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Ragiona  Ester, come faccio a nascondere un cucciolo senza che mio padre se ne accorga? Non posso rinchiuderlo in cameretta...insomma dovrà fare i suoi bisogni, dovrà uscire e devo portarlo dal veterinario e poi...
- Esti con chi stai parlando? - mi chiede mio padre da camera sua.
Mi insulto mentalmente perché ho il vizio di riflettere ad alta voce.

- Nessuno papà...io...io ripetevo la lezione- urlo per farmi sentire.

Mio padre entra mentre si sta allacciando i bottoni della sua camicia. In men che non si dica il cane è sotto al letto, sono nervosa mentre lo guardo.

- Che succede? è metà luglio e non penso, per quanto tu sia secchiona, che stia già studiando- mio padre capisce al volo che sto dicendo il falso: non ne sono mai stata capace.

- Beh io devo essere preparata lo sai...e niente, che vuoi che ti nasconda? forza forza vai al lav...-
i miei piani sono appena andati in fumo.

- Che diavolo è? Che schifoooo. ESTER sai di essere nei guai vero?- urla.

Mi metto le mani sugli occhi mentre il cane ha appena pisciato sulle scarpe di mio padre, questa volta mi sembra molto arrabbiato, mi aveva già avvisato di non portare nessun altro animale a casa. La cosa migliore è agire velocemente: mi alzo e mi aggrappo al suo collo, sbatto le ciglia e faccio la faccina più coccolosa che posso, lo conquisto, funziona sempre.

- Eh no, non pensare che mi calmo, lo sai, sul discorso animali sono irremovibile, perché non ti cerchi un ragazzo invece di raccattare animali da strada? ora devo proprio andare, dopo domani quando ritorno ne riparliamo- mi dice serio in volto.

Mi bacia sulla fronte ed esce di corsa. Ma non mi arrendo, porterò il cagnolino dal veterinario, gli darò una pulita, sarà così irresistibile che mio padre cederà, lo sento.

Per fortuna alla zampa è solo una lieve distorsione e all'orecchio deve essere stato morso da un altro cane, verrà vaccinato e con una pomata per la ferita starà meglio, compro tutto il necessario per lavarlo.

Il risultato è magnifico, è così dolce e coccoloso. Gli lascio delle crocchettine e acqua, devo andare a lavorare al supermarket. Ho un po' timore a lasciarlo già solo, farò il più veloce possibile.

Non mancano soldi a casa, ma l'idea di essere indipendente mi piace, compiuti 18 anni, ho cercato qualche lavoretto e un mesetto fa l'ho trovato in un minimarket. Insomma niente di che, faccio cassa, sistemo la merce, pulisco il piccolo ma accogliente negozio. È molto ben rifornito, ci si trova di tutto, dal cibo a qualche attrezzo di ferramenta. È vero che ancora non sopporto il suono del ciondolino appeso alla porta che mi avvisa dell'entrata dei clienti, ma dopo un po' ci fai l'abitudine. Veloce cerco di sistemare nell'ultimo scaffale i cereali, la mia altezza è ridicola per questo lavoro. Potrei prendere la scala ma è dall'altra parte del locale e non ne ho proprio voglia.

-L'altezza media non era un requisito per poter essere assunti in questo posto- il timbro della voce lo ricordo.

Mi volto lentamente, come se avessi paura, il cuore accelera senza motivo. Batte forte, forse è perché incute paura, ha degli occhi molto strani, sembrano un mix tra l'azzurro e marrone con sfumature verdi che contornano l' iride. Vorrei dirgliene due ma le labbra si schiudono senza che fuoriesca nessun suono. Si volta di nuovo e abbandona la corsia alimentare. Si dirige verso il frigo delle bibite. Mi risveglio, insomma non può trattarmi così, manco avessimo confidenza.

- Senti un po', non so che educazione ti abbiano dato i tuoi genitori ma...- prendo coraggio e gli parlo.

- Non vedo cosa c'entri questo- mi interrompe.

- In ogni caso non puoi parlarmi in quel modo. Prima mi dai della strana, poi della nana, non mi conosci neanche, io non ti conosco, fai il favore di portare rispetto- finalmente dico qualcosa di sensato e la voce risulta sicura, spero.

- Uhm...piccola ma feroce. Finalmente parli, temevo che non sapessi cosa dire, sei una piccola permalosona- mi sorride e il solo gesto mi da fastidio.

- Ma la finisci? ti ho appena detto che...che devi...portare- non riesco a finire la frase perché fa qualche passo verso di me.

Si avvicina troppo, mi trovo fra il suo corpo e il frigo dei surgelati. È una situazione molto imbarazzante. Non so cosa mi aspettassi ma vedo che allunga il braccio e prende una bibita e io mi sposto.

- Cosa stavi dicendo?- mi chiede.

Sento che sto diventando fuoco eppure sono vicina al frigo, mi levo subito, e mi dirigo verso la cassa.

La signora Pilletti mi sta aspettando alla cassa, che figuraccia, avrà sentito tutto per quanto possa vista la sua inoltrata età.

- Le chiedo scusa ma ero un attimo occupata- mi rivolgo alla signora.

La vecchietta sorride.
- Ma che scuse bella Ester, ti stavi scambiando bacini con il tuo fidanzatino finalmente, sei tutta rossa. Tesoro non c'è niente di cui vergognarsi, è proprio un bel ragazzo, hai buon gusto- mi dice divertita.

Rimango sbalordita dalle sue parole e dalla sua risatina, il tutto sembra farle piacere. Io vorrei solo sprofondare.

- No, no signora Pilletti, non è come crede, io non lo conosco quel gozzilla, sono 17,50 euro. Buona giornata- ecco la parlantina ritornare ogni volta che sono agitata.

- Diciamo tutte così sai. Buona serata a te piccola stella- se ne va guardandomi con amore.

- Strano...- di nuovo lui.

Salto sul posto per lo spavento. Mi giro e lo vedo con in mano una cocacola e delle patatine.
- Dicevo, strano, pensavo ti piacessero gli animali, insomma mi hai dato del gozzilla, hai offeso il sottoscritto, spero che non siano tutte così le ragazze qui a San Vincenzo- parla come se non mi avesse appena offeso.

Ecco questa sua ultima affermazione mi ferisce più delle altre cose che ha detto su di me. Mi trova noiosa mica? Beh come dargli torto, un po' lo sono.

Passo veloce la sua spesa.

- Oh te lo assicuro, troverai ovunque ragazze molto più interessanti. Spiacente di aver deluso le tue aspettative. Sono 3 euro. Le auguro buona giornata-

Sta volta sono io che vado via prima che ribatta .

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Siamo al secondo incontro e le cose non sembrano migliorare fra di loro.
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