Capitolo extra - 2

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Particolare.
È così che reputo la mia ultima uscita con Julian.
Dopo il nostro incontro in pizzeria, due giorni dopo mi ha portato a prendere un gelato.
Un gelato, a novembre.
Non c'è freddo, anzi, però io odio consumare gelati fuori la stagione estiva.
Mi si congela il cervello, quel poco che mi è rimasto.

Per tutto il tempo non abbiamo fatto altro che parlare dei nostri hobby. Non che io ne abbia molti, sia chiaro.
Però non so, è stato bello poter condividere con qualcuno i miei interessi.
A poco a poco sto scoprendo molti aspetti di Julian, che all'apparenza non si notano.
È un ragazzo testardo, sicuro di sè ma anche tremendamente dolce.

Alcune frasi da lui pronunciate mi hanno portato a tale conclusione.
La sua corazza di ghiaccio è soltanto un modo per allontanare la gente, per proteggersi da chissà quali mali.
Secondo me, ha solo bisogno di essere capito.

Mi alzo dal divano per controllare Evan. Sta dormendo beatamente dentro il passeggino.
Non posso restare in camera tutto il giorno, la casa non si pulisce mica da sola.
Sto per andare in cucina quando il mio cellulare vibra.

Julian- Preparati, fra mezz'ora ti vengo a prendere.
Ps. Esigo anche la presenza di Evan ;)

Che gran faccia tosta... Esige addirittura la presenza di mio figlio.
Chi si crede di essere?
Ora gli rispondo a tono.

Mio figlio non è un giocattolo da trascinare in giro per la città, e neanche io. La prossima volta esigo minimo un giorno di preavviso.

J- Quanto la fai tragica...Sono serio, vorrei passare un pomeriggio in compagnia di entrambi. Mi concedi questo onore?

S- Ma anche no.

Non passerò un pomeriggio in sua compagnia.
Che ne è stato del tuo giudizio positivo nei suoi confronti?
È scomparso, vaporizzato.

J- Diciassette e trenta a casa tua. I popcorn li porto io. ;)

Sta scherzando? Vi prego, ditemi di si...

S- Stai scherzando?

J- Certo che no. A più tardi x.

Rassegnata, vado in cucina, apro il frigorifero e dò libero sfogo alla mia frustrazione.

*****

Alle diciassette e trenta, puntuale come un orologio svizzero, sento suonare il campanello. Eccolo, mister "non accetto un no come risposta". Vado ad aprire con una strana ansia in corpo; è la prima volta che Julian viene a casa mia. 

Quando spalanco la porta, la sua figura imponente mi si para davanti. Okay, di essere bello è bello. Anche troppo...

"Salve Samantha, posso entrare? Ho portato i popcorn, come promesso." mi sventola il pacchetto davanti la faccia. 

Alzo gli occhi al cielo e mi faccio da parte per permettergli di oltrepassare la soglia. "Ciao anche a te, Julian." 

Il ragazzo dagli occhi verdi si guarda intorno, incuriosito. "Hai una bella casa, complimenti." 

"Grazie." rispondo soltanto. 

Dal walkie-talkie sento dei rumori provenienti dalla camera da letto. Evan si sarà sicuramente svegliato. "Vado da Evan, torno subito. Fai come se fossi a casa tua." 

Salgo le scale e quando apro la porta della stanza, trovo Evan in lacrime. Subito lo prendo in  braccio, ma il pianto non cessa. Lo cullo come meglio riesco, senza risultati. 

Un fidanzato per finta 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora