Capitolo 28

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Dalla finestra di camera mia osservo Clayton salire sul taxi.
Fra un'ora ha il volo che lo riporterà a casa, o meglio, al college.
Fortunatamente per lui, non aveva ancora presentato le carte per abbandonare.

Più lo guardo e più mi rendo conto di non provare rancore nei suoi confronti.
Ha sbagliato, e sta pagando.
Io sono libera di vivere la mia vita al meglio, come ho sempre sperato di fare.

Non reputo più la mia scelta affrettata. Ho capito che c'è un motivo se è successo tutto adesso, a distanza di poco tempo dalla morte di Dylan.
Tutto ha un suo perché, il destino è stabilito da tempo.
Doveva andare così...
Il destino, nel corso della nostra vita, ci mette davanti a degli ostacoli. Sta a noi superarli nel migliore dei modi, senza drammi o sofferenze.

Certo, le bugie di Clayton non potranno mai essere paragonate alla morte di Dylan.
Però sento di potercela fare, non crollerò.
Il destino ha voluto mettermi alla prova ma ha perso.
Stavolta, ho vinto io.

"Tutto bene?" sento la voce di Tyler alle mie spalle.
Non è sceso a salutare Clayton come ha fatto Fred, ha preferito rimanere con me.

"Si, sto bene." E lo dico davvero, con il sorriso sulle labbra.

Nonostante l'amore, nonostante le bugie, io sto bene.
Sto bene perché sono viva.
Sto bene perché nulla potrà più scalfire la mia corazza.

"Non credi di aver agito d'impulso? Clayton non ti ha tradito." cerca di convincermi Tyler.

"No, ho fatto benissimo. Mi sono liberata di un amore malsano, destinato a finire ancora prima di iniziare. Clayton mi ha mentito, nonostante i nostri trascorsi. Non sono arrabbiata per la bugia in se, ma per il suo comportamento."

Tyler annuisce e mi cinge la vita mentre,  insieme, osserviamo il taxi andare via.
Clayton non si è voltato indietro, proprio come un anno fa.
Non ha cercato di giustificarsi, di lottare per me. Se n'è semplicemente andato.
D'altronde, scappare è ciò che gli riesce meglio.

"Tyler, mi dispiace per come sono andate le cose tra di noi, ieri non ho avuto modo di spiegarti bene." lo guardo negli occhi.

"Non hai nulla da spiegare. Come ti ho già detto ieri, ho sbagliato io ad intromettermi. I tuoi genitori ti hanno fatto male, nel profondo, ed io non avevo il diritto di riaprire quella ferita."

"Grazie per aver capito, grazie per essere la persona meravigliosa che sei." lo abbraccio.

"Lo so, sono fantastico." ridacchia tra le mie braccia.

"Oh, smettila. Lo sappiamo entrambi che in realtà fai schifo." gli do una pacca sulla schiena e la sua risata aumenta, fino a contagiare anche me.

*****

"Allora? Com'è andata?" raggiungo i due ragazzi in salotto.

Fred e Sylvie sono appena tornati dalla visita medica.
Hanno deciso di farla qui, a Malibu, per evitare di spostarsi.

"Tutto bene, la piccola sta crescendo." risponde Fred, tutto contento.

"La piccola?" mi soffermo su quel particolare. Guardo la pancia di Sylvie con gli occhi a cuoricino, prima di rivolgere lo sguardo alla madre.

"Si, è una bambina."

Oh. Nella testa mi parte l'Halleluia.
Fred sognava di avere una bimba, e il suo sogno si è finalmente avverato.
Sarà un padre bravissimo, oltre che super protettivo.

Ci sediamo in salotto, chi sul divano, chi sulla poltrona. Clary viene a sedersi accanto a me, eccitata più che mai.
"Fred e Sylvie mi ha dato il permesso di scegliere il nome. Sono felicissima."

Un fidanzato per finta 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora