, molto più bella di lei.
È la mia donna, oh! Il mio amore. Ah potesse saperlo, lei, che è così! Ecco: parla... ma senza parole. E com'è? Parlano i suoi occhi. Risponderò. Non parla con me. Due delle stelle più vive di tutto il firmamento, essendo occupate altrove, hanno pregato i suoi occhi di brillare nelle loro orbite fino al loro ritorno. E se fossero i suoi occhi, lassù, e loro, le stelle, in fronte a lei?
Vedi come appoggia la guancia sulla mano? Oh, foss'io il guanto su quella mano e sentire la sua guancia!"
Sono senza fiato, lei ride di gusto nascondendosi il volto con una mano, oh, fossi veramente io il guanto su quella mano per accarezzarle il viso.
"Assecondami," le urlo, Luce fa cenno di si ridendo, si appoggia con un gomito al balcone e pone la guancia sulla mano.
"O Romeo, Romeo, perché sei Romeo? Rinnega tuo padre, rifiuta il suo nome, o, se vuoi, legati a me anche solo d'un giuramento, e io non sarò più una Capuleti." Cita lei perfettamente, ero certo che sapeva la battuta, una piccola folla si sta radunando per osservarci, non mi importa, questa cosa alla mia Luce piace, quindi va benissimo, che giardino pure, la esorto a continuare.
"Solo il tuo nome è mio nemico; ma tu sei tu, non un Montecchi. Che è un Montecchi? Non è né una mano né un piede, né una faccia, né un braccio: nessuna parte di un uomo. O sii tu qualche altro nome! E che è un nome? Quella che noi chiamiamo rosa, anche con un altro nome avrebbe il suo soave profumo. Così Romeo, che se non si chiamasse Romeo, conserverebbe un fascino di perfezione, che possiede anche senza quel nome. Romeo, poiché non ti è nulla il tuo nome, buttalo via e prenditi, in cambio, tutta me stessa."
Allarga teatralmente le braccia, quanto è bella, lo farei veramente, prendere tutta lei.
"Ti prendo in parola. Chiamami soltanto amore; e così ribattezzato, d'ora innanzi non sarò più Romeo."
Le urlo, si ti prego, chiamami amore, lo voglio sentire uscire da quelle labbra perfette che mi hai lasciato baciare.
"Amore," sussurra lei sbagliando la battuta ma assecondandomi, corro su da lei, si elevano fischi di ovazione.
La raggiungo sul balcone, la prendo tra le braccia sorridendo.
"Non giurare. Sei tutta la mia gioia. Eppure non mi dà gioia questo incontro di stanotte avventato, inatteso e subitaneo, troppo simile al lampo, già svanito prima che uno possa dire «lampeggia». Amore, buonanotte; forse questo germoglio d'amore, che matura al fiato dell'estate sarà tutto aperto al prossimo incontro. Buonanotte! Buonanotte! La dolce pace serena che è già scesa in me scenda anche nel tuo cuore. Buonanotte." Sussurra, con una voce tanto dolce, il silenzio è calato, vogliono sentire le nostre battute, Luce fa per sfuggirmi dalle braccia, ma l'affetto per un polso fermandola.
"Oh, e mi lascerai così scontento?" Dico con aria beffarda.
Mi guarda accigliata, credo che la prossima frase la pensa veramente.
"Che contentezza potresti avere da me stanotte?" Posa la sua manina su un fianco per darsi tono.
Mi perdo nei suoi occhi chiari, nelle sue labbra leggermente imbronciate, i suoi capelli scompigliati dal vento.
"Solo sapere se mi ami quanto io amo te," lo dico abbassando la testa, sono arrossito, sicuramente paonazzo.
Ho paura cazzo, cosa ho fatto, le ho detto che la amo, se ora lei mi rifiuta mi butto giù da questo balcone. Che vergogna.
Luce mi abbraccia, posa il suo capo al mio, mi sta coccolando, forse ha percepito il mio senso di irrequietezza.
"Ti amo," lo dice con un sussurro.
Alzo di colpo gli occhi, mi sorride, le sorrido pure io, sto esplodendo di gioia, la mia Luce.
La bacio gettandomi sulle sue labbra con impeto, risponde con passione al bacio, un applauso si alza dalla folla che abbiamo creato, mi stacco da lei e faccio un inchino, invito lei a fare lo stesso.
Prendo l'occasione in cui tutti si distraggono per prenderla per mano e portarla con me, ho bisogno di restare solo con lei.
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Sooner or later you
Fiksi PenggemarInnamorata persa di questi due ragazzi, mi trovavo in questa situazione anni fa, in cui la scelta era un optional, la scuola ed i compiti un presente di sfondo alla mia vita amorosa, di cui loro ne decantavano le note... Un mese fa, li ho incontrati...