Capitolo 21

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"Sammy..." sussurra Clayton.

"Ciao." alzo la mano per salutarli, in evidente imbarazzo.

Clarissa mi si butta tra le braccia, felice più che mai. "Sapevo che saresti tornata, lo sapevo." grida euforica.

Ha ragione, torno sempre.

Fred prende Evan dalle braccia di Clayton e, senza dire una parola, si dirige verso le scale.
Le sale in fretta, ed io sono costretta a seguirlo correndo.

Bastardo, ridammi mio figlio!

Il tonfo di una porta che sbatte riecheggia in tutto il piano, però per sua sfortuna sono riuscita a vedere dov'è entrato.
Busso ripetutamente, con tutta la forza che ho in corpo.
"Apri questa porta, Fred." grido.

Sapevo che non sarebbe stato facile ma non mi aspettavo un'accoglienza del genere.

"Fred, non fare il bambino. Apri questa fottuta porta." grido ancora.

La porta si apre di scatto e un Fred parecchio incazzato si fa avanti. "Cosa vuoi? Sei scappata senza dare nessuna spiegazione e adesso ti presenti qui, a casa mia, come se niente fosse." sbraita.

Okay, ha ragione ma non può trattarmi così.

"Sono stata via una settimana, non due anni." puntualizzo.

Fred ride beffardo. "Non me ne frega niente, il gesto l'hai fatto e non si può tornare indietro. Non nella mia famiglia."

Prima di partire, mi sentivo parte di una famiglia, mentre adesso non sento più nulla.
Il mio comportamento ha spazzato via tutto quanto, sono rimasta davvero sola. Senza amici e senza una famiglia da cui tornare.

"Ti prego, lasciami spiegare." lo supplico. "Lasciami almeno vedere Evan."

Fred scuote la testa e rientra in stanza, richiudendosi la porta alle spalle.

Ho fallito. Nel peggiore dei modi.

Niente Fred significa niente Evan.

"Gli passerà, dagli tempo." sento dire alle mie spalle.

Clayton sta appoggiato alla ringhiera delle scale, bello come il sole.
Reprimo l'impulso di sbavare e mi limito ad un'alzata di spalle.

"Lo spero."

"Vieni, dobbiamo parlare." si volta e scende le scale.

Rassegnata, lo seguo senza battere ciglio.
Forse ha ragione lui, devo far sbollire Fred.
Clayton lo conosce da una vita, qualcosa deve pur valere.

In silenzio, usciamo in giardino fino a ritrovarci a bordo piscina.
Lui si siede sull'erba ed io faccio lo stesso.

Non so bene cosa dirgli, quindi proverò ad essere il più sincera possibile.

"Ho avuto un crollo emotivo, molto forte." inizio a parlare, la voce quasi un sussurro. "Tutte le mie più grandi paure si stavano concretizzando, mi sono sentita inadeguata, non amata, e credo sia stato questo a spingermi a lasciare Evan."

Clayton non ribatte ma si limita ad ascoltare. Non mi guarda, ha gli occhi puntati sulla superficie dell'acqua.

"Fred ha un buon lavoro, una ragazza che lo ama. Io invece non ho nulla, e si conseguenza non posso dare nulla a mio figlio. La lontananza, però, mi ha fatto capire molte cose e..."

"Non ho bisogno delle tue spiegazioni." mi interrompe ad un certo punto. "Ho bisogno di sapere altro. Te ne andrai di nuovo?" mi chiede a bruciapelo.

"No." rispondo sicura. Non ho la minima intenzione di abbandonare di nuovo Evan.

"Bene. Era quello che volevo sentirti dire." si gira verso di me e mi sorride.

Un fidanzato per finta 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora