Famiglia e onore

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Da quel momento in poi ci fu della tranquillità per qualche giorno. I Fairchild avevano trovato della mobilia decente per la loro casa e non uscivano spesso, considerata la zona. C'erano contadini bifolchi e motociclisti cafoni ovunque, oltre a Mr. Philips che sicuramente era in cerca di vendetta. Chester si sedeva sul retro della casetta a sorseggiare sangria e a guardare le auto passare. Il ragazzo ascoltava le sue canzoni preferite dallo speaker del cellulare, tutta roba post hardcore che a Chelsea non piaceva e per questo era costretta a mettere le cuffiette per ignorare quelle tracce.

Ciò che vi starete sicuramente chiedendo ora è: che passato hanno alle spalle per vivere così?

Beh, non sta a me spiegarvelo. Pensate a leggere la storia, piuttosto.

Nel frattempo...

«Sei uno sconsiderato, Michael!» la voce squillante di Amanda risuonava per tutta la sontuosa villa De Santa. Era venuta a conoscenza di ciò che era accaduto in banca solo tre giorni dopo l'accaduto e quello che la infastidiva veramente era che le avessero tenuta nascosta la verità. Una coppia di poliziotti arrivò sulla soglia di casa per informarla che suo marito e suo figlio avevano rischiato la vita in una rapina in banca e le spiegarono tutta la dinamica. Ma da un lato era felice, perché entrambi si erano protetti a vicenda.

«Quante fottute volte devo ripetertelo, Amanda? NON È STATA COLPA MIA! CAZZO!» Michael non riusciva a non tracannare whisky ogni volta che era nervoso, ed in quel momento era sull'orlo di una crisi di nervi. La coppia sposata litigava spesso. Più volte erano stati sull'orlo del divorzio, ma alla fine trovavano un modo per riappacificarsi o tornare ad ignorarsi. Le cose andavano bene ultimamente, però. Se solo non fosse accaduta quella cosa in banca.

«Pà ha ragione mamma!» James s'intromise, alzandosi dal divano bianco in pelle sul quale era seduta anche la sorella, Tracey De Santa, silenziosa. «È stato un incidente! Una cosa che capita a tutti qui a Los Santos! Non prendertela con lui se ha cercato di proteggermi!» continuò Jim.

Amanda, vedendo quanto il figlio si battesse per amore del padre, sbuffo arrendevolmente e andò a sedersi accanto a sua figlia «E va bene! Avete vinto!...» il tono nervoso e accigliato si tramutò in uno dolce e malinconico «State più attenti la prossima volta... ahh venite qui, idioti». Con un gesto di pace, allargò le braccia e i due uomini di casa corsero ad abbracciarla. Tracey non sopportava le smancerie familiari, ma per una volta era contenta di vederli così vicini.

E nel frattempo ancora...

«Ti giuro fratello» disse Lamar da un lato del telefono a Franklin «La prossima volta ci metto quel cazzo di antifurto alla mia carretta. Non ci tengo a restare a piedi e sborsare bigliettoni per danni non miei, cazzo!».

«Con i soldi che hai trovato in macchina hai pagato meno della metà, stupido negro. Ti hanno facilitato il lavoro e ti lamenti?».

«Sì che mi lamento, amico. Quella non era roba loro. Era della cazzo di roba d'altri. E non si prendono le cose degli altri senza il loro fottuto consenso e soprattutto, non si riducono ad una merda piena di buchi!».

«Ho capito, ho capito fratello. Ma quindi che vuoi fare? Cercare 'sti due e?».

Franklin sperava con tutto sé stesso che Lamar non volesse far fuori i due ladri. Quei due erano giovani e lui sapeva che per fare rapine a mano armata a quell'età dovevano esserci dei problemi. Ci era passato anche lui e desiderava aiutarli in qualche modo, se possibile.

«Niente fratello. Solo sculacciarli un po' per fargli capire che queste bastardate non si fanno. O ci penserò io a conciarli per le cazzo di feste».

Franklin soffocò una grossa risata dall'altro capo del telefono.

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