Tommaso

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La rincorro, la seguo, le afferro il polso ma lei riesce a scappare.

Per una volta non ho paura perché non si sta allontanando davvero, non l'ho ferita, stiamo giocando, so che mi basta aumentare la velocità, e le sono vicino e la abbraccio.
Non ho mai provato questa sensazione, la sento mia, come se l'anima di questa donna mi appartenesse.

Perché quando le mie mani la sfiorano, la sua pelle ha i brividi, lei mi guarda in modo puro, gli occhi sono limpidi, le guance le si colorano subito, e un piccolo sorriso, quasi nascosto, le si dipinge in volto.

- Non vale, daiii, oh oh mettimi giù. No...no ti prego, non il solletico...daiii-

L'ho stesa e le sono sopra, le tocco leggermente i fianchi, e scoppia a ridere, è così bella, i cappelli le si sono disposti a raggiera. Quanto vorrei baciarla. Quanto vorrei averla.
Voglio sentire la sua voce mentre si lascia andare, mentre io la tocco, mentre le bacio il collo e le sussurro i miei pensieri.

A pensare questo mi sono fermato, e lei mi guarda con una faccia curiosa.

Voglio farlo e mi sto già per muovere, per avvicinarmi, quando il telefono mi squilla. Non vorrei rispondere ma verso quella ragazza mi sento quasi in debito senza un valido motivo. Quindi accetto la chiamata di Lili.

- Dimmi- dico con tono serio. Speriamo capisca da sola che ho da fare.

Mentre ascolto cosa vuole, Ester si mette seduta, e avvicina le ginocchia al corpo.

- Adesso non posso-

- Ne hai proprio bisogno?- chiedo spazientito

- Ascolta, secondo me non è una buona idea. Ok domani mattina, dai...ok. Si si, ciao ciao-

Mi alzo, Lili mi ha messo di cattivo umore, stavo così bene, però, lei mi fa ricordare subito Luca, e i problemi che ho con lui.

Le do le spalle, non voglio scaricare su Ester il mio mal umore. Quindi provo a fare diversamente dal solito. Ispiro forte e percepisco la salsedine nell'aria.

- Vuoi...che andiamo?- mi chiede, quasi spaventata.

E mi fa così male sapere che io l'ho abituata ad essere costantemente sull'attenti e paurosa sul da dirsi.

Mi giro, e penso di avere una faccia dura perché lei si stringe nelle spalle.

Allungo un braccio e con le dita le indico di avvicinarsi.

Lei non sembra convinta.
Mi chiedo perché sia così insicura, scommetto che anche se un ragazzo con lo sguardo o con i gesti le facesse capire che prova attrazione per lei, un sentimento di inadeguatezza le impedirebbe di essere sicura della sua bellezza. È come per le perle, un fascino naturale che però rimane rinchiuso.

- Vieni qui- sorrido un po'. Allora vedo che i piedi si indirizzano verso di me.

- Tutto ok?- mi chiede.

Credo di volerle bene, perché è così delicata con me. Nessuno si è mai preoccupato dei miei sentimenti con interesse sincero.

Dalla mano la trascino, la posiziono davanti a me, e la abbraccio profondamente, e mi piego per mettere la mia testa vicino ai suoi capelli.

- Ora sie, ora va bene- voglio farle capire che lei ha molto potenziale.

- Sai che hai un modo di fare che non ho mai trovato in nessuno. Devi capire una cosa, tu sei importante, sei bella, sei una persona che ha tanto da dare, il tuo sorriso può fare rialzare un animo vagabondo, i tuoi occhi si fanno sentire, in modo quasi prepotente, ma anche pauroso, perché temi di mostrarti, ma lo sai che se tu facessi vedere la tua luce avresti tante persone attorno a te?
Devi solo avere coraggio-
Riesce a girarsi nello stretto spazio del nostro abbraccio, alza il volto verso me e sorride, per davvero, eppure ha le lacrime agli occhi.
Mi abbraccia così forte, e quasi mi brucia la pelle sotto ai vestiti.

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