La polizia ancora non si era vista nonostante il putiferio appena scoppiato. Franklin riuscì ad uscire dall'auto e a usarla come scudo di una pioggia di proiettili scaricata su di lui. La sua abilità di guida non serviva a molto in quella situazione, ma Michael era il Dio della polvere da sparo sceso in terra. Doveva stare attento alla macchina della cara zietta sociopatica, un solo proiettile in quella direzione poteva compromettere anni passati a nascondersi, lontano da casa e dall'unica familgia - seppur malata di mente - che avevano quei due ragazzi. Erano diventati come dei secondi figli per lui, non migliori dei suoi attuali figli, s'intende. Ognuno di loro era speciale a modo suo. Quindi si focalizzò sulle altre auto che continuavano ad arrivare. Come cazzo era possibile? Quanti soldi aveva buttato per assoldare quell'esercito di uomini? Quanto era potente quella donna? Come?! Doveva avere per forza qualche contatto speciale nelle forze dell'ordine o tutto questo putiferio non si sarebbe spiegato!
Tutti gli uomini armati corsero verso l'auto di Charlotte e l'accerchiarono, come a volerla proteggere. Questo facilitava le cose a Franklin che finalmente ebbe modo di difendersi. Intanto Trevor era in corsa verso il luogo dello scontro e non appena vide la folla in lontananza accelerò, anche se sembrava impossibile andare più veloci di così. Chelsea si preparò con i suoi due fucili a canne mozze, coltelli alle gambe. Chester aveva come minimo quattro pistole addosso di cui due di calibro 50. Una metà dei nemici riuscì a spostarsi ma l'altra, una decina, fu presa in pieno dal camioncino arrugginito del signor Philips. Ora sì che ci sarebbe stato del movimento e non grazie a Trevor. Prima che quel piano fosse messo in atto, i due fratelli avevano rinunciato al loro voto anti-omicida.
«Stavolta è una cosa personale. Ci ha dato la caccia per dieci anni. Qualunque cosa accada, faremo fuori chi si parerà sul nostro cammino e lei sarà l'ultima. Ci ha portato via nostro padre e non ha fatto nulla per aiutare nostra madre. Ci ha solo condannati a una vita da rinnegati. Forse non merita davvero di morire, ma per noi sarebbe meglio se cessasse di esistere. Sì, per noi merita l'inferno».
Prima che Trevor riuscisse a smontare dal veicolo, Chester e Chelsea balzarono fuori e con una prontezza impressionante iniziarono a far fuoco su ogni persona lì presente. Chelsea era inespressiva, ogni colpo puntava dritto ai volti dei suoi nemici. Non voleva nemmeno ricordarne la faccia, voleva che fossero tutte un ammasso irriconoscibile di cartilagine e materia grigia. Alcuni sembravano esitare nel darle addosso, evitavano di usare i proiettili e utilizzavano i calci delle pistole per colpirla - spinti da paura o ordini, non fu mai chiaro - ma lei schivava, parava, deviava; era inarrestabile, una macchina assassina. Chester, armato di pistole da combattimento, iniziò a tirar calci da capoeira a destra e manca, a far fuoco senza mancare un bersaglio. Trevor se ne accorse solo dopo, quando i tizi da far fuori iniziavano a scarseggiare, e si distrasse dalla sua follia per ammirare quella dei due fratelli. Franklin non ci credeva. Quei due erano degli agnellini con loro, solo per sentito dire da Lester aveva una vaga idea di quel che erano capaci. Quello più spaventato di tutti era Michael: che fine avevano fatto tutte le belle parole sulla vita? Tutta quella innocenza? Mai li avrebbe immaginati così aggressivi, così mostruosamente bravi e inarrestabili. Non sembravano più Chelsea e Chester Fairchild, i ragazzi dal passato turbolento che aveva accolto in casa.
Sembravano solo due pazzi scatenati senza identità.
Sconosciuti e folli.
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GTA V ||Sconociuti e Folli||
FanfictionDue ragazzi, fratello e sorella, viaggiano di città in città fino ad arrivare a Los Santos. Già dal loro arrivo si capisce che questi due sono in gamba e non esitano a far conoscenza col leggendario trio di L.S. nel peggiore dei modi... ma non tutti...