Capitolo 26

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Sono tutti presenti.
Ci sono proprio tutti.
Sono seduta tra Clayton e Fred, le mani incrociate al grembo e lo sguardo costantemente rivolto sulla bara posta al centro.

Dietro di noi, ci sono Rachel e Tyler.
Sylvie è rimasta a casa con Clarissa e Evan.
Il parroco sta parlando di amore, di comprensione.
Lo stesso amore che non ho saputo trasmettere a Dylan.

Mi pento di non averlo fermato, quel fatidico giorno.
Mi pento di non essermi innamorata di lui.
So che può sembrare sbagliato ma è ciò che penso adesso.
Ho avuto un intero anno per poterlo fare e non ci sono riuscita.
O meglio, avevo i prosciutti negli occhi.
Dylan, dal canto suo, non mi ha mai fatto capire nulla.
Mai una carezza di troppo, mai un bacio rubato.

Non nego che se ci avesse provato, mi sarei sciolta come burro fuso.
Ora è troppo tardi per le dichiarazioni, per i ripensamenti.
La morte ha fatto la sua comparsa e se l'è portato via.

"C'è qualcuno che vorrebbe spendere due parole per il nostro Dylan?"

Mi alzo.
Mi alzo e percorro lo spazio che mi separa dall'altare con gli occhi dei presenti puntati addosso.

Per Dylan. Soltanto per lui.

"Salve, mi chiamo Sammy. Dylan è il mio migliore amico, la persona che più si avvicina ad un fratello per me.
Dovete sapere che io non ho fratelli di sangue, ma fratelli di cuore. Tyler e Dylan sono i miei.
E non importa se uno di loro è volato in cielo, non importa se non potrò vederlo più.
Dylan è un ragazzo meraviglioso, il migliore di tutti.
Lui c'è, non è morto.
Dylan vive nei nostri cuori.
Di giorno parleremo di mio figlio e, la sera, andremo ad osservare le stelle e a contemplarle.
Faremo lunghe passeggiate sulla spiaggia e prenderemo un gelato al cioccolato.
Tutte queste cose continuerò a farle, perché anche se non ci sarà fisicamente, lui continuerà a stringermi la mano.
Odio parlare di lui al passato, e credo che neanche voi dovreste farlo.
Dylan è, non era. Ricordatelo sempre. Grazie." scendo dall'altare e ritorno al mio posto.

"Parole bellissime, tesoro. Ti ringrazio." mi ferma la madre.

Sorrido e le poso una mano sulla spalla. "Grazie a lei per aver messo al mondo un ragazzo fantastico."

Ritorno a sedermi tra i due ragazzi, e per tutto il resto della cerimonia me ne sto in silenzio, immersa tra i pensieri.

Le parole del parroco mi giungono all'orecchio lontane ma cariche di significato.

La vita. Cos'è la vita e come si può spiegare?

Secondo me, la vita è sofferenza, felicità, amore. Tante piccole cose che, messe insieme, donano la voglia di vivere.

Siamo passeggeri in questa vita, siamo chiamati a stare sulla terra finché non arriva il momento di abbandonare la vita terrena per passare oltre.

Ma, di preciso, cos'è l'oltre?

Un luogo dove ci si può incontrare con le persone care, un luogo in cui vivere una nuova vita, oppure è semplicemente... oltre?

Dylan ha scoperto troppo presto il significato di oltre, non ha avuto scelta.
Ha fatto tutto il destino.

Eppure, a due giorni dalla sua morte, mi chiedo cosa l'abbia spinto ad andare in un luogo isolato come quello, perché non è rimasto nei paraggi?

Quando il destino scrive, non c'è scampo.
Lo so, sarebbe potuto succedere anche a due metri da casa. Lo so benissimo...

"Sammy, possiamo andare." mi sento scuotere da un braccio.

Clayton mi sta chiamando, la chiesa si sta a poco a poco svuotando.
Mi accorgo solo ora di essere rimasta immobile, senza cognizione del tempo.

Un fidanzato per finta 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora