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Ancora non lo so ma il destino si prenderà gioco di me: due ragazzi, non proprio nelle mie simpatie, da accogliere a casa nello stesso giorno?

Sarà troppo per il mio debole cuore.

La doccia veloce, doveva servire per pulirmi ma soprattutto per mettere ordine nel caos della mia testolina.

L'acqua che scorre fa rilassare i muscoli e anche se, è solo metaforicamente parlando, il mondo fuori lo silenzio e mi scivola addosso.

Vorrei poterlo fare sempre e non solo nel box doccia.

Fa caldo, umido, due sensazioni che non sopporto proprio.
La mia maglietta con una coccinella è l'ideale.
Ma il pensiero che Marco possa ancora essere in casa, mi mette a disagio, perché la mia maglietta è un poco trasparente. Dovrò cercare subito la mia felpetta che avevo buttato in qualche meandro del salotto.

La preoccupazione maggiore è per lui, come è successo che ci ritrovassimo a parlare e interagire come tanti anni fa?

Corro veloce in salotto, piccoli brividi percorrono il corpo, probabilmente perché sto camminando a piedi nudi e non sono abituata per niente.

Marco è ancora lì. Si avvicina, mi ringrazia, mi bacia la fronte, e di nuovo capisco che questa improvvisa vicinanza sia insensata. Mi allontano, devo ragionare con chiarezza.

La mia capacità di razionalizzare tutto va a quel paese quando Marco mi dice di aver visite, quando all'ingresso del salone vedo Tommaso.

Dio, non so da quanto non lo vedevo.
E ora i brividi sono così intensi da sembrare piccoli aghi che conficcano la mia pelle.

Rimango stordita, senza parole, lo guardo, e non me ne frega niente, ma i miei occhi si vogliono beare della sua visione.

Non lo ricordavo così, sembra stanco, confuso, è completamente zuppo dalla testa ai piedi e gli occhi sono gonfi, come se non dormisse bene alla sera. Tutte supposizioni stupide che mi faccio, perché probabilmente passerà a fare serate e a divertirsi.

La mia ragione per fortuna ritorna alla base e io posso chiedergli cosa ci faccia qui, e soprattutto se Luca sia con lui, se solo sapesse che Marco era in casa, mi farebbe molte domande.

Il mio tono traditore emerge, so che Luca si arrabbierebbe, in parte sa cosa mi ha fatto Marco.

Il silenzio padrona la stanza, non mi risponde, è assente, vorrei sapere a cosa pensa. Mi perdo ad osservarlo.

Esteticamente è perfetto.
Il collo è molto maschile, con il suo pomo d' Adamo sporgente, ha poi tre nei vicini che creano un triangolo sotto la mandibola, le spalle sono delle dimensioni giuste, delle gocce gli ricadano dal volto. E scendono, scendono, sfiorano il suo petto, non capisco che mi prenda, ma i miei pensieri si fanno più intensi, perché mi immagino le mie mani che scorrono e accarezzano il suo addome. Non ho mai avuto idee del genere su nessun altro.

- No, ed è evidente che se fossi venuto 10 minuti prima, vi avrei interrotto- il tono particolarmente menefreghista mi irrita, e mi infastidisce che possa aver frainteso, che pensi che io abbia qualcosa con Marco. Sento subito l'esigenza di giustificarmi, come se fossi in un processo, e lui fosse il giudice che proclama la sua sentenzia senza avermi dato la possibilità di replicare.

Gli do del malato e sogghigna. Mi fa un esempio del gelato ma non connetto molto. Insomma non ci ha mica colti con le mani nel sacco.

- Non mi interessa in ogni caso, puoi fare quello che vuoi. Io sono venuto qui per attivare il sistema di sicurezza, tuo padre lo ha dimenticato. E Luca mi ha chiesto di farlo- la voce è piatta, non trasmette niente.

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