Scuse ufficiali

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All'arrivo del signor De Santa calò il silenzio, manco fosse stato la morte in persona. Chelsea tornò ad abbassare lo sguardo, ma Chester invece lo tenne alto, alternandolo alla figura di Amanda. 

«Ehilà ragazzi» Michael si presentò in bermuda e polo con tanto di infradito. Sembrava un comune uomo di mezza età che si godeva la domenica in famiglia. Nessuno dei due fratelli spiccicò parola. Trevor alle spalle di Chelsea si fece avanti e avvolse un braccio attorno alla ragazza «Ma salve, capo di famiglia! Sempre in forma come una vacca al macello, vedo!».

«E tu sempre stronzo come un procione nel bidone dei rifiuti» ribatté prontamente l'altro, giusto un po' incuriosito dal gesto dell'amico. La ragazza non disse nulla, anzi, quasi sembrò tendersi verso quel mezzo abbraccio. Michael capì di star spaventando lei.. ma non il fratello. Si avvicinò ai due guardando più il maschio, visto che aveva la sua totale attenzione «Senti, uh, so che la cosa non è cominciata bene. Parlo a nome di tutti presenti: siete i benvenuti. Quel che è stato, è stato. Spero solo che non accada mai più e che almeno per oggi... be', vi sentiate come a casa» Mike terminò il discorso tendendo la mano a Chester, in cerca di una stretta. Il ragazzo inizialmente esitò, specialmente perché la sorella aveva trovato solo ora il coraggio di alzare lo sguardo e analizzare la situazione. Dopo qualche secondo passato a riflettere, Chester gli strinse la mano.

«È una promessa» rispose il giovane Fairchild, seguito dalla maggiore che ora aveva lo sguardo fermo sul quarantenne «Non accadrà più».

Franklin e Amanda tirarono un sospiro di sollievo e Trevor in tutta risposta strinse di più a sé la ragazza. Amanda prese per mano Chelsea, fattasi più piccola e indifesa del fratello, e la portò con se in cucina lasciando un po' interdetto il povero Trevor. Chelsea gli lanciò un'occhiata che solo loro due seppero decifrare e l'uomo fece spallucce, si tolse maglia e pantaloni e fece una corsa dal punto in cui stava verso per andare a fiondarsi in piscina. Un urlo infastidito - Tracey - si sentì provenire da fuori. Franklin e Michael erano abituati a cose del genere, ma Chester rimase col capo inclinato a guardare la sua figura che in lontananza sguazzava nell'acqua. Tutti e tre si spostarono in cucina, dove intanto si era anche diretto Jimmy che ci teneva a far sapere a Chelsea che quel giorno in banca era ormai acqua passata e che aveva davvero usato quei soldi per comprarsi una bici, barrette proteiche e qualche bevanda energizzante, di quelle che trangugiano gli atleti. Chelsea era felice di sapere che aveva fatto una cosa gradita e si ritenne fortunata che in quel momento Trevor fosse fuori in piscina, o avrebbe fatto una sceneggiata. Di lì a poco fece il suo ingresso Tracey, tutta fradicia di acqua clorata che si paralizzò alla vista di Chester. Un ragazzo dal fisico asciutto ma robusto, capelli un po' emo che gli conferivano un'aria misteriosa, occhiali quadrati con un riflesso che nascondevano i suoi occhi, sbarbato e vestito come se fosse un rocker. 

«Chi-chi è lui, mamma?» domandò la bionda coprendosi col pareo zuppo d'acqua. Amanda rispose alzando di poco lo sguardo dalle tartine che stava terminando di farcire con l'aiuto di Chelsea, che le passava le olive snocciolate una ad una. Chester in quell'attimo era rapito dalla scena della sorella che aiutava la signora De Santa. Sembravano quasi madre e figlia... che cosa crudele, la trovava. Lui che una madre non sentiva di averla mai avuta. Su questo era geloso della sorella... l'arrivo di Tracey e la sua domanda richiamarono la sua attenzione.

«Amico di tuo padre. Anche lei» disse indicando Chelsea, che lanciò un sorriso all'altra ragazza «Ciao. Io sono Chelsea» si presentò, guardando poi il fratello in attesa che facesse lo stesso. La cosa non accadde e così, rimediò lei stessa «Lui è mio fratello minore, Chester. Siamo Chester e Chelsea Fairchild».

Tracey capì solo allora chi aveva davanti, i tizi che avevano fregato i soldi al suo amato paparino almeno un mesetto fa. Non aveva assistito ai chiarimenti fatti nell'atrio di casa, ma se erano lì a chiacchierare e preparare stuzzichini allora era tutto a posto.

Il giovane Fairchild non era mai stato guardato in modo così irritante da una ragazza. Non che non gli piacessero le ragazze, ma a guardarla già aveva capito che genere di donna fosse: frivola, che ha paura di spezzarsi le unghie, che vuole imbrattarsi il corpo di tatuaggi e magari andare anche in tv vendendosi a chissà quali produttori. La sua espressione impassibile diceva tutto e la ragazza dalla pelle abbronzata si sentì giudicata «V-Vado di sopra a togliermi i-il cloro di dosso!» e corse via sorpassando un Chester indifferente, una Chelsea che eseguiva un facepalm per il fratello, Michael e Amanda che avevano già capito tutto e un Franklin che, quatto quatto, stava rubacchiando le olive dal barattolo sul bancone.

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