Piombo

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Accompagno mio fratello e mia cognata all'aeroporto, vanno ad Amsterdam, non facevo quella schizzinosa di Victoria una da viaggi divertenti.
Li osservo dal retrovisore, ok dai, mi è simpatica, non è neppure schizzinosa, l'ho pensato solo per prenderla un po' in giro.
In realtà le devo molto, la voce che prende vita da parte a me me lo ricorda, stanno parlando di lavoro, mi piacciono i libri, quelli romantici no, ma evidentemente Luce ne sta scrivendo uno tale.
La guardo di sfuggita, ha gli occhioni che brillano, dio quanto è bella, le sfiorò una mano, lei mi sorride.
Mi fa sentire un adolescente, esaltato per un suo sorriso, quassù mi viene voglia di fermarmi e scrivere su un muro "Luce mi ha sorriso," sorrido per quell'assurdo pensiero che ha appena varcato le soglie della mia mente.
Chissà di che parla il suo libro, lo leggerei il suo anche se non sono da libri romantici, in ogni caso, giusto per sapere cosa porta in quella testolina tanto bella.
Victoria le ha chiesto di fare questo viaggio in aeroporto a scopo lavorativo, prendendo per l'appunto la scusa che partono ed era l'unico momento libero che avevano.
In realtà so che ha pianificato la cosa quando esasperato dalle richieste di mio fratello ho accettato di accompagnarli, in genere odio la pioggia, non volevo portarli perché il tempo è uno schifo, ma gli occhi di Luce, così chiari è pieno di vita, mi ricordano che in realtà è un tempo meraviglioso.
"Tu Luce hai viaggi in programma?" Le chiede Victoria.
"Si, in realtà questo fine settimana, volevo andare a Verona." Gioca con una ciocca di capelli mentre lo dice, vuol dire che in quel posto c'è qualcosa che le interessa ma che la imbarazza rivelare.
"Quando parti?" Chiede ancora mia cognata.
Giuro che se ora le chiede se va per un ragazzo, lei risponde di sì, mi fermo e li lascio a piedi.
"Domani, sono emozionata, ma pure timorosa, è una città abbastanza grande, ed io non ne conosco neppure una strada." Dice con un sorriso pieno di emozione.
Mio fratello sogghigna, mi osserva per un istante e poi interviene, quando fa così so che mi sta chiedendo di intervenire.
"Io e Dylan, ci abitiamo da quando siamo nati, ti può dare indicazioni lui se ti fa piacere," cosa, cazzo si, grande fratello, ok, non posso perdere questa occasione.
"Veramente pensavo di andarci per trovare mamma e papà, se vuoi ti faccio da cicerone," le butto lì.
Di di si, ti prego accetta, ti prego.
"Se non ti è di disturbo, mi piacerebbe molto," tu non disturbi mai piccola.

Il ritorno lo trascorriamo più tranquillamente, non c'è nessuna cognata con la parlantina assillante, Luce è imbarazzata, non voglio vederla stare in apprensione.
"Quindi parti domani, con che mezzo ti muovi?" Le chiedo cercando di alleggerire l'atmosfera.
"Prendo il treno, scendo a porta nuova, poi camminerò verso l'hotel," lo dice come se sia una cosa normale, ma no, non le lascio prendere un treno, il regionale poi, su quei vagoni sale di tutto e di più.
"Ma no, che treno, ti accompagno io, in che hotel hai prenotato?"
Se non si era ancora capito, non avevo in programma di andare a Verona, ma visto che Luce ci va, mettiamoci la fortuna che i miei genitori abitano lì.
"Non ho ancora prenotato, lo farò domani," dice arrossendo.
Vorrei chiederle di non andare in hotel, la vorrei portare a casa con me, ma forse chiederglielo sarebbe strano, un po' precoce anche.
Faccio cenno di si, passiamo a prendere la sua valigia, di modo che domani non debba trasportarla fino casa di mio fratello, la porto a mangiare fuori, non so più cosa inventarmi per stare con lei.
Alle 23 la riaccompagno, chiaramente scendo e vado con lei fino alla porta, come farebbe un ragazzo per bene, oppure uno che vuole un bacio, ok, sto scodinzolando per avere attenzioni sono messo male.
Lei sorride sempre con quel poco di imbarazzo che mi affascina, infila la chiave nella toppa ed, un tack sonoro allarma entrambi,
La vedo alzare gli occhi al cielo, scommetto che sta imprecando tra se, ed io sto sperando, fa che il mio presentimento sia realtà.
Estrae la chiave rotta dalla serratura, siiiiiii vorrei gridare da tanto sono felice, ora posso proporle di stare con me.
"Ci mancava pure questa," dice con un lamento.
Prendo subito la situazione in mano.
"Dai non preoccupartene ora, puoi stare da me, tanto domani mattina partiamo presto, poi quando torniamo si pensa alla porta," le dico alzando le spalle.
Accetta, grazie al cielo accetta, devo solo calmarmi e non saltarle addosso.
"Accomodati piccola, "le dico aprendole la porta.
Vorrei che parlasse di più, è sempre tanto timida, la voglio conoscere, che si senta più a suo agio con me.
"Vuoi qualcosa da bere? Ci guardiamo un film magari." Non chiuderti in una camera, resta con me, accetta la mia proposta.
"Ok, grazie," sara la quarantesima volta che mi ringrazia.
"Smettila di ringraziare, e di essere imbarazzata, vai di la, accomodati e scegli un film, io prendo da bere," le dico cercando di farla sentire più a suo agio.
Sento i suoi passi minuti sul parquet, spero che le piaccia la birra, il vino mi sa di pesante, stappo due bottiglie e prendo delle patatine.
Le mie orecchie percepiscono il suono del televisore, ha azionato il film che stavo guardando prima di uscire, le avevo detto di sceglierne uno, perché deve essere tanto imbarazzata, va beh, la situazione mi va sempre in meglio, il film che non ha scelto è un horror, terrificante, certe scene mettono paura pure a me.
"Ti piace la birra?" Le chiedo entrando in soggiorno, lei è seduta come se fosse a messa, alzo mentalmente gli occhi al cielo, fa cenno di si con la testa.
Le passo la birra, facciamo un Brindisi e mi accomodo pure io sul divano, mi metto comodo, prima o poi dovrà farlo anche lei, si stancherà di stare in quella posizione.
Prendo un plaid e glie lo poso sulle gambe, fa per ringraziare ma la blocco sul nascere, basta ringraziamenti, si scompone leggermente, finalmente.
Il film inizia, lo conosco già, la continuò a guardare, non riesco a togliere gli occhi dal suo viso, per le prime scene si spaventa un po', ora arriva il bello, salta letteralmente vicino a me, nasconde il volto sul mio torace, non posso fare a meno di ridere.
Si stacca da me troppo in fretta, troppo dolorosamente, sta per scusarsi ancora, ma la prendo delicatamente per le spalle, la voglio qui, vicino a me.
"Restami vicina," lo dico in un sussurro, le guardo le labbra, quelle fantastiche labbra che vorrei tanto baciare.
Fanno lo stesso i suoi occhi posandosi sulle mie, si fa più vicina, sto per baciarla, la voglio.
Girla lentamente il volto appoggiandosi con la gota sul mio petto, resto appeso ad un filo, sospeso sognando le sue labbra, le accarezzò piano la testa, le bacio il capo, anche questo contatto è fantastico.
Ci addormentiamo in questa posizione, lei abbracciata a me, ed io che me la stringo più che posso al petto.

Sooner or later you Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora