Capitolo 6

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Sammy's pov

Mentre aiuto Tyler a sistemare la valigia, ripenso ai due giorni passati insieme. Elliot gli ha concesso di andare in ferie due giorni prima, essendo "grandi" amici.
Abbiamo passato le giornate al mare, Evan permettendo, e ogni sera Dylan e Ryan sono venuti a casa nostra.
Tyler non ha fatto altro che raccomandare loro di tenermi d'occhio. Ha perfino preparato una lista di numeri nel caso ne avessi bisogno.
Ci tiene a noi, siamo la sua seconda famiglia quindi credo sia normale il suo atteggiamento protettivo.

"Allora, chiama quando atterri e salutami i tuoi."

"Tesoro non siamo ancora all'aeroporto, penseremo dopo alle raccomandazioni. " ribatte sbuffando.

Alzo gli occhi al cielo e lo aiuto a chiudere la valigia. Per precauzione, ho stilato una lista di tutti gli indumenti presenti li dentro, per evitare inconvenienti come "Cazzo Sammy, ho dimenticato cinque magliette da mia madre."
È successo e vi assicuro che non è piacevole. Tyler ama l'ordine e non sopporta dimenticare roba in giro.

"Okay, c'è tutto." dice prima di posare la valigia sul pavimento. "Andiamo, fra un'ora parte il mio volo."

Prende Evan dalla culla e lo abbraccia. Per l'occasione, Diana ci farà da babysitter.
"Mi raccomando, amore di papà, non fare arrabbiare la mamma e mangia tanto." lo bacia sulla fronte prima di passarlo a me.

Diana dovrebbe arrivare da un momento all'altro, infatti quando sto per posarlo nella culla, il campanello suona.
"Sarà Diana." Mi avvio in salotto e, come pensavo, Diana è dietro la porta con un mega sorriso stampato in viso.

"Buongiorno bellezza, dov'è il futuro newyorkese?" domanda allegra.

"Buongiorno anche a te, devo ricordarti che Tyler è effettivamente newyorkese?" ridacchio.

"Dettagli sorella. Allora, dov'è il bimbo?"

Le faccio strada lungo il corridoio e su per le scale fino a raggiungere la camera del piccolo. Tyler è accanto alla culla, gli occhi lucidi e un lieve sorriso sulle labbra. "Mi mancherai piccolo."

Sorrido a mia volta. "Ty starai via una settimana, non un anno."

Il mio migliore amico è molto sensibile, odia lasciare le persone ed andare via, che sia per un giorno o per un mese. "Non stai andando in guerra." continuo avvicinandomi a lui.

"Smettila, non puoi capire." si asciuga gli occhi e si volta verso di me. "Comunque, andiamo o faremo tardi."

Salutiamo Diana e carichiamo la valigia in macchina.
L'aeroporto non dista molto da casa nostra, così in meno di dieci minuti siamo già davanti la porta. Io con le lacrime agli occhi e il mio migliore amico che mi consola.
Se non fosse stato gay, credo che a quest'ora saremmo già sposati.

"Allora, stai attenta a casa e con Evan. Io torno presto e..."

"Si papà, metterò la protezione. Stavolta." lo prendo in giro.

Tyler prima mi guarda storto ma poi ridacchia della mia pessima battuta.
"Va bene, amore di papà. Sennò il prossimo lo chiamiamo "condom".

"Quanto sei spiritoso." gli dò una pacca sulla spalla.

"Mai quanto te." mi fa l'occhiolino. "Adesso vado, sennò davvero perdo il volo. Ti voglio bene scema." Allarga le braccia ed io mi ci fiondo. Ci stacchiamo e, dopo un leggero bacio sulle labbra, lo guardo attraversare il corridoio diretto al gate.

Sospiro e ritorno in macchina.
Prima di mettere in modo l'auto, prendo il telefono dalla borsa e scorro la lista delle chiamate ricevute. Fermo il dito sopra il numero di Fred e resto a fissarlo. Vorrei chiamarlo, non so precisamente il perché. So solo che il mio cuore freme dalla voglia di risentire la sua voce.
Premo il tasto per chiamare e rimango in attesa.
Squilla un paio di volte prima che una voce risponda.
La voce di una donna...

Un fidanzato per finta 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora