Che

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Apro gli occhi e la trovo qui di fianco a me, la visione più bella nel mondo, la abbraccio strega e le do un bacio sulla fronte, lei si stiracchia, apre gli occhi ed è tutto uno spettacolo.
"Buongiorno amore," mi sussurra, le parole più belle del mondo.
Le sorrido come un bambino, sono intimidito da lei nel senso buono, nascondo leggermente il mio volto nel cuscino per cercare di mascherare la mia reazione, pure per celarle il rossore propagatosi sulle mie gote.
"Ti vedo che sorridi, che c'è, sono buffa?" Mi chiede mettendo un dolce broncio.
Le bacio subito le labbra rosee, sfrego il mio naso sul suo, si riprende dal trasporto che ci sta travolgendo, mi guarda seria.
"Voglio una risposta Fainello," il suo tono non ammette contraddizioni.
"Sorridevo perché mi hai chiamato amore," le confesso abbassando leggermente gli occhi.
"Quindi, cosa c'è di..." la interrompo baciandola.
"Voglio tutti i giorni il buongiorno con te che mi chiami amore," le dico praticamente mettendomi sopra di lei.
Facciamo ancora l'amore, solo lei mi fa questo effetto, solo lei mi fa stare bene.

Verso l'ora di pranzo inoltrata, usciamo dal letto, l'ho convinta a restare, si sta facendo una doccia, mi chiama mio fratello, vorrà spettegolare su ieri sera, devo ricordarmi di ringraziare mia cognata.
Dice che tornano, non si sente bene Victoria, insinua che sia influenza, non ci credo neppure per un attimo, quei due passano più tempo nudi che vestiti, sara sicuramente incinta, porgo i miei auguri ma non afferra, va beh, quando torna gli faccio un disegnino su come si fa.
Parlando appunto di ragazze nude, la mia è sotto la doccia tutta bagnata senza niente addosso, questo mi obbliga praticamente a raggiungerla.
Mi avvio a passo svelto verso il bagno, sta canticchiando una canzone sotto il getto d'acqua, voglio capire che canzone invade la sua mente, mi avvicino.
Chiudo gli occhi per un istante, cavoli è bellissima ma pure stonatissima, trovo che sia giusto così, ognuno ha i suoi pregi, entro piano senza che lei mi senta, questa doccia è un monolocale, la ammiro dal dietro, mi sto bagnando pure io.
"Ama ancora," le sussurrò avvicinandomi.
Si volta di scatto come se fosse stata scoperta ad ammettere un crimine, diventa tutta rossa, si baby, ho sentito che sei stonata come una campana tibetana.
"Non dovevi sentirmi cantare, tu sopratutto non dovevi," mi dice puntandomi un dito addosso.
Scoppio a ridere e la afferrò per la vita baciandola con ardore, quanto è bella quando diventa timida.
Ero curioso di vederla così, tutte le volte che le tolgo le mutandine arrossisce, pure quando siamo già nudi a letto e le salto addosso lo fa.
Non si vergogna di farsi vedere da me, non tenta di coprirsi, ma arrossisce, mette a nudo anche questa parte dei suoi sentimenti davanti ai miei occhi.
Volevo proprio prenderla in contropiede e vedere se era solo nel momento di fare l'amore,che lo faceva, oppure sempre.
"Perché arrossisci?," le chiedo, la tengo sul mio petto, l'acqua ci scorre sopra come pioggia.
"È una delle mie reazioni a te, spero ti piaccia, altrimenti ti ci devi abituare in ogni caso," fa una specie di smorfia tenere in fine alla frase.
"Ti amo anche perché arrossisci," le confesso diventando in un mio modo paonazzo.
Ripeto il bacio ancora ed ancora, la doccia diventa lunghissima.

La aspetto in soggiorno, avendo lei i capelli lunghi ci impiega più tempo per asciugarsi, sono tranquillo sul divano, faccio un zapping, realmente sono rapito dai miei pensieri concentrati su di lei, quindi non guardo nulla in particolare.
La sento raggiungermi con passo svelto, i suoi piedini risuonano sul pavimento, mi bacia frettolosamente, ha i capelli che profumano di lavanda, la adoro.
"Mangiamo qualcosa?," mi chiede con un sorriso, effettivamente tra una coccola e l'altro si è avvicinata l'ora di cena, non abbiamo toccato cibo per tutti il giorno, eravamo troppo impegnati per farlo.
"Si, volentieri, cuciniamo insieme?," le propongo, non voglio che faccia tutto lei, anche se senza dubbio è molto più brava di me.
Fa un piccolo cenno con la testa, ci dirigiamo in cucina ed attrezziamo il tutto per preparare una cenetta, sentiamo entrambi aprire la porta di casa, per un attimo ci fissiamo allarmati, Leo, ma certo, mi era passato di mente.
"Sono Leo e Victoria amore, non si sente molto bene lei, mi ero dimenticato di dirti che tornavano prima," le dico andando verso l'entrata per accoglierli e vedere le condizioni fisiche di mia cognata.
"Ciao Dylan," mi saluta Leo tenendo aperta la porta alla fidanzata.
Non sembra stare troppo male, Luce si affaccia al corridoio e corre da lei.
"Victoria, mi ha avvisata ora Dylan che non stai bene, che succede, vuoi un the caldo?" Le propone dolcemente.
"Nulla di grave, sembra già essermi passato tutto, vorrei mangiare qualcosa di sostanzioso veramente," afferma leccandosi le labbra.
Leo scuote la testa e viene verso di me, ci sediamo tutti mangiando quello che io e Luce abbiamo preparato, fortunatamente siamo stati molto abbondanti con le dosi, ok, io sono stato abbondante, mi piace mangiare.
"Ci sono le fragole? Ne ho una gran voglia," dice Victoria.
Luce va verso il frigorifero per cercarle, io emetto una risatina, tutti mi guardano, ma dai, possibile che non capiscano, sta male, ha le voglie, è evidente che aspetta un bambino.
"Trovi divertente che ho voglia di fragole?," mi chiede con un fare dubbioso ed un pizzico di acidità nella voce, quello non manca mai, ma lo facciamo per indispettirci a vicenda.
"No,ma forse è il tuo bimbo che vuole le fragole," le dico con un sorrisetto dolce da zio, accarezzandole la pancia.
Mi schiaffeggia violentemente la mano, ritraggo all'istante, caspita, è cattiva la futura mammina.
"Molto improbabile," dice con uno sguardo storto.
Faccio una faccia da: perché, non è una brutta cosa....
"Sono mestruata," dice muovendo le braccia in modo teatrale.
Leo ride di gusto, io faccio il finto offeso, sposto lo sguardo, noto Luce con lo sguardo perso nel vuoto guardare l'interno del frigorifero.
"Amore," la chiamò per riportarla alla realtà.
Mi guarda con uno strano sguardo, siamo gli unici due seri in questa casa mentre la coppietta di futuri sposi ride divertita.
"Che giorno è oggi?," mi chiede.
"Lunedì," rispondo con un alzata di spalle.
"Intendo la data," dice gesticolando.
Anche Leo e Vicky hanno smesso di ridere e la guardano, che le succede, perché è così preoccupata?
"Il 15," le rispondo.

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