Incontri

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«Dite che ci ha sentito?» la domanda di Lamar arrivò dopo dieci secondi pieni di attesa. La canzone era finita - a detta di Trevor - quindi era probabile che chiunque fosse là dentro avesse sentito bussare alla porta. Probabilmente la ragazza all'interno stava valutando la situazione, ed infatti era così. Chelsea non aveva perso tempo e aveva scritto un sms al fratello, un codice che avevano stabilito di utilizzare in caso di emergenze. Una semplice emoji che indicava il livello di pericolo in base a quante se ne inviavano. Il massimo era cinque.

⭐⭐

«Ehm» Michael alzò la voce chinandosi leggermente col capo verso la porta in modo da farsi sentire «Scusateci ahm... Chester e Chelsea. Non siamo qui per causare danni, vogliamo solo parlarvi».

Chelsea nel frattempo si era avvicinata alla porta armata di pistola in una mano e coltello rezin bowie nello stivale alto in pelle nera. Forse non ve l'avevo ancora accennato, ma Chelsea era in biancheria intima in quel momento. Si stava giusto spogliando e in fretta e furia si era rimessa solo gli stivali perché appunto, al loro interno vi era un'arma di scorta. Riconosceva quella voce... era dell'uomo nella banca, quello che doveva comprare la macchina al figlio. Ma non si fidava per una buona ragione: aveva parlato al plurale, il che significava che non era solo. E nella migliore delle ipotesi un due contro uno era sconsigliato.

«Sul serio, belli. Non abbiamo cattive intenzioni» aggiunse Franklin, la cui voce era del tutto sconosciuta alla ragazza. Al coro si unì anche Lamar, che secondo gli altre tre non doveva affatto seguirli fin lì «Non sono arrabbiato per la macchina, se è questa la notizia che vi serve! Anzi, sono qui per ringraziarvi di avermi lasciato quel gruzzolo per ripararla!».

Anche questa voce era familiare alle orecchie di Chelsea: era del tizio al quale avevano fregato la macchina la mattina del primo giugno. L'idea di lasciare dei soldi in macchina per farla riparare era stata sua, ovviamente. Chester non era molto... largo di tasca, se la cosa non gli faceva comodo.

A proposito di Chester... ma dove cazzo era andato a finire?

[...]

Il giovane Fairchild si era allontanato da casa per una ragione alquanto inutile. Dalla finestra del piano di sopra, appartenente alla stanza nella quale aveva scelto di dormire, aveva adocchiato delle strani luci in riva al fiume alle spalle della casa. Aveva una mezza idea su cosa si trattasse ma per una volta voleva vedere quello spettacolo con i suoi occhi. Prese il cellulare ed uscì di casa. Quando arrivò sulla riva i suoi sospetti furono confermati: lungo quel piccolo tratto di fiume c'erano decine e decine di lucciole che brillavano sotto la mezza luna. Chester era spesso attratto da luoghi desertici, isolati e silenziosi, quindi ci volle qualche secondo in più perché si accorgesse del messaggio arrivato gli dalla sorella. Circondato da lucciole e grilli, accompagnati dallo scorrere del torrente in sottofondo, Chester sfilò disinvoltamente il cellulare dalla tasca. Due stelle. Chelsea era nei guai.

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