Capitolo 5

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Sammy's pov

"F-fred...Fred Baker?" sussurro con voce tremante.

Non riesco a credere alle mie orecchie...

"Sei davvero tu?" continuo.

"Si, Sammy. Sono io." risponde, la voce fredda.

Mi schiarisco la voce, non promette nulla di buono.
"A cosa devo questa telefonata? Non ci sentiamo da un anno..."

"Perché hai preferito il college a mia sorella?"

Cazzo. Cazzo. E triplo cazzo.
È lì, in casa mia. Con la mia fottuta famiglia.
E sa di me, delle mie scuse.
Okay, e adesso cosa mi invento?

"Beh...diciamo che ho avuto molto da fare all'Università. Però l'ho chiamata, quindi non puoi chiamare e insultare senza un reale motivo." cerco di stemperare la situazione anche se sono sicura che si arrabbierà. E di brutto anche.

"Io mi fidavo di te! Sai, mentre restavo sveglio fino alle quattro del mattino per finire il lavoro, pensavo a mia sorella. E immaginavo te al suo fianco. Quindi scusami se adesso mi sento in diritto di rimproverarti." continua, il tono della voce è cambiato da arrabbiato a triste.

"Lo so e...mi dispiace. Non puoi neanche immaginare quello che mi è successo in un anno, troppe cose e troppi pensieri per poter tornare a New York." Finisco di parlare e in sottofondo si sente il pianto di Evan.

Oh no, non adesso. Ti prego.

Tappo con la mano il microfono del telefono e sussurro al mio bambino. Non può mettersi a piangere proprio adesso, non con Fred al telefono.

"Pronto? Sammy ci sei? Di chi era quel pianto?" Sento la voce di Fred attraverso la cornetta.

"Nessuno, la telev..." un altro pianto che mi interrompe.

Frustrata mi lascio sfuggire un :" Evan arrivo subito."

"Evan? Chi è Evan?"

"Ehm il...il...figlio della mia vicina di stanza. Sai com'è, è una ragazza madre e mi ha chiesto di tenerle il bambino mentre lei è a lezione." mi arrampico sugli specchi.

Fred rimane in silenzio e per fortuna il mio bimbo ha smesso di piangere.
Sospiro di sollievo e mi allontano di qualche passo.
Non voglio mica che si venga a sapere che ho un figlio.

"Quindi, mi hai chiamato solo per dirmi di Clarissa?" chiedo.

Immagino già la risposta, non esiste un'altra spiegazione plausibile.

"Si, non ho altro da dirti. Ci sentiamo, ciao." Riattacca senza darmi il tempo di rispondere.

Che conversazione lunga e felice...

Non sento e non vedo Fred da un anno ma ora che ho avuto la conferma che si trova a New York, sono sempre più convinta della mia scelta. Tyler da solo starà benissimo.

Ritorno da Evan e lo prendo il braccio. So cosa ho promesso a Tyler, ma non sono pronta.
Il solo pensiero mi fa tremare dalla paura e dall'ansia, non sarò mai in grado di incrociare i suoi occhi e...

Scaccio il pensiero dalla mia testa e mi concentro su mio figlio, è mattina ed è una bellissima giornata.
Così, senza pensarci ancora, metto una tutina al piccolo e lo porto fuori. Ha bisogno di aria pulita e fresca, oltre che di un po' di sole.
Chiamo il mio amico Dylan per chiedergli se gli va di farmi compagnia.

"Pronto?"

"Dylan, ehi. Hai da fare adesso?"

"Dolcezza ciao, no sono tutto tuo. Dove sei?" risponde con il suo solito tono di voce ironico.

Un fidanzato per finta 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora