Entro raggiante in ufficio, il nostro piccolo viaggio è stato meraviglioso, Leo è già in riunione, mi sembra ancora così strano che ci sposiamo, l'anello mi è estraneo al dito, continua ad impigliarsi nelle cose, continua a guardarlo, così brillante e mi ricorda Leo in ogni momento.
Vedo Rebby e la salutò con la mano, quella curiosa nota subito il mio anello, mette le mani sulla bocca per tappare l'ovazione, tutto inutile è tanta scena visto che poi sbraita.
"Ti sposi!"
Si voltano tutti verso di me, Rebby mi salta al collo, si leva un applauso nato da un pubblico attirato ed incuriosito dalle urla della mia amica.
Ne avevamo parlato tanto a lungo io e Leo ieri sera, concordavamo sull'aspettare per rendere pubblica la notizia, ed ecco la mia cara amica che rovina tutto con un urlo.
Tra tutto questo baccano vedo in lontananza una porta aprirsi, sbuca Leo, mi guarda e sorride, scuote la testa mimandomi con le labbra Rebecca, comprende pure lui che la mia amica ha problemi con il contenersi.
Iniziano ad avvicinarsi pure a lui, gli fanno gli auguri, mi raggiunge in un attimo baciandomi sulle labbra, un altro applauso assordante, ma non li sento più, sono tra le braccia del mio fidanzato.
"Grazie a tutti ragazzi," dice Leo stringendomi.
Arriva anche Luce ad abbracciarci, è il suo primo giorno, dopo passerò nel suo studio per sapere come è andata la vacanza a Verona con mio cognato.
Noto subito che ha perso un poco di vitalità, le sue guance non sono più belle rosee, ed i suoi occhi sono spenti, quando si allontana vedo che porta pure una fasciatura al ginocchio, che cavoli le ha combinato mio cognato.
Leo mi guarda preoccupato, ha intuito pure lui, gli sussurrò che ci penso io, lui mi fa un segno positivo con il capo.
Il momento di trambusto è stato placato, ma per tutta la giornata ricevo visite nel mio ufficio, cavoli, ho un sacco di lavoro da fare e non riesco a svolgerlo con tutto questo via e vai.
Mando un messaggio al mio fidanzato avvertendolo che mi portò il lavoro a casa, per inciso a casa sua visto che il mio portatile è lì, ma prima passo da luce per darle il benvenuto e scambiare qualche chiacchiera tra donne.
Busso piano alla porta, lei mi invita dolcemente ad entrare, è tanto carina questa ragazza, le mostro uno dei miei miglior sorrisi.
"Ciao Victoria, accomodati pure," mi dice indicandomi la sedia di fronte a se.
Faccio come mi dice, non so bene dove iniziare il discorso, devo indagare su un fatto suo abbastanza personale, non voglio essere indiscreta, ma darle appoggio.
"Allora, come è andata a Verona?" Le chiedo effettivamente incuriosita dall'argomento.
"Molto bene," dice con un sorriso che le muore sul nascere, "ho visitato tutto ciò che desideravo tanto," mi fa un sorrisetto da è meglio lasciar perdere.
"Tu e Dylan?" Basta, dai voglio sapere i pettegolezzi piccanti, non giriamo intorno ai monumenti.
"Mi dispiace Victoria, credo che io e lui vogliamo cose diverse," conclude in un tono che mi fa percepire discorso Dylan chiuso.
Ok, non la voglio innervosire, ci mancherebbe, però per la sua salute questa domanda devo fargliela.
"Luce ma è successo qualche cosa? Me lo puoi dire tranquillamente," le dico serissima, e preoccupatatissima.
"No," mi dice lei rossa in volto, oddio, ci siamo capite male, ma questo suo no sembra tanto un si.
"Non intendo, non in quel senso, è solo che ti vedo triste ed ammaccata," faccio segno verso il suo ginocchio con il dito puntato verso il basso.
"Il ginocchio," si petto una mano sulla fronte, credo per ripararsi dalla vergogna del suo pensiero antecedente, "sono solo caduta malamente dalle scale, qualche punto di sutura, nulla di grave," termina sventolando una mano.
"Va bene, se mi dici così, sto tranquilla, in ogni caso, sto organizzando la cena di prova per il matrimonio, Leo mi ha concesso tempi di preparativi brevissimi, mi farebbe piacere se partecipasti," le dico raggiante, sono proprio una sposina felice.
"Ma certo Victoria, mi farebbe molto piacere," mi conferma con un sorriso.
"La prendo come una conferma," le faccio l'occhiolino alzandomi dalla sedia.Mezza giornata buttata al vento, non sono riuscita neppure per un attimo a concentrarmi sul lavoro, entro senza tante cerimonie, ormai passo più tempo a casa del mio fidanzato che nel mio appartamento.
Dylan è in cucina con una faccia tutta mogia, io e lui ormai ci vogliamo tanto bene.
"Che espressione avvilita, dai cucciolo, non piangere se la gente non ride alle tue battute," lo ripeto, tanto bene.
Chiaramente scherzo, ci punzecchiamo molto, so che è un bravo ragazzo, è simpatico ed intelligente, solo che il nostro passatempo preferito è prenderci in giro a vicenda.
"Non e giornata Luce, scusami ma non sono di buon umore," mi dice soprappensiero.
Fermo tutto ciò che sto facendo, santissimi dei dell'olimpo, questo è cotto da far paura, cosa è successo di preciso nel loro fine settimana?
"Dylan, mi chiamo Victoria," faccio un sorriso o da ti ho beccato.
Ovviamente non mi da soddisfazione, il ragazzo non sbaglia mai, è talmente diverso dal fratello, Leo con me è dolcissimo, protettivo, amorevole, dylan è uno stronzo.
"Infatti ti ho chiamata Victoria, vuoi l'amplifon, chiedo alla vicina anziana de te lo presta?" Va beh, non era così cattiva questa, anche se l'ha detta con il tono acido.
Magari è il fatto che sta lì tutto mogio ed innamorato ad addolcirmi, opto per la tattica non sento le tue inutili scuse.
"Parlando di Luce per l'appunto, si è ferita ad una gamba lo sapevi? Ha dovuto pure mettere i punti povera ragazza," gli sto dando le spalle, ma so di avere la sua attenzione.
Mi volto con in mano una tazza di caffè, è sbalordito o forse molto preoccupato, in ogni caso non sapeva la cosa e ne è rimasto sorpreso.
Si prende improvvisamente il volto tra le mani e si appoggia al bancone, fa per alzarsi, ma urta la tazza che aveva di fronte, va in frantumi sul pavimento.
Ripulire è un attimo, la mia preoccupazione è per Dylan, barcolla, non sembra stabile, faccio un balzo e sono al suo fianco prendendolo per un braccio.
"Dylan, che ti prende, non ti senti bene?" Gli chiedo respingendolo a sedere sulla sedia.
Ha le occhiaie più nere che io abbia mai visto, che cazzo è successo tra quei due?
"Sto bene, era solo un capogiro, non ho dormito molto, devo andare da Luce," mi dice tentando nuovamente di alzarsi.
Si muove come un ubriaco, so che non ha bevuto, non sento traccia di alcool, lo spingo ancora a sedere.
"Non so cosa sia successo, ma tu hai un aspetto di merda, non ti reggi in piedi, lei sembra un fantasma, ora ti porto a letto e dormi, quando ti sveglierai mi racconterai tutto e troveremo una soluzione," gli dico puntandogli il dito contro.
Non oppone resistenza, deve stare veramente male se si lascia fare, lo aiuto ad arrivare in camera sua, si sdraia sul letto, vado a prendergli due pastiglie di sonnifero, almeno dormirà rilassato, prende anche quelle senza dire nulla. Pochi secondi ci vogliono, cade in un sonno profondo, lo copro con attenzione e torno in cucina, chiamo immediatamente Leo per avvertirlo.
Anche lui è preoccupato, voleva rientrare all'istante ma gli ho assicurato che stavo io ad assicurare la salute del fratello.
Scrivo un messaggio per Luce:
Luce, scusami se ti disturbo sul lavoro, sono rientrata poco fa a casa, ed ho trovato mio cognato ridotto uno straccio, non voglio sapere con insistenza se è successo qualche cosa tra voi, ma sto iniziando seriamente a preoccuparmi.
Inviato, attendo la risposta ora.
Sto tamburellando nervosamente con le dita sul tavolo in attesa, le condizioni di questi ragazzi mi mettono in apprensione.
Suonano alla porta, pensavo che si fidava almeno un po' di me, beh capisco in ogni caso e suo fratello, sarei tornata pure io.
Apro la porta senza chiedere ne verificare chi sia, tanto do per scontato che è Leo, invece, con mia sorpresa, sulla soglia trovò una ragazza minuta.
"Luce, ma che," non finisco la frase, non avrei in ogni modo saputo finirla, la ragazza mi interrompe.
"Dylan sta male?" Mi chiede agitatissima.
Espiro sonoramente e le apro una porta invitandola ad entrare, ho già capito, sono innamorati pazzi l'uno dell'altra, probabilmente mio cognato ha fatto il coglione, lo penso perché sono femminista, la colpa sempre degli uomini, ed ora stanno male entrambi.
"Tranquilla, sta dormendo, entra che si gela, ti offro una tazza di tè, vuoi?" Chiedo gentilmente andando verso la cucina, lei però non mi segue, resta in corridoio.
Arrossisce leggermente e ringrazio il cielo per quel poco di colore sulle sue gote.
"Posso, posso vederlo," mi chiede con un filo di voce.
Rimango sorpresa, me lo sta chiedendo perché mi vede come la mamma severa oppure il medico chirurgo.
"Certo, ti accompagno alla sua camera," scommetto che sa già dove si trova, ma meglio evitarle imbarazzo.
Apro la porta e lei entra attenta a non fare rumore, come vede il suo volto si mette le mani sulla bocca, gli accarezza dolcemente i capelli.
"Vi lascio soli," sussurro, "non svegliarlo però, gli ho dato due sonniferi per concedergli un po' di sonno tranquillo," effettivamente sembro un po' la mammina severa in questo momento, luce mi fa cenno di si con il capo, esco chiudendomi la porta alle spalle.
Dopo un ora abbondante vedo ricomparire Luce, le faccio un sorrisone, deve sapere che qui è la benvenuta.
"Si agitava nel sonno, sono rimasta un po' con lui per calmarlo, ora è tranquillo," mi informa dolcemente, "io, devo andare," mi indica la porta con il dito.
Mi alzo svelta per accompagnarla, prima che se ne vada la fermo un istante.
"Posso dirgli che sei stata qui?" Le chiedo dolcemente.
"È meglio di no," mi risponde alzando le spalle, si gira lenta ed un po' imbarazzata, se ne va salutandomi con la mano.
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Sooner or later you
FanfictionInnamorata persa di questi due ragazzi, mi trovavo in questa situazione anni fa, in cui la scelta era un optional, la scuola ed i compiti un presente di sfondo alla mia vita amorosa, di cui loro ne decantavano le note... Un mese fa, li ho incontrati...